Programmare (meglio) la neve
Si chiama PROSNOW ed è un progetto (che durerà 3 anni) finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 per una economia più verde (Greener Economy). Di cosa si tratta? Partiamo da un fatto: la quantità di acqua necessaria per produrre neve artificiale viene stimata sulla base di dati degli anni precedenti, ad esempio le precipitazioni registrate nell’anno più secco degli ultimi due decenni, e spesso la decisione di azionare i cannoni viene presa il giorno stesso, a seconda delle condizioni atmosferiche. Questo tipo di programmazione ha dei costi sia in termini economici, che ecologici e influisce anche sulla qualità delle piste da sci.
L’innevamento programmato ha salvato le ultime stagioni sciistiche. Nel 2015 in Alto Adige la produzione di neve ha assorbito circa 7 milioni di metri cubi d'acqua, una quantità pari al consumo medio annuale di 35 mila famiglie. A causa dei cambiamenti climatici questo dato è destinato ad aumentare. Per gestire in maniera più efficace l’innevamento, i ricercatori di Eurac Research assieme ai dodici partner europei coordinati da Météo-France stanno sviluppando un servizio di supporto per le stazioni sciistiche. Grazie a questo strumento i comprensori potranno avere informazioni sulle previsioni legate all’altezza e alla quantità di neve e pianificare con un anticipo di qualche settimana l’innevamento delle piste. Per avere previsioni meteo attendibili anche nel medio periodo, bisogna basarsi su dati molto dettagliati.
“Le previsioni dovranno tener conto delle condizioni locali delle stazioni sfruttando dati solitamente non utilizzati a questo scopo, come i dati meteorologici raccolti dai cannoni da neve, le altezze della neve misurate sulle piste, le immagini satellitari dell’innevamento. È in particolare su quest’ultimo punto che noi portiamo il nostro contributo scientifico al progetto: gli scenari che vengono elaborati potranno anche sfruttare i dati satellitari che i satelliti Sentinel raccolgono e noi elaboriamo”, spiega Claudia Notarnicola, fisica di Eurac Research. I dati raccolti e analizzati dai ricercatori confluiranno in uno strumento che potrà essere direttamente utilizzato dagli operatori delle aree sciistiche. Oltre a partner di ricerca, infatti, al progetto europeo partecipano partner industriali. Tra le aziende coinvolte anche l’altoatesina Technoalpin, che rappresenta un’eccellenza nella produzione di neve e gestione degli impianti sciistici. Il metodo verrà testato in otto stazioni pilota, tra cui le piste di Dolomiti Superski: Colfosco e Plan de Corones.