Society | La pandemia

Aiuti economici a 1.662 persone in più

Studio sugli effetti della crisi Covid nel capoluogo. Oltre 8.000 le persone assistite dall'ASSB. Se si conteggiano anche i loro famigliari si arriva a 1/5 dei residenti.
Assessore Andriollo - Carlo Librera
Foto: ©Comune di Bolzano

Gli utenti complessivi dell’assistenza economico sociale (AES) dell'azienda servizi sociali di Bolzano sono stati, nel 2020, 8.008, il 26% in più rispetto all’anno 2019 (+1662 unità), invertendo così il trend decrescente registrato a partire dal 2017. Gli utenti diretti sono persone che hanno beneficiato di erogazioni in denaro e rappresentano il 95% del totale (7.640 persone vs le 5.628 del 2019). Ci sono poi cittadini che hanno usufruito dell’agevolazione tariffaria, pari al 5% del totale (368 persone vs le 718 del 2019)”. I famigliari collegati alle persone assistite sono 19.297. (+5.931 rispetto al 2019, pari a +44,4%), praticamente un quinto della popolazione residente. Analizzando i motivi che hanno portato gli utenti a richiedere, in generale, prestazioni di assistenza economica, la causa prevalente resta ovviamente l’insufficienza di reddito da lavoro (35,4%). Segue l’impossibilità di guadagno (malattia, terapia, maternità, profugo, cure familiari, Covid-19) pari al 27,9%; motivo in forte aumento data la situazione emergenziale Covid è la disoccupazione di lungo periodo superiore ai tre mesi (15,3%). Nel 2020, il servizio di Consulenza Debitori di Caritas ha assistito e accompagnato 1.206 persone e famiglie, 103 in più del 2019 (2019: 1.109); persone che erano in difficoltà a causa della loro situazioneeconomica e sociale. Il 50% dei nuovi utenti della Consulenza Debitori era già in carico ai servizi sociali.

Sono questi alcuni dei numeri contenuti nella ricerca effettuata dall’Osservatorio per le Politiche sociali e la qualità della vita del Comune di Bolzano sugli impatti della gestione dello stato di emergenza per COVID19 sulla popolazione della città di Bolzano. All’indagine sul campo hanno partecipato oltre 40 referenti in rappresentanza dell'ambito sociale, del commercio, dell’artigianato e della cooperazione. Dalla ricerca è emerso che "la gestione dello stato di emergenza dovuto al Covid 19 ha indubbiamente indebolito la società, sia da un punto di vista economico, che da un punto di vista psicologico-sociale", ha sintetizzato l'assessore Juri Andriollo, presentando lo studio.

Proviamo a pensare ad un possibile futuro in cui le piccole e medie imprese non esistono più

Il settore economico in generale e, nello specifico, il tessuto del commercio di vicinato, hanno subito un significativo calo di fatturato. Ad avvantaggiarsene sono state sicuramente le piattaforme online e le multinazionali che già da prima della pandemia rappresentavano una concorrenza importante per le imprese locali. "Proviamo a pensare ad un possibile futuro in cui le piccole e medie imprese non esistono più" ha detto  Andriollo. "Le conseguenze sarebbero gravi per il sostentamento del tessuto economico e sociale della nostra comunità. Inoltre sono le attività economiche locali che alimentano l’economia reale del territorio e creano valore per tutta la comunità. Sono le piccole attività che creano benessere, danno lavoro e danno una spinta allo sviluppo di nuove aziende.  I piccoli e grandi negozi, i ristoranti, l’artigianato e i bar sono parte integrante del tessuto sociale e rappresentano l’anima e la storia della nostra città. Ma non parliamo solamente di imprese. Non dobbiamo scordarci le nostre famiglie, i nostri giovani e i nostri anziani soli, che ormai faticano a lavorare e ad arrivare a fine mese. Il caro bollette grava anche su di loro, così come l’aumento del costo delle materie prime". 

Il benessere psicosociale e la qualità della vita dei cittadini devono essere una priorità nell’agenda politica

Studi nazionali e internazionali avevano avvertito fin dall’inizio che la gestione della pandemia avrebbe comportato gravi ripercussioni non solo sulle economie locali, ma anche sulla salute psicologica della popolazione e sull’esclusione sociale. L' indagine presentata in municipio e realizzata da Milena Brentari e Silvia Recla della Ripartizione Servizi alla Comunità Locale, conferma  questa previsione. “Il benessere psicosociale e la qualità della vita dei cittadini devono essere una priorità nell’agenda politica, per consentire alla cittadinanza di tornare a vivere la quotidianità in armonia e in prosperità. Ciò implica una costante collaborazione e confronto fra i diversi attori politici e le diverse istituzioni nell’ottica della sussidiarietà, con la partecipazione della cittadinanza e delle sue rappresentanze", ha detto Andriollo. Anche Carlo Alberto Librera, direttore della Ripartizione ha evidenziato che le restrizioni imposte hanno avuto non solo ripercussioni economico-sociali, bensì anche ripercussioni sul benessere psicologico dei cittadini. "La realtà descritta nell’indagine -ha detto- emerge grazie al coinvolgimento e alla testimonianza di diversi rappresentanti del mondo economico e sociale della città, impegnati a vario titolo, insieme alle istituzioni, nella gestione delle conseguenze dello stato d’emergenza Covid19. L’indagine in sostanza mette in luce nuovamente il ruolo fondamentale del mondo dell’associazionismo e del volontariato in azione di contrasto ai diversi problemi. Uno studio che offre importanti spunti di riflessione per orientare un’analisi quantitativa sulla povertà economico-sociale e sulla salute psicologica nelle loro diverse dimensioni".

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