Imparare il gioco di vivere insieme
Guardare la propria realtà familiare da un punto di vista diverso, studiare le proprie e altrui reazioni e difficoltà, far emergere i propri sentimenti.
E’ la missione de “I giorni della famiglia”, che si terranno dal 28 luglio al 2 agosto a Cauria (Salorno) nella casa “Amadori Cetto”, dove i cellulari fanno fatica ad avere campo.
L’evento, giunto alla sesta edizione, organizzato dall’associazione Vispa Teresa e dalla cooperativa Officine Vispa col sostegno dell’Agenzia per la famiglia della nostra provincia al costo di 220 euro a famiglia, fa parte del più ampio progetto di sviluppo di comunità Oltri.Svico.
“Con Oltri.Svico siamo partiti nel 2003 in via Ortles a Bolzano dalle cellule dei quartieri: le famiglie. Abbiamo ascoltato i loro bisogni, desideri, paure e gioie. Da lì si sono costruite tante azioni” - spiega Giuseppe Elia, organizzatore dei Giorni della Famiglia e formatore di apprendimento esperienziale.
Sotto la guida dei professionisti dei relativi settori le sei giornate saranno scandite per i genitori e i figli di mattina dalle 9 alle 11.30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18 da attività, quali per esempio esplorare il bosco, costruire oggetti con la pelle, dilettarsi con musica e canti. Dalle 20 alle 23 gli adulti da soli saranno impegnati nel gioco di ruoli “Lupi nel Villaggio”.
“Si supereranno gli stereotipi e si scambieranno i ruoli tra genitori: le madri raccoglieranno la legna per il fuoco e i padri cucineranno” – dice Elia, che osserverà con attenzione assieme alla collega Lorenza Faccin i comportamenti di ciascuno senza forzare nessuno a partecipare alle iniziative proposte.
“Sentirsi accolti aiuta ad aprirsi - chiarisce l’educatore - Noi stimoliamo con delicatezza le persone, cerchiamo di coinvolgerle, intervenendo il meno possibile, analizziamo come esse affrontino le più disparate sollecitazioni ed anche le provocazioni senza mai giudicare nessuno. L’obiettivo? Far crescere il singolo e il gruppo. Poi rielaboriamo il vissuto individuale e collettivo mediante esempi concreti, giochi e i work-cafè (momenti di discussione e confronto, ndr)”.
Durante tali giorni le persone sperimenteranno su di sé aspetti concreti di vita che prima ignoravano e avranno altresì modo di comprendere i punti di vista altrui.
“Al ritorno a casa ci si ritrova cambiati oppure a confermare il proprio operato, ma con una consapevolezza nuova – chiosa Giuseppe Elia -. Vogliamo far divertire le famiglie in libertà e anche portarle a valutare se stesse”.