Environment | Idroelettricità

Ma l’idroelettrico fa bene all’ambiente?

Ogni volta che spostiamo un granello di sabbia dal deserto creiamo un’intrusione in un mondo in equilibrio, meno granelli spostiamo, meno danni facciamo. Fermarsi?
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

Fonti di energia rinnovabili, sembrano parole magiche, la base teorica che sembra risolvere i problemi ambientali derivati     dall’approvvigionamento di energia per una società estremamente energivora. Ma è proprio così?

Ogni intromissione umana sulla terra ha il suo rovescio della medaglia, il nostro pianeta per quanto generoso chiede sempre un pedaggio e prima o poi il conto arriva. I pannelli fotovoltaici hanno grandi costi energetici per la preparazione del silicio. L’eolico ha un notevole impatto visivo, oltre ai notevoli costi energetici per costruire quelle torri. E l’idroelettrico di cui la nostra provincia è tanto ricca che problemi da?

Vediamoli!

Venerdì 5 giugno all’Eurac si è tenuto un convegno “La tutela dei corsi d’acqua e la prospettiva per l’utilizzo idroelettrico in provincia di Bolzano” con la presentazione della “Proposta dei tratti di corsi d’acqua particolarmente sensibili”. Sui media di lingua italiana neanche una parola, su quelli di lingua tedesca s’è invece scatenato il pandemonio. Sindaci furiosi, pescatori incazzati, biologi perplessi e ultimi gli ambientalisti con la spada sguainata. Tanto furore è presto detto, i tecnici dell’agenzia Provinciale Ambiente ai sensi delle leggi provinciali, nazionali e la direttiva europea, hanno preparato criteri e proposta sui tratti di corsi d’acqua (corpi idrici) sensibili e non, dopo averne discusso con i portatori d’interesse. Il risultato è stupefacente! Su 420 corsi d’acqua con un bacino imbrifero superiore ai 6 Km2 ben 386 sono stati classificati come particolarmente sensibili e solo su 34 corsi d’acqua sarà ancora possibile costruire impianti idroelettrici. In pratica in provincia si sta dicendo basta alla costruzione di nuovi impianti idroelettrici. Anche qui il perché è presto detto; in Alto Adige ci sono oltre 1.100 impianti tra grandi (30 centrali oltre i 3000 Kw) medi (150 centrali  tra 200 e 3000 Kw) e mini (circa 900 centraline sotto i 200 Kw). Una cifra spropositata, di gran lunga la maggiore in tutto l’arco alpino. Che cosa è successo? Il Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche, è stato approvato nel 2010 e si sta attendendo il conclusivo Decreto del Presidente della Repubblica. Nei 5 anni successivi, complici gli incentivi statali per le fonti di energia rinnovabile, c’è stato il Far West. Gran parte delle domande venivano accettate con le più disparate motivazioni. Si va dalle centraline per i rifugi e le malghe d’alta montagna, alle concessioni ai vari masi per favorirne l’economia, ai comuni che costruivano impianti su impianti lungo i propri corsi d’acqua e che si finanziavano così le proprie attività. Siccome siamo cattivi ci viene da pensare che così i comuni se ne stavano buoni mentre la Provincia si accaparrava le grandi centrali con la SEL, con il favore della fobia energetica dell’ex assessore Laimer.

Si tenga conto che le mini centrali ovvero quelle sotto i 200 Kw sono circa 900 e producono il 3/4 % (più o meno 200 MW) dell’energia idroelettrica provinciale, una bazzecola a confronto dei 5504 Mw totali immessi in rete in provincia.

E l’ambiente? Quali problemi affronta un corso d’acqua quando incontra una centrale anche piccola?

Bisogna prima di tutto tenere conto del fatto che il detto che piccolo è bello non vale quando si parla di idroelettrico. Quando ad un corso d’acqua dopo aver scavato griglie, posato tubi ecc viene tolta l’80% dell’acqua della sua vita biologica resta poco o niente e ci vogliono anni perché ricominci sul nuovo contesto. Anche quando l’acqua viene rimessa nel suo alveo (ma questo non accade sempre) ci sono ancora danni. L’acqua turbinante viene immessa repentinamente ad orari diversi durante la giornata e gli abitanti del corso d’acqua (animali e piante) ne risentono e faticano a viverci e riprodursi. Se si immagina che questo avviene anche tre quattro volte sullo stesso corso d’acqua è facile pensare che i nostri torrenti si stiano sterilizzando. Il risultato è che i nostri corsi d’acqua usando i criteri nazionali - europei sono stati quasi tutti classificati come sensibili. Ciò significa che sono quasi tutti ormai ben sfruttati o inutili allo scopo. Se poi si pensa che rendono poco o nulla, viene da pensare se ne valeva la pena distruggere una enormità di torrenti per pochi Kw . L’ho chiesto e mi è stato detto che sì, ne valeva la pena, per pochi Kw (e grandi danni) si prendevano un sacco di soldi che andavano a sostenere le "magre" finanze degli abitanti delle valli. Ora che il Governo sembra deciso a tagliare gli incentivi alle fonti rinnovabili staremo a vedere se il castello di carte reggerà lo stesso. I corsi d’acqua con la loro vita, la loro biodiversità  intanto restano irreparabilmente danneggiati e 19 tra i pesci autoctoni sono a rischio di estinzione.

Un disastro causato da alcuni Kw e dalla scarsa attenzione della politica locale quanto provinciale verso l’ambiente. Sarebbero bastate alcune serie regole sul risparmio energetico per avere molti più Kw e bei ruscelli, torrenti e fiumi ricchi di vita da osservare e da cui imparare.

Ora, che i buoi sono scappati, la Provincia si affretta a chiudere la porta. Si potrebbe dire: meglio tardi che mai. Ma a noi che l’ambiente in cui viviamo l’abbiamo davvero a cuore, resta l’amaro di essere arrivati troppo tardi.