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Cultura tedesca all’assessora Ramoser?

La esponente della SVP scrive alle associazioni: “Riassegnata la competenza alla deutsche Kultur”. Il sindaco Corrarati: “Ha il Mitspracherecht”. Rabini (Verdi): “L’assessorato alla cultura è uno solo”.
Johanna Ramoser
Foto: Seehauserfoto
  • “Gentile Obfrau, gentile Obmann, sono lieto di informarLa che anche in questo mandato mi è stata assegnata la competenza sulla cultura tedesca e che quindi continuerò a essere la Sua referente. È un onore per me poter assumere quest’importante compito già assegnatomi lo scorso anno e sono ansiosa di proseguire la collaborazione già avviata”. Firmato: assessora comunale Johanna Ramoser (SVP). La mail è stata inviata qualche giorno fa dall’assessora ad alcune organizzazioni culturali del capoluogo. “Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, vorrei approfondire il dialogo con voi e con la vostra associazione”, prosegue il messaggio, “sono convinta che insieme possiamo fare molto, in uno spirito di cooperazione attiva e per il bene della nostra città”.

  • Foto: Screenshot/SALTO
  • A leggere il testo, Ramoser pare presentarsi con una delega alla cultura tedesca – ma ciò non corrisponde al vero. A Bolzano non esiste una separazione “etnica” tra cultura italiana e tedesca, bensì un unico ufficio, mentre in Giunta comunale le deleghe della cultura sono distribuite tra il sindaco Claudio Corrarati – che ha trattenuto per sé quelle più rilevanti –, l’assessore Claudio Della Ratta e il vicesindaco Stephan Konder. In effetti nella scorsa consigliatura, l’assessora Ramoser aveva anche un “Mitspracherecht” nella cultura tedesca, ossia un potere consultivo con l’allora assessora alla cultura Chiara Rabini (Verdi). Ma non si trattava, appunto, di una “competenza”.

  • Il sindaco di Bolzano, Claudio Corrarati: ha la delega a Cultura e istituzioni culturali partecipate dal Comune. Foto: Seehauserfoto
  • Interpellato da SALTO, il sindaco Corrarati in un primo tempo smentisce sia stato rinnovato il “Mitspracherecht” di Ramoser sulla cultura: “La cultura è esclusiva competenza del sindaco”, dichiara il primo cittadino, salvo poi aggiungere: “Coinvolgere è sempre meglio che non farlo. Internamente abbiamo un'ottima collaborazione tra assessori e sindaco”. Dopo un'ulteriore verifica, il sindaco chiarisce: “Ramoser ha il Mitspracherecht”. Giallo risolto.

  • Tre o quattro assessori alla cultura?

    In ogni caso parlare di “competenza sulla cultura tedesca” è errato. “A Bolzano c’è un solo assessorato, la cultura è unica”, sottolinea a SALTO l’ex assessora Rabini, che definisce “furbesca” la formulazione di Ramoser alla luce della loro collaborazione in Giunta nella scorsa legislatura. “Riunioni e incontri li fa l'assessora o l'assessore, poi avendo il ‘Mitspracherecht’ poteva partecipare agli incontri con le sole associazioni di lingua tedesca – incontri che chiedeva sempre Ramoser, comunque”. “Mitspracherecht, nel mio caso, voleva dire che quando si discutevano contributi esclusivamente legati al gruppo linguistico tedesco, Ramoser veniva informata. Noi valutavamo con l’ufficio, decidevamo e prima del passaggio in Commissione cultura lei veniva aggiornata. Tutto qui”, fa sapere la consigliera comunale dei Verdi.

  • L'ex assessora alla cultura Chiara Rabini (Verdi): "I fondi sono unici, il bilancio è uno: i contributi ‘tedeschi’ li portavo io in Giunta". Foto: Seehauserfoto
  • “Ci sono tre sub-categorie interne, diciamo ‘di lavoro’, che suddividono le associazioni in italiane, tedesche e miste – precisa ancora Rabini – ma di fatto vengono valutate tutte insieme e anche i fondi sono unici: il bilancio è uno, il capitolo è uno. I contributi ‘tedeschi’ li portavo io in Giunta, perché la responsabilità è di un solo assessore. Ora il Sindaco ha trattenuto per sé la gestione dell'ufficio cultura, che è preposto a distribuire i contributi alle associazioni culturali. Tra le deleghe tra l’altro non c’è nessuna menzione al Centro Pace e a Bolzano Città Creativa della musica”. All’assessore Claudio Della Ratta sono andati Archivio storico, musei e biblioteche – e, di conseguenza, i progetti di Museo Civico e Polo Bibliotecario –  mentre Stephan Konder ha la delega per la Fondazione Castelli. “Ma separare la cultura fra tre o quattro assessori significa indebolirla, frammentarla, renderla meno efficace”, conclude l’ex assessora verde.

  • L'articolo è stato aggiornato alle ore 16 di sabato, 12 luglio.