Un insetto minaccia l'uva altoatesina
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Presente in Europa dall’inizio degli anni sessanta, la cicalina della flavescenza dorata - Scaphoideus titanus – ha colpito numerose aree viticole. Dal 2016 è presente anche in Provincia di Bolzano, dove è in continua espansione e rischia di danneggiare l’agricoltura e il mercato vinicolo. Il pericolo maggiore, infatti, non è rappresentato dalle “punture” effettuate dall’insetto sulle foglie per nutrirsi, ma dal fatto che l’insetto diventa un vettore del fitoplasma della flavescenza dorata. Dunque contagia le piante sane diffondendo la malattia.
Le misure più efficaci che si adottano in queste situazioni sono l’estirpazione delle viti infette e i trattamenti obbligatori con prodotti fitosanitari
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“La situazione è emergenziale in tutto il nord Italia. In Alto Adige l’espansione della malattia è grave, ma non drammatica”. A dirlo è Stefano Endrizzi, dell’Ufficio Frutti e Viticoltura e Servizio fitosanitario della Provincia di Bolzano. “Stiamo facendo tutto il possibile per monitorare le piante, anche grazie al controllo ramificato e capillare dei coltivatori. Le misure più efficaci che si adottano in queste situazioni – continua Endrizzi – sono l’estirpazione delle viti infette e i trattamenti obbligatori con prodotti fitosanitari autorizzati”. In particolare, gli insetticidi vengono applicati due volte nelle coltivazioni tradizionali e tre in quelle biologiche in quanto, come sottolinea Endrizzi, “i prodotti autorizzati nell’agricoltura biologica sono meno efficaci e necessitano di maggiori attenzioni e applicazioni”. Gli insetticidi, solitamente, vengono applicati alle viti a giugno e luglio. Non sono previsti specifici sostegni economici ai viticoltori da parte della Provincia.
A livello locale, le zone più colpite sono i comuni di Salorno, Magrè e Naturno. Ma sono stati segnalati casi singoli su tutto il territorio altoatesino. Nel 2023 i casi sono stati 107.
“Inizialmente l’insetto è arrivato dal sud, dal Trentino, che era maggiormente colpito. Le piante – spiega ancora Stefano Endrizzi – possono essere infette ma non presentare sintomi anche per 3 o 5 anni. Dunque oggi ci vengono segnalate le piante contagiate gli anni passati. A differenza, però, di zone come Veneto ed Emilia Romagna, in Alto Adige l’agricoltura non è ‘meccanizzata’, e quindi i viticoltori possono effettuare un controllo più attento e segnalarci tempestivamente la presenza dei sintomi sulla pianta”. -
Tra i sintomi più visibili: quelli sulle foglie. Le foglie iniziano ad arrotolarsi su sé stesse verso il basso partendo dai bordi e assumono una forma triangolare. Le varietà bianche tendono ad avere un colorito giallastro, mentre per le varietà rosse uno rossastro. Inoltre, diventano fragili, friabili e se vengono schiacciate producono un suono metallico. Ma, nel caso in cui la comparsa di sintomi avvenga verso la fine dell’estate, è il grappolo a mostrarsi rinsecchito, con bacche immature e amare. A causa del peso ridotto del mosto e dell’acidità molto elevata, queste uve non sono adatte alla vinificazione.