Renzi: "Necessario l'intervento del capo dell'Autorità Anticorruzione"
Commemorando Falcone e Borsellino, il presidente del Senato, Pietro Grasso, enuncia una verità inconfutabile: “Dopo Tangentopoli la corruzione non è stata distrutta, ha solo cambiato modi, forme e attività”. Quello che paradossalmente non è cambiato sono i nomi dei personaggi coinvolti negli “scandali”, che a dir la verità non scandalizzano più nessuno. “Vent'anni dopo – questo il commento di Ezio Mauro su Repubblica – bisogna dire che la seconda Repubblica non è mai cominciata. Veder replicare le stesse trame di Tangentopoli, sulla stessa scena milanese, con gli stessi personaggi, rivela una continuità di costume, di pratiche, di abitudini e soprattutto di concezione della politica che ha attraversato due decenni, rimanendo intatta”.
Per cercare di tamponare l'ennesima falla di credibilità, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sta dunque pensando di far seguire i lavori dell'Expo di Milano a Raffaele Cantone, il capo dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. Un'idea che troverebbe anche la sponda del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni: “Bene se il governo incarica Raffaele Cantone di seguire Expo: è un magistrato capace che stimo molto e al quale offro la mia piena collaborazione”.
Nato a Napoli 51 anni fa, Cantone era già stato chiamato da Letta a presiedere l'Autorità nazionale Anticorruzione. Impegnato a lungo come magistrato nella lotta contro la camorra – sue le indagini contro il clan dei Casalesi che hanno portato alla condanna del celebre “Sandokan” (Francesco Schiavone), notissimo grazie al libro “Gomorra” di Roberto Saviano - la fama di Cantone è dovuta anche a una recente pubblicazione che ricostruisce l'intreccio tra mafia e gioco del calcio (“Football Clan”, Rizoli 2013).