Open-day e Open+Zilla
Giornata del Contemporaneo
Il 13 ottobre si celebra la Quattordicesima Giornata del Contemporaneo. Promossa da AMACI, Associazione dei Musei d’Arte contemporanea italiani, è dedicata ogni anno a metà ottobre all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Per quest’ultimo i ventiquattro musei aderenti al circuito, nonché un altro migliaio tra gallerie e istituzioni varie in tutta Italia, aprono gratuitamente le porte per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme, che offre un’occasione unica per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea. Nella zona del Trentino-Alto Adige abbiamo il Mart, il Museion e Kunst Meran/o Arte, oltre a una decina di realtà artistico-espositive tra la Val Venosta e la Val Pusteria. I tre musei citati – come tutti gli altri aderenti ad AMACI - ospitano una “mostra diffusa” dell’artista Marcello Maloberti (al quale è stato anche chiesto di creare l’immagine guida della Giornata del contemporaneo 2018: Medusa) per conoscere la sua arte performativa. Al Mart di Rovereto c’è Doppietta - un testo e una foto documentano una performance del 2011 nella quale due giovani di nazionalità e colore di pelle diversa (un bianco e un nero) erano vestiti con la divisa degli Alpini. Quella visibile a Bolzano si chiama Marcello che arriva in treno: sei ritratti di uomini nel salone di un barbiere algerino nelle vicinanze della stazione centrale di Milano, un luogo in cui non ci sono distinzioni etnico-culturali e ogni cliente è sovrano, non importa di che colore o di che provenienza sia. Al contempo, sempre presso il Museion, si svolge l’iniziativa aperta al pubblico Salone Marcello.
A Merano Arte si vede Die Schmetterlinge essen Bananen (Le farfalle mangiano le banane) del 2010, opera fotografica realizzata nel corso di una performance a Vienna in cui una fila di persone gettava a terra, dopo un minuto di tensione, quindici grandi tigri in ceramica.
Architetture recenti in Alto Adige 2012 – 2018
Inaugurata il 29 settembre, rimane aperta fino al 6 gennaio la nuova mostra di architettura presso la sede di Kunst Meran/o Arte sotto i Portici nel cuore della città di cura.
Giunta alla terza edizione (le prime due risalgono rispettivamente al 2006 e al 2012) la mostra si propone di fare il punto della situazione dell’architettura contemporanea sul territorio, analizzando una serie di progetti recenti. La giuria dell’edizione 2018, composta da Roman Hollenstein, critico di architettura ed ex redattore del grande quotidiano svizzero “Neue Zürcher Zeitung”, Marco Mulazzano, storico dell’architettura e redattore della rivista di architettura “Casabella” e Marta Schreieck, architetto dello studio viennese Henke Schreieck Architekten, ha preselezionato un’ottantina dei duecentoquaranta progetti presentati, per poi ridurli ai trentotto esposti dopo averli visitati in loco, uno per uno. Ne risulta una bella panoramica da est a ovest, ovvero dalla Val Venosta alla Val Pusteria passando per le città di Merano, Bolzano e Bressanone. L’installazione si avvale dei cubi in legno già usati per l’edizione precedente, in accordo con un orientamento generale al riuso già presente in molti dei progetti scelti. Una soluzione peraltro molto pratica, vista la futura mobilità della mostra già prenotata ad Augsburg (Germania) e a Salisburgo (Austria).
Vediamo da vicino alcuni di questi corpi architettonici, commissionati per la maggior parte attraverso concorsi pubblici; anche nei casi di progetti commissionati attraverso incarichi diretti va detto però che vige una grande libertà di ricerca, che va di pari passo con un grande rispetto per l’ambiente circostante nonché per coloro che poi ne usufruiranno…
Due chicche per la vita collettiva di un piccolo paese
Prendiamo due chicche per la vita collettiva di un piccolo paese quale può essere San Martino in Val Passiria: il Centro civico, a cura del giovane architetto Andreas Flora, e la Biblioteca, con annessi laboratori, del duo CeZ Calderan Zanovella Architetti. La doppia funzione della seconda struttura si intuisce sin dal lato esterno, essendo composta da un corpo chiuso i cui due piani superiori ospitano i laboratori e il pian terreno semitrasparente attorno al quale si snodano lamelle sagomate in legno massiccio che coprono le grandi vetrate da cui si intravede la biblioteca. Il tetto a falde ben si integra con l’ambiente circostante. Stesso discorso vale per il Centro civico con la sua forma di fienile col tetto spiovente che si rapporta al contempo al rustico e al moderno. La piazza antistante è così stata svuotata dalle macchine e può avvalersi della sua funzione originaria: essere luogo di incontro per l’intero paese, facendo combaciare espressione culturale e vita sociale.
Da menzionare in questo senso anche la Casa delle associazioni nel borgo di montagna Scaleres vicino a Varna in Val Sarentino, dove vivono circa duecentoquaranta anime in tutto e – unico paese in tutto l’Alto Adige – non c’è ombra di una struttura alberghiera! L’edificio poligonale progettato dalle due squadre di architetti Stifter + Bachmann e CeZ Calderan Zanovello si erge direttamente dal ripido pendio erboso e chiude il centro del paese creando una piccola piazza.
Collegati da uno snodo di scala, dal piano terra che ospita la biblioteca e uno spazio culturale si giunge al primo piano con l’auditorium o al sottosuolo con la sala prove e altri spazi per la vita collettiva. L’edificio si trova vicino alla chiesa a margine della piazza, aspirando quindi a diventare punto di attrazione della vita di paese. Certo, per ora – a dire di Ursula Schnitzer, coordinatrice del progetto espositivo e del catalogo che raccoglie ulteriori ventiquattro progetti “ben riusciti” – gli abitanti sono entusiasti degli spazi interni e un po’ meno della facciata esterna con le sue linee nette e i muri dipinti di bianco, l’esatto contrario di una casa tipica tirolese. Sta crescendo, pare, il livello di accettazione anche di questo corpo apparentemente estraneo…
Una piccola perla
L’esatto contrario è il caso di una piccola perla dell’esposizione: lo showroom di una falegnameria di tradizione famigliare centenaria nella frazione di Perca in Val Pusteria, realizzato da Lukas Mayer. Il titolare della Haidacher Kg ha voluto ristrutturare all’interno ciò che dall’esterno potrebbe sembrare un fienile, salvo mostrare una costruzione per strati in materiali differenti, dalla pietra al legno al vetro. Dentro l’arredo è rigoroso e ultramoderno: al piano terra serve da sala espositiva e spazio per eventi vari, al primo piano è situato l’ufficio del giovane Haidacher. Piccolo e delicato, si è rivelato essere il progetto più amato dalla giuria.
Il vecchio e il nuovo - uniti, avevamo detto: dentro la Fortezza in Val d’Isarco vicino a Bressanone è sorto l’Info Point per il Tunnel del Brennero, dove struttura e materiali delle antiche mura di pietra si specchiano in quelle nuove per enfatizzare il dialogo tra ieri e oggi. Opera firmata da Markus Scherer e Walter Dietl.
Antico e moderno…
… convivono anche nel medievale Granaio ristrutturato a Campo Tures (a firma dello stesso meranese Markus Scherer), nonché nel casale di Monguelfo, che per la sua importanza storico-urbanistica in pieno centro meritava di rimanere inalterato, motivo per cui l’architetto Stephan Hitthaler ha ideato una casa in legno dentro la casa, le cui pareti poggiano direttamente sulle mura esterne del corpus antico e le grandi vetrate dialogano con le facciate in mattoni ristrutturate.
È affascinante avviarsi nelle diverse sale dei tre piani nell’edificio della Stiftung Sparkasse in cui ha sede dal 2001 Kunst Meran/o Arte, sapientemente diretto da Herta Torggler sin dalla sua fondazione come Associazione, per ammirare le tante prospettive di venti anni e più di “architettura autonoma”.
Open+Zilla
Vale la pena anche di visitare lo shop al piano terra, per scoprire una proposta di design, altro settore che sta a cuore a questa istituzione aperta all’intero orizzonte dell’arte contemporanea: fino a Natale sono in vendita infatti le borse ideate da Zilla (al secolo Sylvia Pichler), tra le quali spicca l’ ultima creazione realizzata in coppia con Riccardo Previdi, artista milanese che vive a Merano, la cosiddetta Open+Zilla. Riferendosi all’omonima opera di quest’ultimo, Open, esposta sulla facciata del Museion, che rifa il verso alle insegne dei tanti negozi, per lo più cinesi, con la scritta luminosa “Open”, e sbeffeggiando lo stra-utilizzo del packaging in tutte le salse, questa pratica borsetta da sera è offerta in tiratura limitata al prezzo straordinario di 99,99 euro. Il lancio pubblicitario esposto sulle pareti dello stesso shop gioca con i tipici slogan dei supermercati, della serie “Was ich will, das krieg ich”, che riportiamo in lingua tedesca in quanto rende meglio della traduzione in italiano “Ciò che voglio, lo ottengo” dal momento che il verbo “kriegen” (ottenere) gioca con il secondo significato cui rimanda, ossia a “Krieg” che vuol dire “guerra”. Perché ormai i vari supermercati si fanno la guerra per riuscire a vendere ognuno di più, sempre di più…