“Basta criminalizzare le migrazioni"
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Anche l’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) aderisce alla manifestazione nazionale a Bolzano di sabato, 14 ottobre, contro la costruzione di un Centro di permanenza per il rimpatrio lanciata dal coordinamento regionale No Cpr.
"Criminalizzare le migrazioni è irresponsabile e odioso", afferma con fermezza l'ANPI, guardando alla situazione delle politiche migratorie nel paese. L'associazione sottolinea che, nonostante il ritardo cronico nell'adattare le strutture e le politiche di accoglienza, la narrazione tossica e ansiogena di certa politica rappresenta una perpetua menzogna. Questa narrazione, fa notare Anpi, spesso alimentata durante le campagne elettorali, crea un quadro di emergenze e invasioni che non trova riscontro nei veri numeri dei flussi migratori.
Confrontando ai numeri reali, l'ANPI torna a sottolineare che l'Italia non è invasa da migranti e che queste narrazioni alimentano odio, insicurezze e paure invece di affrontare la complessità del fenomeno migratorio. La popolazione straniera in Italia è rimasta infatti stabile per oltre 12 anni, e solo una piccola parte è costituita da migranti irregolari.
La modifica del termine di trattenimento dei migranti irregolari nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), portato a 18 mesi, viene descritta dall'ANPI come una forma di detenzione amministrativa che entra in conflitto con lo spirito e la lettera della Costituzione italiana. Inoltre, il pagamento di 5.000 euro da parte di un migrante che non vuole essere trattenuto in un CPR viene definito "una grottesca presa in giro," poiché è impensabile che uno straniero sbarcato a Lampedusa possa facilmente accedere a banche o assicurazioni per ottenere una fideiussione. Provvedimenti, dunque, che non possono essere considerati in altri modi se non come misure principalmente propagandistiche.
Ulteriori preoccupazioni riguardano la recentissima "disposizione urgente" del governo, che prevede minori garanzie per i richiedenti asilo e minori tutele per i minori non accompagnati. Inoltre, di fronte alle continue tragedie nel Mar Mediterraneo, il governo continua a criminalizzare le organizzazioni non governative (ONG) anziché ripristinare una missione europea analoga a quella che fu "Mare Nostrum", con lo scopo di salvare vite in mare.
L'ANPI propone una soluzione che si concentri sull'umanità e l'efficacia: offrire vie legali e sicure alle persone che cercano una vita migliore per ridurre i flussi irregolari e combattere i trafficanti. Inoltre, l'associazione sottolinea la necessità di una strategia europea, la revisione della Direttiva di Dublino, il coinvolgimento dei comuni e una nuova Legge quadro al posto della legge Bossi-Fini, nonché investimenti nella rete di accoglienza, con particolare attenzione al potenziamento del Sistema Accoglienza Integrazione.“La cinica demagogia emergenziale, il razzismo e la xenofobia, insomma, sono tra le cause dei problemi e non certo la soluzione”, conclude Anpi.