Politics | Aus dem Blog von: Umberto Gangi

Dov'è lo scandalo?

Già: per cosa abbiamo ancora il diritto di scandalizzarci?
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

A volte basterebbe tacere, chiedendo implicitamente scusa, ma, stranamente, si preferisce parlare.

Così, nel pomeriggio, quel “mattacchione” di Sigmar Stocker (secondo la definizione che ne avrebbe dato la collega Ulli Mair) ha pensato bene di dire le sue verità sulla vicenda del sex toy regalatogli dai contribuenti a insaputa, per una volta, loro.

Intervistato dalla redazione di Salto.bz, la “persona avvezza allo scherzo” (sempre farina del sacco della consigliera Mair), in merito alla faccenda dell'anello vibrante (di questo trattavasi), ha tirato fuori dichiarazioni del tipo:

"Ormai la verità è venuta fuori e non mi sembra che lo scandalo sia poi così grande. Si trattava di un regalo di compleanno (…) e non l'ho neppure usato.”

"Lo scontrino è finito tra quelli che servono alla rendicontazione delle nostre spese, la nostra segretaria non l'avrà guardato bene”

"Se al posto di articoli erotici si fosse trattato di un mazzo di fiori o di un vino nessuno avrebbe detto niente”

"è quasi un bene che il caso sia emerso, giacché ci mostra come il diritto alla privacy possa venir tranquillamente calpestato”.

Ora, io non so quale idea abbia della popolazione sudtirolese quella sagomaccia (licenza Mair-poetica) del consigliere Stocker, ma mi sento di poter asserire che poteva tranquillamente evitare di rassicurarci circa il mancato utilizzo del birichino gadget: il nostro non è un problema legato al frinire degli altrui corpi cavernosi!

Allo stesso modo, modeste variazioni avrebbe presentato la consapevolezza di aver offerto una serata romantica, a base di vino e fiori, al posto del presente -  diversamente sollazzate - in questione.

Il problema sta unicamente nel fatto che dei signori che, di base, hanno a disposizione quattromilacinquecento euro netti mensili, trovano sia normale chiedere (chiedere?) ulteriori sessanta euro per i loro momenti di goliardia.

Lo scandalo è tutto là: non ci importa del fatto che preferiate fungere da deposito per polimeri a batteria piuttosto che da olezzatori di mughetti o da sommelier!

Ultime due postille:

1. È interessante notare come, in politica, gli scontrini abbiano vita propria e si intrufolino sempre dove non dovrebbero (e poi, scusate, ma quando si fa un regalo è normale dare anche lo scontrino?).

2. Il diritto alla privacy è importantissimo: per questa ragione, magari, sarebbe opportuno che gli acquisti privati venissero effettuati con soldi propri e non con quelli per la cui fruizione si deve rendere conto ai cittadini.

Ho idea che questa vicenda sia solo l’inizio di un percorso interessante; dunque accendiamo i motori (ma sì, Stocker, accenda anche Lei): si parte!