Economy | Il video virale

I baci tra sconosciuti erano pubblicità

Un video che in poche ore ha fatto il giro del mondo dimostra una semplice teoria: in internet la viralità è frutto di precise strategie di marketing.

“Donami mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi ancora altri cento, poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento. Quando poi ne avremo dati migliaia, confonderemo le somme, per non sapere, e perché nessun malvagio ci invidi, sapendo che esiste un dono così grande di baci” (Catullo).

Il poeta latino non conosceva internet. Se ieri (11 marzo) avesse potuto però collegarsi alla rete avrebbe sicuramente scorto la migliore rappresentazione possibile della sua citazione. Su ogni sito d’informazione, blog, quotidiano (anche il nostro), sui social network, di bacheca in bacheca, rilanciato e commentato da chiunque lo vedesse, il video degli sconosciuti che si baciano è diventato, come si dice in gergo, immediatamente virale, totalizzando milioni di clic. Merito della sua intrinseca bellezza? Solo in parte. Si trattava di un’operazione pubblicitaria finanziata dalla marca di moda Wren.

In effetti, solo grazie all’uso di particolari moltiplicatori un video o un articolo pubblicato “spontaneamente” sulla rete riesce ad avere un numero così alto di visualizzazioni, spingendosi cioè oltre il raggio dei contatti di consueto raggiunti dai suoi produttori. La “viralità” è quasi sempre frutto di strategie precise, che sfruttano la presenza in rete di siti specializzati allo scopo. Come informa il blog “rebellen”, in questo caso il moltiplicatore chiave è stato questo. Senza un aiuto del genere il nome di Tatia Pllieva – la regista del video – sarebbe rimasto ignoto ai più e nessuno di noi si sarebbe trasformato involontariamente in un docile strumento di inconsapevole riproduzione pubblicitaria.