“400 bambini sotto psicofarmaci”
In Alto Adige sono 392 i pazienti in età evolutiva in trattamento con psicofarmaci, lo 0,4% della complessiva popolazione minorenne in provincia. A riferirlo, rispondendo a una interrogazione di Alessandro Urzì, è l’assessora alla salute Martha Stocker la quale assicura che ogni singolo caso è seguito da personale medico, infermieristico e psicologico-educativo. Il quesito sollevato dal consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore è se esiste una relazione fra questi dati e l’alto numero dei suicidi fra i minori. Un argomento, quest’ultimo, sul quale era intervenuto di recente il primario di psichiatria di Brunico Roger Pycha sottolineando che l’Alto Adige non è, in questo senso, un’isola felice e ricordando un triste episodio, ovvero che il più giovane suicida della provincia aveva nove anni quando si è tolto la vita.
C’è poi un altro aspetto della questione che Urzì mette in risalto, e cioè che in base all’ultima rilevazione aggiornata solo al 31 dicembre del 2017 i minori residenti in Alto Adige collocati in servizi residenziali sono 83 in provincia e 43 fuori provincia. Di questi 25 sono trattati con psicofarmaci. “Ancora una volta numeri altissimi. Attenzione: questi centri residenziali sono comunità che ottengono contributi per la loro attività. Un po’ come avviene per le strutture che ospito i richiedenti asilo. Abbiamo chiesto all’assessore di quantificare questi contributi pro capite ma la risposta non c’è stata. ‘Per quanto attiene il finanziamento del collocamento di soggetti minorenni presso le Comunità socio pedagogiche esso proviene interamente dal Sociale. Diversamente se si tratta di collocamento presso una struttura avente natura socio terapeutica o socio pedagogica integrata vi è anche una compartecipazione della Sanità’, spiega l’assessora Stocker ma senza dire quale flusso di denaro finisce nelle casse delle Comunità. Quale giro di denaro ci sia non è dato al momento sapere. Se sia un ‘affare’ per chi gestisce queste strutture nemmeno”.
Quasi 400 bambini o ragazzini sotto psicofarmaci in Alto Adige sono un dato che fa tremare le vene
Un’ulteriore domanda, ancora tuttavia inevasa, è quindi la seguente: la prescrizione di psicofarmaci a minori, spesso bambini in età di sviluppo, sta diventando una consuetudine diffusa anche in Italia e in Alto Adige dopo che lo è già diventata in molti Paesi europei? Urzì evidenzia che recenti statistiche riportano che, nel 2011, in Germania, la Sindrome da deficit di attenzione e iperattività - ADHD - sarebbe stata diagnosticata a 750.000 bambini; in Italia all’83 % dei bambini iperattivi o affetti da patologie psichiche verrebbero somministrati psicofarmaci, promossi e pubblicizzati attraverso la loro presentazione a congressi scientifici volti ad affermare l’emergenza ADHD.
“Una strategia di business che consiste in una vera e propria medicalizzazione dei comportamenti dei minori, a discapito della salute dei più deboli. A fronte di una spesso solamente transitoria riduzione dei sintomi questi farmaci presentano gravi effetti collaterali permanenti, che influenzano significativamente lo sviluppo integrato delle funzioni fisiologiche e cognitive del minore quali danni al fegato, scompensi cardiaci, sincopi, allucinazioni, comportamenti violenti e anche autolesionistici”, dice Urzì. “Quasi 400 bambini o ragazzini sotto psicofarmaci in Alto Adige sono un dato che fa tremare le vene. Da qui scaturisce l’impegno per la prossima legislatura di ridurre l’uso dei medicinali che influenzano la psiche alle situazioni di estrema necessità operando una verifica sull’operatività delle Comunità operanti in questo settore e privilegiando azioni di recupero sociale e psico-pedagogiche. Raccoglieremo ulteriori dati e avvieremo una riflessione pubblica”, conclude l’esponente di centrodestra.