Anziana travolta e uccisa dall’autobus, autista indagato per omicidio colposo
Omicidio colposo e lesioni. A quasi due mesi di distanza dal tragico pomeriggio del 18 dicembre scorso in cui perse la vita la novantenne bolzanina Maria Fodaroni, sono queste le accuse che la Procura muove contro l’autista della Sasa, N.H., cinquantenne di Bronzolo che, alla guida della linea 3, travolse e uccise l’anziana in via Dalmazia, ferendo l’amica che era con lei.
Il sostituto procuratore Igor Secco, infatti, titolare dell’inchiesta, nei giorni scorsi ha depositato l’avviso di conclusione indagine che con ogni probabilità precederà una richiesta di rinvio a giudizio. Il capo di imputazione a carico dell’autista parla di “negligenza, imprudenza o imperizia” da parte dell’uomo che “ha investito due pedoni in fase di attraversamento sulle strisce pedonali, ai quali il segnale semaforico dava contemporaneamente il consenso per l’attraversamento”.
Quel pomeriggio, Maria Fodaroni, vedova Mogini, 92 anni, si stava dirigendo verso casa poco dopo le 17.30, in via Milano, in compagnia di un’amica, anche lei novantenne, Joles Paterno: le due si stavano accingendo ad attraversare l’incrocio di via Dalmazia sulle strisce, sfruttando il verde dell’attraversamento pedonale. In quel momento però, sopraggiungeva anche l’autobus numero 3 della Sasa, proveniente da via Roma. Si trattò di istanti. L’autista non vide che mentre si apprestava a svoltare su via Dalmazia le due donne stavano attraversando la strada: la fiancata anteriore destra dell’autobus urtò Maria Fodaroni, la schiacciò e la trascinò per 4,4 metri sull’asfalto, causandone così la morte. Subito dopo il primo impatto, anche l’amica dell’anziana venne urtata e finì a terra, riportando lesioni al gomito destro.
All’indomani del tragico incidente, l’autobus venne immediatamente sequestrato e posto alle perizie della polizia urbana che esclusero che l’autista potesse non avere frenato a causa di un possibile “cono d’ombra” negli specchi retrovisori del mezzo, come si era supposto in un primo momento. Sembrerebbe infatti che l’unica causa della tragedia sia da ricercare in un attimo di disattenzione di uno degli autisti considerati più esperti della Sasa di Bolzano, come sostenuto da diversi colleghi dell’uomo, sotto shock subito dopo l’incidente, quando continuava a ripetere che lui, quella signora, “proprio non l’aveva vista”. Un dipendente modello, con tre anni di esperienza in Sasa e un passato da camionista sulle strade di tutta la provincia. Fondamentale per le indagini sembra essere stato il filmato registrato dalla telecamera presente sull’autobus, analizzato nelle scorse settimane dagli inquirenti: pare che si vedano chiaramente le due donne mentre attraversano regolarmente la strada sulle strisce pedonali.
Il cinquantenne non è mai stato ascoltato in Procura: per il momento si escludono particolari motivi che potrebbero avere causato la fatale distrazione. Maria Fodaroni Biagini era molto conosciuta nel suo quartiere, dove le vicine di casa la frequentavano da oltre cinquant’anni: anche per questo la sua morte ha destato scalpore. Una morte che ha riacceso la discussione su quelli che da sempre sono considerati gli incroci più pericolosi della città.