Politics | Proposta di legge

Educazione civica torni materia autonoma

28 anni fa l’educazione civica è sparita dai programmi scolastici, trasformandosi in mero „principio di insegnamento trasversale”, senza però dare risultati convincenti.
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28 anni fa l’educazione civica è sparita dai programmi scolastici, trasformandosi in mero „principio di insegnamento trasversale” a tutte le discipline, ma questo poi si è tradotto in nulla di fatto. Forse si pensava che oggi ogni cittadino maturasse questi strumenti e conoscenze per conto suo. Nel 2008/09 nell’ambito della riforma Gelmini è stato tentato di reintrodurre questa materia, definita „Educazione alla Cittadinanza e Costituzione“, senza successo. 

Oltre tante voci della scuola ora è l’ANCI, l’associazione dei comuni italiani, a riproporre la sua introduzione come materia con voto autonomo nei curriculi scolastici di ogni ordine e grado. “Non possiamo”, sostiene l’ANCI, “affidare un mattone così importante come la coesione sociale alla spontaneità estemporanea dell’educazione familiare e dei percorsi individuali di educazione non formale.” A questo scopo l’ANCI il 20 luglio scorso ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare che – raccolte 50.000 firme – potrà approdare in Parlamento. La proposta prevede “l’insegnamento di educazione alla cittadinanza come disciplina autonoma con propria valutazione nei curricula e nei piani di istruzione di entrambi i cicli di istruzione.” Rimodulando gli orari delle discipline diritto, filosofia e storia andrebbero ricavate 33 ore annuali di insegnamento. Sono poche di fronte a tante questioni politiche complesse che meritano di più di un’ora per essere affrontate seriamente con mezzi didattici moderni. In Germania nella maggior parte dei Länder alla materia Sozialkunde o Politische Bildung sono riservate almeno due ore settimanali. Spetterà al Ministero dell’Istruzione di elaborare gli obiettivi specifici, la collocazione dell’insegnamento nei curricula, la decisione se optare per un’ora di nuova istituzione o da ricavare nell’ambito dei quadri già esistenti.

Nella Relazione alla proposta di legge (sul sito dell’ANCI) si spiegano con ardore e gran senso di realtà i motivi e le urgenze che rendono improcrastinabile l’introduzione di questa materia scolastica autonoma. Si potrebbe aggiungere che in un’epoca in cui i giovani consumano notizie e messaggi in forma compressa soprattutto attraverso la loro “bolla facebook”, il funzionamento della politica, le regole della vita civile-politica, i problemi politici dei nostri giorni meritano più attenzione con l’aiuto di una materia a se stante. In termini più banali: si tratta di sviluppare più senso critico e imparare a leggere e capire un buon giornale. Inoltre, in Alto Adige si tratta di una materia che si presterebbe bene per l’impiego del metodo CLIL. Cioè una parte potrebbe svolgersi nell’altra lingua per preparare i ragazzi a ragionare insieme ai loro coetanei sui problemi che ci riguardano tutti. Ricordo che i giovani stessi sono perlopiù favorevoli: alla domanda sulla necessità di introdurre una materia specifica dedicata all’educazione alla cittadinanza nel 2016 il 59,4% dei giovani di 16 anni e oltre ha risposto di SI (ASTAT, Indagine sui giovani 2016, p.87).

La necessità di più educazione alla cittadinanza è già stata riconosciuta dal Consiglio provinciale che con la nuova legge sulla partecipazione diretta del 25.7.2018 ha  istituito un ufficio apposito per la formazione politica e la partecipazione (art.24 della L.P. 34-2018). Non sarà sufficiente, perché anche la scuola dovrà fare la sua parte. Tutto questo non sarà un toccasana per il populismo dilagante, ma se questo fenomeno è anche dovuto alla mancanza di conoscenze e senso critico, occuparsi in forma didattica di politica anche a scuola è uno dei modi per contrastarlo. La proposta di legge dell’ANCI può essere firmata per altri 4 mesi presso ogni segreteria comunale.