Society | Parodia

Storiellina di San Martino

I poveri di una volta non li fanno più. E nemmeno i cavalieri.

Io vado con la lanterna
e la lanterna è con me...

Dalla fitta nebbia novembrina arrivavano, lontane, le voci dei bambini. Da quel muro color latte uscì all'improvviso una figura enorme. Un uomo a cavallo di un destriero bianco, immacolato. Un cavaliere con elmo e corazza, coperto in parte da un mantello color rosso vivo, di stoffa finissima.
Il mendicante, seduto sotto un albero, all'incrocio, guardava stranito.
"Sei un povero?" - gli chiese il cavaliere.
"Si, signore. Ho molto freddo e molta fame".
Il cavaliere estrasse dal fodero una spada dalla lama scintillante e affilatissima e, con un solo colpo, tagliò a metà il rosso mantello, gettandone una parte addosso al povero.
"Ti ringrazio, signore, tu  per questo, sarai fatto santo".
"Lo spero bene". E il cavaliere si apprestava ad allontanarsi quando parve esser colto da un pensiero molesto.
"Ma tu - disse - sei nato in questi luoghi?"
"No, signore, vengo da terre lontane, oltre il mare".
Il Cavaliere si chinò sulla sella e con gesto rapidissimo afferrò la metà del mantello che già copriva il corpo del povero, ne tagliò una parte abbondante e gli gettò il restante.
"Non vedo perché dobbiamo continuare a mantenervi ,quando i nostri poveri, quelli che qui sono miserabili da generazioni, spesso stanno peggio di voi".
Poi chiese ancora: "credi nel Dio dei cristiani?"
"No, signore, sono stato allevato in un'altra religione".
"Venite qui, volete persino costruire i vostri luoghi di preghiera e nelle vostre terre noi cristiani siamo perseguitati e uccisi". E il Cavaliere tagliò un altro pezzo di rosso mantello.
"Ma poi, non eri tu domenica scorsa a mendicare davanti al Duomo?"
"Può essere, signore".
"Siamo stufi di essere importunati dai vostri lamenti. I vecchi e bambini sono spaventati e ci rovinate il giorno di festa".
E tagliò ancora un pezzo di quel che restava del rosso mantello, gettando addosso al povero un brandello poco più grande di un fazzoletto.
"Ma, signore, cosa posso farne di un pezzetto così piccolo?"
"Pulisciti il naso, che fai schifo".
Ciò detto, il Cavaliere dall'armatura scintillante si allontanò in groppa al suo cavallo bianco, immacolato.
Guardandolo allontanarsi il povero disse con voce bassa, carica di rabbia: "Mi pulirò, signore, ma non il naso".
Il Cavaliere era già scomparso il muro di nebbia dal quale, sempre più lontane, arrivavano le voci dei bambini.

Io vado con la lanterna
e la lanterna è con me.