Politics | Lavoro

Sorgono criticità sulla settimana corta

Con l'introduzione del nuovo contratto dei dipendenti provinciali, su 4 giorni e mezzo a settimana, arrivano le prime problematiche legate a flessibilità e festività. Per un "cavillo" del 2009 c'è il rischio che ai lavoratori vengano sottratti 24 minuti.
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Foto: Seehauserfoto
  • Con l'introduzione della settimana lavorativa (quasi) corta, in vigore dal 1 gennaio 2025 per i dipendenti provinciali, che ha suscitato numerose polemiche, iniziano a riscontrarsi le prime problematiche perlomeno a livello burocratico. Infatti, per i provinciali le ore lavorative non sono state ridotte ma, rimanendo 38 a settimana, devono essere "spalmate" su 4 giorni e mezzo (da lunedì a venerdì mattina). Sarà loro vietato lavorare il venerdì pomeriggio. L'assenza di flessibilità imposta dalla nuova regolamentazione è stata criticata da diversi lavoratori.
    Stando al nuovo contratto collettivo in vigore, l'orario teorico giornaliero di lavoro nelle giornate dal lunedì al giovedì è di 8 ore mentre nella giornata di venerdì è di 6 ore. Appunto, 38 in totale. Prima dell'introduzione della settimana corta, ogni giornata di lavoro equivaleva a 7 ore e 36 minuti. 
    Parallelamente, però, è rimasto in vigore il contratto collettivo del 24.11.2009 che regola le festività (ovviamente pagate) degli stessi dipendenti provinciali. Stando all'articolo 4 di questo contratto, "le festività che ricadono su una giornata lavorativa comportano una proporzionale riduzione dell'orario di lavoro settimanale individuale". In parole semplici, come specificato anche nel documento, vengono conteggiate 7,36 ore di lavoro.

  • I conti non tornano

    Con la settimana corta, però, questo conteggio non cambia, eppure cambiano le ore giornaliere che appunto sono 8 da lunedì a giovedì e 6 di venerdì. La situazione ha dell'incredibile: a causa di questi "cavillo", se una festività ricade di lunedì, per esempio, a un dipendente provinciale vengono conteggiate 7,36 (e non 8), dunque gli verranno sottratti 24 minuti "non lavorati" in un giorno festivo (che dovranno essere recuperati). Se una festività ricade di venerdì, invece, al dipende provinciale verrà attribuita 1 ora e 36 di lavoro (visto che l'orario teorico prevede 6 ore, mentre quello conteggiato per le festività ne considera 7,36).
    Da una parte il lavoratore ci "perde" e dall'altra ci "guadagna". Ma, in ogni caso, il conteggio non corrisponde all'orario che viene effettivamente svolto. Stesso discorso vale anche per chi gode dei diritti della legge 104, ovvero ad esempio di permessi e congedi retribuiti per assistere un familiare. Il dipendente si vedrà conteggiate ore diverse in base al giorno di permesso.

  • Josef Noggler: ha evidenziato incongruenze nella relativa applicazione del contratto, in particolare sui 24 minuti che vengono persi e devono essere recuperati dai dipendenti Foto: Seehauserfoto
  • La questione è stata al centro dell’interrogazione con cui Josef Noggler (consigliere provinciale SVP) ha evidenziato incongruenze nella relativa applicazione del contratto, in particolare sui 24 minuti che vengono persi e devono essere recuperati dai dipendenti. Noggler ha quindi chiesto se questa disposizione era voluta o se la questione era stata trascurata durante la stesura del contratto di comparto e se la Giunta intende adeguare il nuovo regolamento in modo che in futuro un giorno festivo intero venga riconosciuto come giorno intero per i dipendenti. L’assessora provinciale Magdalena Amhof (SVP) ha risposto che il tutto è regolato dal contratto di comparto, e che la suddivisione delle ore della settimana è stata fatta su richiesta dei sindacati, al fine di concedere ore festive anche ai dipendenti che lavorano part-time. La Provincia fa sapere che il tema non è entrato nel nuovo contratto di comparto, sarà discusso nelle prossime contrattazioni e si vedrà se introdurre delle modifiche. Infine, Noggler ha chiesto che si faccia chiarezza affinché il riconoscimento delle ore lavorative sia corretto ed equo.