“L’autodeterminazione? Anche sessuale”
L’autodeterminazione come stile di vita. Una specie di mantra, vernice ideologica indelebile. Cristian Kollmann, nato in Val di Non da famiglia di lingua tedesca, doppia laurea a Innsbruck, dottorato di ricerca a Monaco, ex candidato sindaco della Südtiroler Freiheit a Bolzano ed esperto di toponomastica come ama spesso ripetere, è convinto che questo concetto sia applicabile a qualsiasi ambito, sessualità compresa. Il secessionista sudtirolese, che ha ormai da tempo dichiarato pubblicamente la propria omosessualità e siglato anche una Partnerschaft in Austria con il compagno Florian, interviene sulla polemica divampata intorno al Dolomiti Pride di Trento.
salto.bz: Kollmann, partiamo dall’inizio: il governatore del Trentino Ugo Rossi ha definito, in sostanza, il Dolomiti Pride una carnevalata e non ha concesso il patrocinio della Provincia all’evento, cosa ne pensa?
Cristian Kollmann: In parte il presidente Rossi ha ragione, perché ci sono sempre persone che vogliono mettersi al centro dell’attenzione, ma non tutti sono così. L’omosessualità non fa sempre rima con eccentricità, anche se naturalmente a questo tipo di manifestazioni prevale questo spirito, anche nell’ottica di fare festa. Io mi identifico più nelle persone che non esaltano la propria sessualità ma che scelgono piuttosto un modo più “eterosessuale”, per capirci, di presentarsi.
Quello di Rossi è anche un atto politico, tuttavia. E, a dirla con gli organizzatori del Pride, il patrocinio serve a far capire a tutti quelli che hanno “subito, subiscono o subiranno discriminazioni che non sono soli/e, che le Istituzioni sono presenti e che sono pronte a schierarsi al loro fianco”.
Su questo sono molto d’accordo. È assolutamente importante che anche la politica dia segno ai cittadini che l’omosessualità è un fenomeno “normale” che deve essere preso in considerazione in quanto non condiziona né discrimina nessuno. La base è sempre la reciprocità del rapporto, si tratta di due persone che molto semplicemente decidono di stare insieme. Se il rappresentante più alto della politica locale fa capire che queste persone, pur essendo una minoranza, sono una minoranza che però deve essere accettata, allora significa che siamo sulla strada giusta.
In parte il presidente Rossi ha ragione, perché ci sono sempre delle persone che vogliono mettersi al centro dell’attenzione, ma non tutti sono così. L’omosessualità non fa sempre rima con eccentricità
In sintesi Rossi ha in parte ragione ma lei è contento che Kompatscher abbia concesso il patrocinio.
Sì, Kompatscher ha fatto bene e devo dire che il suo è stato un gesto che non mi ha stupito più di tanto.
Così come non l'ha stupita il duro attacco dei Freiheitlichen?
Infatti. Direi che è servito a far distinguere il nostro movimento da quello dei Freiheitlichen che sono molto conservatori in questo senso, insistono sempre molto sulla famiglia tradizionale. Invece per noi vale il principio dell’autodeterminazione che si applica non solo alla politica ma anche all’ambito della sessualità. Stesso discorso per il concetto di identità che non è solo linguistica ed etnica ma anche sessuale. Non vedo alcuna contraddizione nella nostra visione. Le dirò di più, sono addirittura contento che i Freiheitlichen abbiano reagito in quel modo, così anche gli elettori sapranno fare le loro valutazioni. Proprio dalla tematica relativa all’orientamento sessuale si capisce che noi siamo un movimento veramente liberale e aperto.
Parla in termini di puri calcoli elettorali, adesso...
Beh, è chiaro che una differenza esiste fra noi e se c’è un’occasione per sottolinearla non vedo perché non coglierla. Io ho contatti con tutti i rappresentanti di minoranze etniche e movimenti regionali di tutta Europa e non solo. In Québec o a Nagorno Karabakh, ad esempio. Ecco, l’immagine che vogliamo dare di noi è di un movimento cosmopolita.
Mi è arrivata voce che alcuni nostri elettori non ci votano più a causa non tanto della mia presenza all’interno del movimento ma quanto per il fatto che ci battiamo per garantire diritti uguali per etero e non. Abbiamo da una parte qualche storico elettore in meno, ma allo stesso tempo ne abbiamo convinti altri, io direi più di quelli che abbiamo perso
Tornando al Pride del 9 giugno suppongo che lei non parteciperà.
Non mi interessa più prendere parte a eventi come il Pride, quando vivevo a Monaco di Baviera ho partecipato qualche volta a queste manifestazioni, ma quel tempo è finito.
Chi difende i diritti LGBT denuncia il fatto che in Alto Adige l’omofobia sia ancora molto diffusa, è così?
Non saprei dire, ma personalmente non ho questa percezione. Dipende comunque molto dal modo in cui uno si presenta e si pone. Io mi sento accettato anche dal mio movimento, altrimenti smetterei di esserne un membro attivo.
Vuol dire che non ha mai subito discriminazioni?
No, mai. Certo mi è arrivata voce che alcuni nostri elettori non ci votano più a causa non tanto della mia presenza all’interno del movimento ma quanto per il fatto che ci battiamo per garantire diritti uguali per etero e non. Abbiamo da una parte qualche storico elettore in meno, ma allo stesso tempo ne abbiamo convinti altri, io direi più di quelli che abbiamo perso.
Noi siamo per l’autodeterminazione tout court mentre i partiti di sinistra sono per un’autodeterminazione a senso unico: quella per i diritti ma non quella politica e io in questo vedo una profonda contraddizione
Sui matrimoni egualitari e le adozioni da parte di coppie omosessuali qual è la linea della STF?
Premetto che non sono le nostre tematiche principali in ogni caso il matrimonio omosessuale non toglie nulla a nessuno, per cui non vedo perché non dovrebbe essere introdotto. Per quel che riguarda l’adozione da parte delle coppie omosessuali ci siamo già espressi anche già una volta in consiglio provinciale, crediamo che queste debbano avere gli stessi diritti di quelle eterosessuali.
Soffiate temi alla sinistra?
Al contrario, la nostra linea è molto più coerente rispetto ai partiti di sinistra, noi siamo per l’autodeterminazione tout court mentre loro sono per un’autodeterminazione a senso unico: quella per i diritti ma non quella politica e io in questo vedo una profonda contraddizione. Il patriottismo non è una questione di destra o di sinistra è una forma di espressione specifica per la propria identità, in tutti sensi.
«è convinto che questo
«è convinto che questo concetto sia applicabile a qualsiasi ambito, sessualità compresa.»
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Non capisco cosa ci sia di strano: https://de.wikipedia.org/wiki/Sexuelle_Selbstbestimmung
Libertà di sesso, non sesso
Libertà di sesso, non sesso libero e non politica del sesso; riassunto in parole povere- non fare il galletto o il frocio con il culo degli altri. Kompatscher come padre di famiglia e come Landeshauptmann farebbe meglio a moderarsi e lasciare il patrocinio a chi vive effettivamente la propria omosessualità.
Peccato che il resto dei
Peccato che il resto dei partiti in Alto Adige dorma su questo tema.
"Io mi identifico più nelle
"Io mi identifico più nelle persone che non esaltano la propria sessualità ma che scelgono piuttosto un modo più “eterosessuale”, per capirci, di presentarsi." No, non ci capiamo affatto. Nach so viel Bullshit bzw. Ignoranz bezüglich Heteronormativität bereits im ersten Satz, kann ich leider nicht mehr weiterlesen. Herr Kollmann, bleiben Sie bei Ihren angestammten Themen. In der Hoffnung, dass Sie sich da besser auskennen.
In reply to "Io mi identifico più nelle by Urban Nothdurfter
Im heteronormativen
Im heteronormativen Geschlechtsmodell gilt eine heterosexuelle Vorannahme, welche die Devianz von der definierten soziokulturellen Norm als unnatürlich und unerwünscht betrachtet
Soviel laut wiki zu deinen Ausführungen und nun meine Meinung dazu: NOMEN EST OMEN
In reply to "Io mi identifico più nelle by Urban Nothdurfter
Wenn Sie nicht mehr
Wenn Sie nicht mehr weiterlesen können, dann müssen Sie es halt lassen.
Man hätte es zwar besser ausdrücken können, aber es ist im Prinzip verständlich was Kollmann meint. Er als homosexueller Mann bevorzugt nicht durch bestimmtes Verhalten seine sexuelle Veranlagung zu signalisieren. Das steht ihm doch hoffentlich noch zu.