Skrjabin Piano Marathon
Sarà dedicato alla figura del compositore Alexander Skrjabin il prossimo importante appuntamento del Busoni Piano Festival che insieme a Musica Antiqua e la Gustav Mahler Academy riempie di eventi imperdibili l'estate del Bolzano Festival Bozen e conferma la dedizione e il legame della città alla musica classica e al pianoforte in particolare.
Dopo le esibizioni degli straordinari interpreti Bruce Liu e Arkadi Volodos nelle scorse settimane e in attesa del prossimo concerto con la magia di Grigory Sokolov al piano (il 19 agosto all'Auditorium) è la volta di un'intera maratona pianistica con sei giovani artisti che mercoledì 17 agosto nella sala del Palazzo Mercantile suoneranno tutte e dieci le sonate e la Fantasia in Si minore op. 28 di Alexander Skrjabin, esplorando così il percorso del compositore russo che va dalla tradizione tardo romantica alla modernità della musica atonale.
Sei pianisti, Alexandre Chenorkian, Daumants Liepins, Salih Can Gevrek, Axel Trolese, Luigi Carroccia ed Elina Akselrud saranno impegnati ognuno nell'esecuzione di una o più delle sonate.
In quattro intense ore di musica dalle ore 19 alle 22 metteranno così in luce la forte personalità di Skrjabin seguendo la sua parabola compositiva che esprime musicalmente in modo esemplare il passaggio evolutivo dall'Ottocento al Novecento.
L'evento è curato da Louis Lortie, pianista canadese che vinse il primo premio al concorso Busoni nel 1984 e vanta da allora una prestigiosa carriera internazionale. Louis Lortie ha fondato ed è anche il direttore artistico del LacMus Festival che si tiene da qualche anno in estate sulle rive del lago di Como.
Maestro Louis Lortie, come mai ha ideato questa maratona musicale dedicata ad Alexander Skrjabin?
Quest'anno cade il 150 anniversario della sua nascita ed è per me importante fare conoscere e far capire di più questo artista. Skrjabin è ancora troppo poco conosciuto nei paesi occidentali dell'Europa, mentre lo hanno adottato tanti interpreti russi e ucraini. È importante per me far conoscere il percorso di Skrjabin, molto simile a tanti altri che hanno vissuto il passaggio dall'Ottocento al Novecento. E che lo ha portato ad evolversi, sviluppando presto un suo linguaggio musicale, abbandonando il sistema tonale, organizzato intorno alla tonalità.
Per questo, musicisti come Pierre Boulez o Olivier Messiens lo adoravano, perché aveva trovato un linguaggio molto moderno molto presto, ancora negli anni che precedevano la prima guerra mondiale. Purtroppo è morto abbastanza giovane, uno si chiede dove sarebbe arrivato altrimenti
Sono molto legato a Bolzano, ma anche ad altri luoghi dell'Italia, dal Veneto alla Toscana, amo tutto il vostro paese.
La musica di Skrjabin è associata anche al misticismo.
Sicuramente. Del resto Nietzsche aveva detto che dio non esisteva più, e tutti cercavano in quel tempo nuove direzioni e vie alternative. Era in atto un grande cambiamento nella filosofia, nella religione, nell'arte in genere, nelle credenze. Nel mondo c'era un grande fermento culturale in quell'epoca. L'artista russo poi è in partenza molto mistico.
Tutto questo ha portato Skrjabin a nuove scoperte nel mondo sonoro e immaginativo. A vent'anni aveva già mostrato nelle sue prime composizioni post-romantiche la sua genialità, in seguito la sua evoluzione verso la musica atonale ha contribuito al cambiamento del mondo musicale che è avvenuto in modo travolgente. Aveva anche questa capacità di vedere una corrispondenza tra le note musicali e i colori. Ci sono ancora artisti che accompagnano l'esecuzione dei suoi brani con installazioni luminose.
Come si svolgerà la maratona pianistica e come ha scelto gli interpreti delle sonate?
Ho proposto questo progetto, a cui lavoriamo da molto tempo, ai giovani artisti dell'Accademia della Royal Chapel in Belgio dove insegno, e ciascuno di loro, che ha deciso di partecipare, suonerà due brani, uno del periodo iniziale e una composizione dell'ultimo periodo. Volevo che anche loro stessi si rendessero conto dell'evoluzione nel percorso musicale di Skrjabin. Per permettere questo abbiamo aggiunto anche la Fantasia, che si avvicina molto alla forma di una suonata. Le singole composizioni sono tutte abbastanza brevi, in tutto la maratona durerà quattro ore.
Lei torna a Bolzano, dove nel 1984 aveva vinto il concorso Busoni. Che legame ha con la nostra città?
Sono venuto ancora parecchie volte a Bolzano. Ho diretto anche l'orchestra Haydn e l'anno scorso sono stato presidente della giuria del Busoni, anche se normalmente non faccio volentieri il giurato.
Sono molto legato a Bolzano, ma anche ad altri luoghi dell'Italia, dal Veneto alla Toscana, amo tutto il vostro paese. Il premio Busoni nel 1984 mi ha aperto le porte dell'Italia e dell'Europa.
Sono rimasto curioso per le sperimentazioni.
Ha anche un ricordo personale del concorso, che lei poi ha vinto?
Ricordo un'atmosfera molto amichevole tra noi partecipanti. Era più un'atmosfera da festival che da concorso. Mi colpì la reazione di quelli esclusi dalla prima selezione, che decisero di fare insieme un viaggio a Venezia, per vedere la città. Mostrando coraggio e voglia di andare avanti, invece di cadere nell'amarezza. Le selezioni di un concorso sono spesso un fatto crudele.
In Italia lei ha creato di recente anche il LacMus Festival, con concerti che si tengono nelle ville storiche sulle sponde del lago di Como.
Sì, è stato impegnativo cominciare. Como non ha una tradizione musicale importante e un pubblico preparato, come avete voi a Bolzano con un conservatorio, un concorso prestigioso come il Busoni, l'orchestra regionale, e siete inoltre una regione autonoma. Il LacMus è un festival giovane, esiste solo da sei anni. È comunque unico, i concerti si tengono tutti all'aperto, in luoghi bellissimi, in ville ed edifici con una loggia o dei muri esterni che consentono un'acustica eccellente. Per il pubblico è come essere in una sala da concerto ed avere comunque la vista magnifica sul lago di Como, o almeno uno scorcio. Quest'anno abbiamo anche tenuto un'accademia estiva, che vorremmo ampliare a tutto l'anno, grazie al sostegno che arriva da importanti sponsor privati, aggiungendo al pianoforte anche il canto, il violino e via via altri strumenti.
Nel suo repertorio pianistico ha una preferenza?
Negli anni ho approfondito certamente i grandi della letteratura musicale da Chopin a Beethoven, ma non ho preferenze particolari. Anche allora scelsi di partecipare al Busoni, proprio perché era un concorso che permetteva di suonare più autori e generi musicali. Sono rimasto curioso per le sperimentazioni.
Un'ultima domanda. Lei parla perfettamente l'italiano, come l'ha imparato?
Attraverso il premio Busoni fui chiamato a tenere direttamente più di quaranta concerti in Italia, ed era impensabile esibirsi in posti come a Palmi in Calabria senza conoscere un po' l'italiano. Ma, come ho detto, il Busoni mi ha aperto inoltre le porte dell'Europa. In seguito ho vissuto più di vent'anni anche a Berlino.