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La rivoluzione corre sul web

Le evoluzioni della rete: Google diventerà una società controllata di “Alphabet” e Facebook farà da filtro per le banche a cui chiederemo prestiti.

Vento di novità in casa Google. Mountain View ha deciso infatti di stravolgere la sua struttura corporate creando una holding, Alphabet, a cui faranno capo tutte le divisioni del gruppo, Google Inc compresa che ne diventerà una società controllata.

L’intenzione, annunciata ieri 11 agosto, è quella di separare le varie attività del colosso Google: da una parte la sfera dedicata al web - dal motore di ricerca a YouTube alle altre società internet - e dall’altra le divisioni di ricerca e investimento - come Google Fiber che sperimenta le connessioni Internet ultra-veloci o Nest, la start up che produce termostati "smart". I fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, saranno rispettivamente CEO e presidente di Alphabet. Il nuovo amministratore delegato di Google Inc. sarà invece Sundar Pichai (famoso per aver creato la barra degli strumenti di Google), che oggi è il responsabile di prodotto.

Come io e Sergey abbiamo scritto 11 anni fa - riporta Page sul blog ufficiale - ‘Google non è una società convenzionale. E non vogliamo che lo diventi’. In questo senso vi abbiamo detto di aspettarvi piccole scommesse in aree che potrebbero sembrare speculative o addirittura strane se confrontate con il nostro business attuale. […] Stiamo ancora tentando di fare cose che altri pensano siano da pazzi ma delle quali noi siamo molto entusiasti”.
La Borsa, intanto, sembra aver gradito il nuovo assetto societario: le azioni di Google sono cresciute di valore di oltre il 5 per cento dopo l’annuncio. Alphabet diventerà di fatto anche il nome della società della quale sarà possibile comprare e vendere azioni in borsa, sostituendo quelle di Google, mentre i simboli delle due classi azionarie, Goog e Googl, non cambieranno. Le aziende, scrive ancora il co-fondatore di Google, Larry Page, tendono “a fare sempre comodamente la stessa cosa, limitandosi a cambiamenti incrementali. Ma nell’industria della tecnologia, dove sono le idee rivoluzionarie a fornire opportunità di crescita, bisogna sentirsi un po’ scomodi per rimanere rilevanti”.

Per una rivoluzione (quasi) compiuta un’altra prende forma all’orizzonte. Secondo quanto riportato dal settimanale francese Nouvel Observateur, infatti, in un futuro non troppo lontano le banche potrebbero decidere di concederci un prestito basandosi sugli amici che abbiamo su Facebook. A scatenare l’allarme la richiesta, depositata il 4 agosto scorso dal noto social network all’USPTO (Ufficio brevetti degli Stati Uniti), di un brevetto che dovrebbe servire a misurare la nostra affidabilità creditizia e quella dei nostri amici “facebookiani” e, quindi, a consentire a banche e istituti finanziari - dietro pagamento - di valutare se accordarci o meno un finanziamento. Se ad esempio dovessimo chiedere un prestito per la prima volta e non ci fossero precedenti utili sul nostro conto, sarà la nostra rete di amici ad influenzare l’approvazione della pratica.
A quanto pare prima di accettare una richieste di amicizia dovremmo pensarci a dovere d'ora in poi. Niente di personale, s’intende.

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Andrea Terrigno Wed, 08/12/2015 - 09:59

Quindi in caso io non avessi un account faccialibro la banca mi direbbe di no?
I colossi finanziari (perchè ormai non si limitano solamente all'economia, ma gestiscono imperi di pura speculazione finanziaria) dietro la facciata della filantropia celano un bieco interesse di ingrandirsi ancora, di coprire con brevetti settori che dovrebbero essere di dominio pubblico. Una scelta di questi giganti può scatenare un conflitto o una carestia. Possono sub...subappaltare affari loschi per raggiungere l'obiettivo, possono mettere in circolo notizie false e poi ritrattare, intanto l'effetto desiderato lo Hanno ottenuto. E noi continuiamo a trastullarci con i giochini da stupidi che ci offrono "gratis" in cambio dei dati sui nostri comportamenti.

Wed, 08/12/2015 - 09:59 Permalink