Society | La polemica

“Come per magia”?

Per Vettori (Lega): “I finti profughi lavorano a scapito dei disoccupati locali con il patentino”. Il Comune di Bolzano: “Solo volontariato e lavori socialmente utili”.

Il consigliere comunale bolzanino della Lega Nord Carlo Vettori stamani rilancia la polemica a distanza tra Bolzano e Laives sulla gestione dei profughi. E questa volta nell’occhio del ciclone non ci sono le strutture d’accoglienza ma le attività con cui tener impegnati i richiedenti asilo nel corso della loro permanenza in provincia di Bolzano. 

Vettori nello specifico si scaglia contro l’annuncio da parte dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Bolzano Sandro Repetto di impiegare da una parte “una ventina di profughi in attività di manutenzione del verde pubblico nella città di Bolzano” e dall’altra di “coinvolgere un’altra decina di persone attraverso l’Azienda Servizi Sociali in attività di lavanderia e a supporto delle squadre che si occupano di manutenzione ordinaria nelle case di riposo e nei centri di degenza del capoluogo”. 

E pensare che a porre la discriminante in merito alle condizioni poste per l’accoglienza era stato il sindaco di centrodestra di Laives Christian Bianchi nei giorni scorsi (“se dovesse servire saremo pronti a fare la nostra parte ma a patto che queste persone si rendano utili”). 
Ma alla Lega evidentemente questo non basta. Anzi, il fatto di ‘impegnare i profughi’ diventa un’ulteriore motivazione per alzare un muro nei confronti dei migranti.  
Per Vettori infatti i per i richiedenti asilo oggi “basta far finta di arrivare con un barcone e stare a bighellonare tutto il giorno tra centri commerciali e centro città, tra una questua estenuante ed un acquisto di un pacchetto di sigarette (coi tuoi soldi o contribuente)", per “ritrovarsi come per magia a lavorare nelle giardinerie a fare la manutenzione nelle case di riposo o impiegato in turni nelle lavanderie”. 
Si tratta di un classico tema leghista, anche se declinato in salsa altoatesina
In sostanza i profughi ’ruberebbero il lavoro’ “ai tanti bolzanini che queste attività le svolgerebbero volentieri” e per le quali comunque resta la “necessità di partecipare ad un concorso presentando requisiti tra cui il patentino di bilinguismo”. 
Per una volta l’invettiva di Vettori non si conclude quindi con l’appellativo ‘buonista’ da rivolgere ai politici di comuni e provincia, facendo ausilio invece del termine ‘samaritano’, molto più specifico in ambito cattolico. 

Ma come stanno davvero le cose?
Per saperlo ci siamo rivolti agli uffici comunali. Da cui abbiamo appreso innanzitutto che le attività svolte dai profughi non vengono retribuite e sono regolate da un accordo stipulato ad hoc con il commissariato del governo, così come di fatto è accaduto in numerose altre realtà del territorio nazionale. 

Questo vale in particolare per i piccoli lavori di supporto alla manutenzione del verde, che vengono svolti dai profughi a titolo gratuito e mai da soli perché sempre accompagnati dai giardinieri del Comune. Un classico esempio di ‘lavori socialmente utili’ (LSU) per i quali le persone impegnate ricevono in dotazione l’attrezzatura necessaria per svolgere il servizio ma assolutamente nessun compenso
Insomma: non si tratta in nessun modo di ‘posti di lavoro’ che vengono in questo modo sottratti ai disoccupati locali. 

La situazione è confermata anche dall’assessore Sandro Repetto che invita a "non fare demagogia”. 
Il responsabile delle Politiche Sociali a Bolzano conferma: “per i richiedenti asilo si tratta di attività svolte a titolo di volontariato e non retribuite”. "Si rendono utili e non rubano nulla a nessuno", aggiunge Repetto.  
Per quanto riguarda i posti di lavoro per i disoccupati altoatesini l'assessore anzi rilancia, ricordando che il Comune di Bolzano “ha chiesto recentemente alla Provincia di riattivare la legge che permette il reinserimento anche in attività amministrative di un gruppo di coloro che sono prossimi alla pensione”.