Iran, questo sconosciuto
L’Iran, roccaforte del Medio Oriente, è un paese complicato, con una cultura millenaria e un presente incerto. Piegato dalla politica corrotta dello scià e da otto anni di guerra con l’Iraq, inquinato dall’insipienza delle frange religiose più fanatiche del regime khomeinista. Dopo la squinternata e disastrosa presidenza demagogica di Ahmadinejad si è insediato il moderato Rohani che, pur avendo incoraggiato il disgelo dei rapporti diplomatici internazionali, è da qualche tempo alle prese con l’urgente questione nucleare: in breve l’Iran chiede che vengano interrotte le sanzioni imposte dalla comunità internazionale per i suoi programmi di sviluppo nucleare a fini militari, mentre Europa e Stati Uniti vogliono ottenere un accordo che assicuri che l’Iran non sarà in grado di sviluppare la bomba atomica.
Sul fronte interno le cose non vanno meglio, il cinema è facilmente accusato di fare propaganda contro il regime e perciò soggetto a severa censura con sanzioni punitive nei confronti degli autori; le donne hanno ancora tendenzialmente un ruolo esistenziale di sopportazione (sic) e la tolleranza è un foglio di carta velina: è di appena due mesi fa la notizia dei sei ragazzi arrestati (poi liberati) per aver pubblicato su YouTube una versione del video – diventato subito virale - di “Happy”, la hit del cantante Pharrell Williams. Un video volgare e indecente secondo il capo della polizia iraniana. Giudicate voi.
Quello che invece spesso viene seppellito fra la biancheria sporca della memoria è che la Persia – come si usava chiamarla una volta – è stata il detonatore della rivoluzione verde ed è la culla di una delle civiltà più antiche del mondo che ha dato i natali al poeta Hāfez a cui si ispirò Goethe per il suo "West-Oestlicher Diwan” e al matematico e astronomo Khayyām più noto per le sue quartine.
Il paese, che considera l’ospitalità un obbligo sacro, quest’anno è una delle mete più battute dai vacanzieri. Secondo le stime ufficiali si parla di un aumento del 215% rispetto al 2013 con punte di 23.600 turisti nei primi mesi dell'anno iraniano, rispetto ai 7.500 dell’anno scorso. L’impennata si registra soprattutto nel nostro paese: negli ultimi tre mesi sono stati rilasciati più di 5.600 visti e anche a Bolzano le agenzie di viaggi parlano di “un’esplosione” delle prenotazioni verso le città d’arte persiane da marzo in poi. Fra i siti più richiesti Isfahan con la sua architettura peculiare e le case con le tegole blu chiaro (esauriente in questo senso il popolare detto “Isfahan nesf-é jahan” e cioè “Isfahan è la metà del mondo”); Shiraz, con i suoi giardini e le sue moschee, luogo di pellegrinaggio sciita e sede di una delle università più prestigiose della Repubblica Islamica; e Persepoli, la capitale dell’antica Persia rasa al suolo nel 331 a.C. durante il regno di Alessandro Magno.
Superato il pregiudizio molle di chi è cresciuto e vive nell’ovatta del benessere visitare paesi come l’Iran è un’occasione utile per scoprire che quelle zone, che nel nostro immaginario sono spesso solo le scacchiere delle mimetiche beige e dei fucili a spalla, e malgrado l’oscurantismo religioso, hanno molto da offrire a chi è disposto a scavalcare gli steccati del proprio campo visivo.