Economy | Esportazioni

“Isolarci è un errore”

Alto Adige: aumenta il commercio estero, l’importo record è di ca. 1,2 mld. Corrarati: “Export fondamentale per l’economia”. Pan: “Chiudere i confini non è la soluzione”.

Nel quarto trimestre del 2015 il commercio estero in Alto Adige ha fatto registrare, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un aumento tendenziale pari al 16,2% attestandosi sulla cifra record di 1.189,8 milioni di euro. È quanto certifica uno studio dell’ASTAT, l’Istituto provinciale di statistica; il risultato delle esportazioni del 4° trimestre va a sommarsi agli incrementi fatti segnare nei tre precedenti; l’anno 2015 si è chiuso con una crescita del 9,8% rispetto all’anno precedente. In valore assoluto le esportazioni superano per la prima volta la soglia record di 4 miliardi di euro, toccando quota 4.358,3 milioni. “I buoni risultati delle esportazioni altoatesine nel 2015 diventino stimolo affinché le grandi aziende manifatturiere del territorio attivino sempre di più una filiera corta a beneficio delle micro e piccole imprese locali”, commenta il presidente della CNA-SHV Claudio Corrarati. In sintonia anche il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan: “Questo dato conferma la forza delle nostre imprese ed allo stesso tempo sottolinea che l’export è sempre più fondamentale per la nostra economia: l’apertura e la raggiungibilità del nostro territorio sono requisiti indispensabili per continuare a competere a livello internazionale”.

Si registra inoltre anche un aumento del 9,4% - rispetto al 2014 - delle esportazioni verso i paesi dell’Unione Europea, mentre una crescita più consistente si evidenzia nei paesi extra UE (+10,8%). Nello specifico sono i Prodotti alimentari, bevande e tabacco (17,7%) ad incidere maggiormente nei flussi verso l’estero nel 2015; seguono i Macchinari ed apparecchi (15,5%), i Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (15,2%), i Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (12,3%), ed i Mezzi di trasporto (12,2%). “Le piccole e micro imprese - aggiunge Corrarati – non sempre hanno la forza per esportare all’estero prodotti finiti, ma possono beneficiare del boom delle esportazioni altoatesine se correttamente inserite in una filiera corta manifatturiera tutta locale. L’industria manifatturiera, in particolare, potrebbe avere un ruolo forte di traino se, anziché assemblare in loco componentistica magari low cost proveniente dall’estero, intrecciasse una filiera corta con gli artigiani locali in qualità di fornitori”. Secondo Pan l’aumento delle esportazioni è decisivo al fine di mantenere occupazione e qualità della vita “ai livelli elevati a cui siamo abituati. La produttività dei collaboratori è un punto di forza delle nostre imprese nel contesto internazionale, ma riguardo a fattori competitivi determinanti come il costo dell’energia, il peso fiscale e burocratico e la raggiungibilità, l’Alto Adige può ancora migliorare”.

Il pensiero va ancora all’eventuale chiusura dei confini al Brennero: “Abbiamo tutti tratto grandi vantaggi dal mercato unico europeo basato sulla libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali. La strada su cui continuare a costruire il nostro futuro è quella di mettersi sempre più in rete col mondo, non quella dell’isolamento. Per questo sono necessarie moderne infrastrutture di collegamento che aiutino a superare barriere a tutti i livelli”, conclude Pan.