Economy | Mega-opere

"Sul progetto Thun al Virgolo avevamo ragione noi"

Maria Teresa Fortini, animatrice a suo tempo del Comitato “Il nostroVirgolo-Unser Virgl”, prende la parola sulla crisi della Thun manifestando invece qualche inaspettata apertura nei confronti di Benko.
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Foto: Mauro Franceschi

Come si svolse la battaglia contro il progetto di Thun sul Virgolo?
Maria Teresa Fortini - Ascoltando la gente che non era d' accordo di spendere soldi pubblici per realizzare una mega struttura commerciale sulla collina. Un giorno del 2008 venne a cercarmi Verena Segato; non la conoscevo ancora e ci attivammo creando il Comitato “Il nostroVirgolo-Unser Virgl” e iniziando a raccogliere firme e a curare un sito che è ancora consultabile: nostrovirgolo.wordpress.com
Abbiamo vissuto insieme 2 anni di informazione, conferenze, eventi, visite guidate sul Virgolo. Abbiamo poi sviluppato un progetto di riqualificazione soft della collina di Bolzano a zona ricreativa di vicinanza,  con percorsi natura, zona pic nic, percorsi botanici, recupero di vecchi alberi da frutto ed una  fattoria  didattica. Una proposta condivisa con WWF, VKE, Italia Nostra, Dachverband für Natur u. Umweltschutz e Ambiente e Salute. Insieme all'architetto Ruvidotti abbiamo persino progettato un'economica scala metallica di 1006 gradini inserita sul percorso della vecchia cremagliera, finanziabile anche da privati in grado di divenire un'attrazione per sportivi e appassionati di trekking. Abbiamo poi assistito dal loggione a tanti consigli comunali, portando la presenza e la voce della città.

La Thun non è proprio un esempio di azienda a chilometro zero: in Cina produce infatti oggetti che poi vende in Italia. Ma... che futuro dare ai lavoratori che a Bolzano saranno licenziati?
La Provincia di Bolzano deve aiutare chi non delocalizza, chi fa veramente il Made in Italy e non chi ci appiccica un marchio ingannevole. Produrre all'estero a basso prezzo - anche nelle migliori condizioni lavorative rispetto alla media, come sottolinea sempre la Thun - non esime da una valutazione etica del percorso produttivo. I soldi pubblici che la provincia aveva promesso a Thun per realizzare la collina degli angioletti, ora li deve utilizzare per aiutare le vittime locali di una scelta  aziendale sbagliata, che ha puntato sulla produzione di oggetti inutili, a basso costo e ad alto ma momentaneo rendimento. 

Anche il progetto di Benko secondo voi farà la fine di quello di Thun?
Benko è un' altra cosa. Qui il ricco austriaco porta soldi, non li pretende dalla pubblica amministrazione e questo fa brillare gli occhi ai politici. Va però valutato l'impatto sulla città di un altro centro commerciale che, oltre a distruggere un edificio storico come l'Alpi che è il più capiente albergo cittadino e avrebbe solo bisogno di una buona ristrutturazione, metterà ulteriormente con le spalle al muro le piccole aziende e il commercio di vicinato già in difficoltà per la crisi e le esose tasse italiane.

Durnwalder si appresta ad uscire di scena. Quali le prospettive con il suo probabile successore Kompatscher? 
È giovane e ha 6 figli? Allora saprà che il turismo degli zainetti sarà quello sempre più praticato dalle famiglie in difficoltà, un turismo che si svilupperà di pari passo con quello dei  ricchi dell'est. La “ forbice”  - dicono gli economisti - si sta infatti allargando.
Spero che Kompatscher sappia ascoltare i cittadini e rinunci ai Poli tecnologici, alle mega opere,  alla cementificazione ad ogni costo, per investire i soldi pubblici, i nostri  soldi, per  il recupero e il riutilizzo di ciò che è già costruito, per sostenere le imprese locali, e per aiutare chi perde il lavoro, come nel caso della Thun.