Sports | Carcere

Detenuti in campo per la rieducazione

Lo sport come vettore per il reinserimento sociale di chi è in carcere. Oggi sul Talvera il torneo di calcetto ha visto protagonisti 11 reclusi che si sono sfidati con le squadre di avvocati, operatori penitenziari ed Excelsior.
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Foto: Seehauserfoto
  • Una partita che va oltre il risultato sul tabellone: oggi (11 ottobre) il campo sportivo dell’FC Bozen ha ospitato il torneo “IN e OUT”, che ha ha trasformato il calcio in uno strumento potente di rieducazione e responsabilità. In campo, detenuti, agenti della polizia penitenziaria, avvocati e la squadra Excelsior G.S. si sono affrontati non solo come avversari, ma come protagonisti di un progetto che punta alla reintegrazione sociale dei detenuti. “Un calcio al passato - Lo sport dà il meglio di sé quando ci unisce” non è stato solo uno slogan, ma un messaggio concreto che ha messo in luce come lo sport possa rappresentare un’opportunità per chi cerca di ricostruire il proprio futuro.

  • La squadra dei detenuti prima della partita: Undici ragazzi in maglia rossa sono usciti dalla casa circondariale di Bolzano per una giornata diversa dal solito all'insegna dello sport. Foto: Seehauserfoto
  • “In tre settimane abbiamo organizzato tutto – ha spiegato il direttore della Casa Circondariale di Bolzano Giangiuseppe Monti – non è stato semplice, abbiamo dovuto ottenere i permessi dalla magistratura e coinvolgere il territorio”. L'iniziativa ha visto la partecipazione di 11 detenuti della Casa circondariale di Bolzano, i cosiddetti “permessati”, detenuti che beneficiano di un permesso premio concesso dalla magistratura di sorveglianza per il loro percorso di responsabilizzazione in carcere. “Iniziative come queste lasciano un segno concreto, riconoscendo il lavoro che svolgono in carcere. Speriamo che i detenuti che hanno partecipato oggi possano diventare un modello per i loro compagni che non sono qui”, ha commentato il direttore. 

    Sugli spalti, una classe del liceo Pertini, alcuni curiosi e i familiari dei detenuti hanno assistito al torneo. Tra una partita e l’altra, si è creato uno spazio di convivialità raro e prezioso per chi vive dietro le sbarre: qualcuno ha esultato per un gol, mentre altri hanno approfittato dell'occasione per abbracciare una fidanzata o scambiare qualche parola con un familiare. La maggior parte dei detenuti in campo sono giovani sotto i 35 anni, condannati a pene brevi inferiori ai cinque anni, per questo l’obiettivo di rieducarli e farli uscire dal giro della criminalità è ancora più importante.  

  • Il direttore Giangiuseppe Monti: “Speriamo che i detenuti che hanno partecipato oggi possano diventare un modello per i loro compagni che non sono qui”, Foto: Seehauserfoto
  • Dopo la “giornata premio” i detenuti torneranno nella struttura in via Dante, attualmente in fase di ristrutturazione: “Abbiamo iniziato con i lavori di rifacimento di tetto e facciata, che costeranno circa 1,5 milioni di euro.  Stiamo finalmente demolendo le vecchie docce detentive e, entro un mese, avremo delle docce nuove”, ha spiegato il direttore. Ma ovviamente la speranza è che il progetto del nuovo carcere vada in porto. “Noi ovviamente ce lo auguriamo – commenta il direttore – l’attuale struttura è quella di inizio ‘900, ma la decisione spetta a Ministero e Provincia. Noi lavoriamo nella struttura che ci viene messa a disposizione e cerchiamo di farlo al meglio”.  

    Avere una struttura più grande significa anche meno sovraffollamento, una questione importante per Monti. “Il merito più tangibile del mio incarico è stato alleggerire il numero dei detenuti – spiega il direttore – quando ho preso servizio erano tra i 120 e i 130, mentre oggi siamo a 100-105. Avere meno detenuti vuol dire possibilità di lavorare meglio e garantire una qualità di condizione detentiva maggiore”. L’obiettivo sia dentro che fuori dal carcere è quello di mostrare a chi è recluso un’alternativa. “Soltanto attraverso il coinvolgimento attivo riusciamo a stimolarli – aggiunge, che conclude Monti – Facciamo corsi di arte, teatro, giustizia riparativa… proviamo a lavorare su tanti fronti. È la prima volta che facciamo un’iniziativa di questo tipo e speriamo di farne molte altre”. 

  • Avvocati vs Detenuti: A destra in blu la squadra degli avvocati, mentre in rosso quella dei detenuti. Foto: Seehauserfoto
  • Il torneo si è concluso con la vittoria dell'Excelsior G.S., grazie a un gioco solido e ben organizzato. Gli avvocati si sono classificati al secondo posto con una prestazione determinata, mentre i detenuti, pur arrivando terzi, hanno mostrato un grande spirito di squadra, incarnando al meglio il valore rieducativo dell'evento. A chiudere la competizione, la squadra della polizia penitenziaria, che ha partecipato con sportività, rendendo il torneo un’occasione di dialogo e confronto tra realtà diverse.

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Andres Pietkiewicz Sat, 10/12/2024 - 06:41

Lo sport è veicolo di cura e riabilitazione, bene questa dimostrazione, ora aspettiamo un vero e proprio progetto per la riabilitazione e l'inclusione di persone meno fortunate,fragili, vulnerabili.

Sat, 10/12/2024 - 06:41 Permalink