Il pasticcio informatico nel trasporto pubblico
In questi giorni sulla stampa di lingua tedesca è tornata in primo piano la complessa vicenda relativa alla proprietà intellettuale del software in uso nella gestione del trasporto pubblico integrato altoatesino, al centro di un contenzioso tra SAD e Provincia.
Nello specifico si tratta di una questione contorta, ma dai risvolti politici in grado di prefigurare ancora una volta lotte di potere ad alto livello, tutte interne agli attuali equilibri della SVP.
Un’accelerazione in merito alla questione si è avuta nei giorni scorsi quando SAD ha minacciato in sostanza di spegnere i display delle apparecchiature in uso sui mezzi pubblici altoatesini e sui terminali che li controllano. SAD infatti ha rivendicato la ‘proprietà’ del software stesso, dopo aver appreso che con la recente legge sulla mobilità la Provincia ha deciso di togliere a SAD la gestione informatica di questo settore, centralizzandola e quindi affidandola alla sua società in house STA.
Dove sta il problema? E’ presto detto: la stessa provincia fin dal 1985 ha di fatto considerato anche SAD una sua in house, compiendo però un grave errore visti gli ultimi sviluppi. Perché nella (scarsa) documentazione che per anni ha sancito l’incarico affidato a SAD non sarebbe stato mai specificato che i fondi (abbondanti) forniti da Provincia a SAD avrebbero consentito al committente di disporre del software (o per lo meno dell’uso dello stesso) in caso di un futuro ed eventuale affidamento dell’incarico ad un altro ente o società.
Insomma: per 30 anni la Provincia ha ‘comprato’ da SAD lo sviluppo e la manutenzione di un software senza le necessarie garanzie in grado di regolamentarne la produzione in termini di proprietà intellettuale. In sintesi: SAD sviluppava software e la provincia glielo pagava, come si dice nel linguaggio amministrativo, ’a piè di lista’. E al momento non è ancora dato sapere se è del tutto mancato un contratto oppure se questo fosse ‘solo’ troppo generico.
L’assessore provinciale competente Florian Mussner nei giorni scorsi non ha voluto commentare la situazione, dicendo che “sono in corso trattative”. Trattative che evidentemente hanno avuto una forte accelerazione dopo che il neo presidente di SAD Ingomar Gatterer ha minacciato uno “spengo tutto” che sarebbe in programma per la fine del corrente mese di aprile.
I tempi stringono dunque, con la prospettiva di recuperare quanto non è stato fatto in occasione del varo della nuova legge. Ovvero: predisporre un adeguato periodo di transizione nel passaggio tra SAD e STA.
Per quanto riguarda la frittata della mancata verifica giuridica di cosa effettivamente la Provincia aveva in mano per quanto riguarda la ‘proprietà’ dell’attuale software ormai c’è poco da fare, visto che SAD avrebbe già stimato in 13/15 milioni e rotti il ‘prezzo’ del ‘suo’ software in vendita alla Provincia.
I margini di manovra della Provincia stanno quindi allora oggi solo nella trattativa che potrebbe convincere SAD a stipulare un contratto triennale, in grado di consentire a STA di continuare ad utilizzare l’attuale software. Questo lasso di tempo dovrebbe comunque servire alla Provincia per cercare di giungere alla vera soluzione del problema e cioè indire un bando di gara per un nuovo sistema informatico al quale fra tre anni possano partecipare diversi soggetti. Compreso naturalmente quello (che oggi fa sempre capo a Gatterer) che ha ereditato e gestisce l’attuale sistema informatico, cui fa capo il trasporto pubblico integrato altoatesino.
Della questione si è a lungo occupato il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Paul Köllensperger che in merito ha presentato diverse interrogazioni alla giunta provinciale, giungendo alla conclusione che “in merito c’era tutto un sistema abbastanza allucinante, caratterizzato dalla presenza di poche regole e poca trasparenza di cui la Provincia oggi, a quanto pare, rischia di pagare le conseguenze”.
Per il consigliere provinciale “la decisione della Provincia di riprendere in mano questa cosa è assolutamente legittima e giusta, mentre invece è scandaloso che la gestione di ciò si stata lasciata in mano ad un privato così a lungo”.
“Per decenni la Provincia ha finanziato SAD con due metodi entrambi discutibili. Il primo prevede un tot al chilometro in base al numero di chilometri dichiarati da SAD. Il secondo invece prevede rimborsi a piè di lista per 20/30 milioni all’anno. Quest’ultimo sistema non sta in piedi per cifre di questa importanza.”
Insomma: lo spettro è che la questione finisca davanti ad un giudice, con esiti incerti per l’ente pubblico visto che la legislazione vigente per quanto riguarda l’informatica presenta diverse falle e quindi proprio per questo è sempre altamente auspicabile che i termini delle questioni vengano definite nel dettaglio all’interno dei contratti.
In soldoni: anche per il software la Provincia avrebbe dovuto fare come per l’acquisto dei mezzi per i quali da sempre è stato pattuito che in caso di cambio concessionario gli autobus devono passare al nuovo soggetto.
Sullo sfondo naturalmente e come spesso accade, si profilano anche questioni politiche di non poco conto. Che lasciano intendere che la partita in corso non sia molto diversa - nei termini - rispetto a quella che da tempo contrappone la Provincia e Brennercom.
Va infatti considerato che anche per SAD si propone il tema della dismissione della partecipazione pubblica. Che - guarda caso - riguarda proprio STA che detiene l’11 delle quote societarie di SAD. L’uscita di STA da SAD è comunque necessaria in vista del bando del 2017 che sancirà il (forse) nuovo concessionario del trasporto pubblico extraurbano in Alto Adige.
Una cosa è certa: il nuovo assetto societario di SAD ha un altro atteggiamento rispetto a quella di prima. L’imprenditore Ingomar Gatterer ha un profilo nuovo, evidentemente meno succube rispetto ‘sistema Provincia’, questo almeno nelle sue ‘più recenti articolazioni’. Nelle ultime ore quindi ha suscitato 'curiosità' l'ingresso dell’ex Landeshauptmann Durnwalder (compaesano di Gatterer) nel consiglio di amministrazione di SAD.
Se questi sono i problemi
Se questi sono i problemi significa che siamo davvero una delle terre più ricche del mondo! E che comunque la politica ha l'antico vizio di fare e dire ciò che vuole senza mai Pagarne le conseguenze. Invece che farsi la guerra non si potrebbe collaborare, magari investendo Informatica Alto Adige, pure l'università e perché no il consorzio dei comuni?
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