Environment | Il dibattito

“L’Alto Adige non salverà il mondo”

Bando agli allarmismi, “per il clima facciamo già tanto”. Questo il messaggio di fondo della maggioranza. Bocciate in consiglio provinciale le mozioni di Verdi e Team K.
Clima
Foto: upi

La combo Verdi-Team K non ha “sfondato” in consiglio provinciale. Ieri, infatti, le due mozioni dell’opposizione, quella degli ambientalisti, “Klimaland Südtirol: non c’è tempo da perdere”, e quella della compagine guidata da Paul Köllensperger, “Dichiarare lo stato d’emergenza climatico in Alto Adige”, sono state respinte - senza grosse sorprese per la verità - dall’aula. La prima con 8 sì, 20 no e 2 astensioni e la seconda con 8 sì, 18 no e 4 astensioni. Entrambe le iniziative esortavano sostanzialmente l’esecutivo a fare tutto il possibile per arrivare agli obiettivi della neutralità climatica entro il 2035, per esempio, al mantenimento del riscaldamento globale entro gli 1,5°C, al taglio del CO2, alla riduzione drastica del trasporto individuale e di merci su gomma, al coinvolgimento di tutti i comuni altoatesini nell’implementazione di misure climatiche e ambientali di loro competenza.

Una “narrazione climatista” ridimensionata dai dissidenti in consiglio provinciale. Gerhard Lanz della Svp, ad esempio, ha detto che il tema dell’emergenza climatica è diventato “un po’ una moda”, facile alla strumentalizzazione, e ha contestato il fatto che le mozioni non contemplassero misure concrete. Una posizione condivisa anche da Sven Knoll (Südtiroler Freiheit) e da Andreas Leiter Reber e Ulli Mair (Die Freiheitlichen) secondo la quale considerare “ogni cosa un’emergenza” è controproducente poiché “la discussione rischia una deriva populista”. Ragion per cui l’Alto Adige, che ha “già fatto tanto per la tutela ambientale, non si deve far prendere dall’isteria globale”.

 

Auto-celebrazione

 

A snocciolare l’elenco di iniziative già attivate dalla Provincia per il clima ci ha pensato l’assessore all’ambiente Giuliano Vettorato (Lega): si va dall’aumento della percentuale per i contributi per l’efficientamento energetico varato dalla precedente giunta, al ruolo “esemplare” di CasaClima a livello nazionale e internazionale; lo studio da parte dell’Agenzia CasaClima di protocolli per gli edifici scolastici, le trattative Euregio per la mobilità, in primis col tunnel del Brennero, gli incentivi per la mobilità elettrica, l’Alto Adige Pass, il Piano NOx “che mette a confronto l’assessore all’ambiente con i sindaci”, senza dimenticare il capitolo plastica, “l’APPA ha dato un incarico per cercare di capire come eliminarla dagli edifici pubblici e sarà poi fatta una campagna informativa per incitare i cittadini ad acquistare prodotti plastic free”.

 

 

Ad aggiungersi nella difesa e nell’encomio del lavoro portato avanti da Palazzo Widmann è stato poi il presidente Arno Kompatscher, che ha evidenziato come tutti i dipartimenti provinciali si siano prefissati la tutela del clima e la sostenibilità, in ambito sociale, di uguaglianza, di convivenza, economica, culturale, ecologica. “I piani sono molto ambiziosi, e quello per il clima è attualmente in rielaborazione, tenendo però presente che mentre in Germania l’emissione pro-capite di CO2 è di 8 tonnellate l’anno, in Alto Adige è di 4 tonnellate”. Kompatscher ha poi giocato la carta degli studenti di Fridays for Future, incontrati di recente: “Loro non sarebbero felici di dichiarazioni allarmistiche che nel concreto non hanno effetto”, ha detto il Landeshauptmann aggiungendo che “non esiste seduta della giunta che non abbia attenzione ai cambiamenti climatici. L’Alto Adige non salverà il mondo, ma porta la sua parte di responsabilità, non con una dichiarazione ma rimboccandosi le maniche”.

 

Struzzi e presunti catastrofisti

 

I due primi firmatari delle due mozioni, Hanspeter Staffler per i Verdi e Peter Faistnauer per il Team Köllensperger, hanno avuto però da ridire, senza tuttavia rinnegare quanto già messo in atto dalla Provincia in tema di tutela del clima. Staffler ha affermato che “l’emergenza climatica è una situazione concreta, non un’invenzione” e che “una posizione comune del consiglio sarebbe importante per sensibilizzare i cittadini, stupisce che alcuni consiglieri portino avanti la politica dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia per non vedere”. Faistnauer, segnalando diversi interventi e documenti per affrontare l’emergenza climatica in Austria, Germania e Svizzera, ha sollevato infine la domanda: “Sono tutti forse atti a diffondere il panico?”. Obiezioni che in aula non hanno sortito l’effetto sperato.