Se la pubblicità offende la donna

Ha fatto faville il calendario realizzato dalla Scuola di sci di Selva (con le fotografie di Robert Perathoner) che mostrava 12 maestre di sci della suddetta scuola immortalate sulla neve e poco vestite. Il calendario, pur avendo un nobile intento (quello di devolvere parte del ricavato delle vendite alla Associazione italiana lotta contro le leucemie di Bolzano), si è trasformato tuttavia facilmente in un podio per la protesta della Commissione provinciale per le pari opportunità. Fra gli obiettivi di tale commissione, come annunciato in occasione della festa per il 25esimo anniversario, c’è il miglioramento del modo in cui le donne vengono rappresentate nei media ed il divieto della pubblicità sessista sugli spazi pubblicitari pubblici.
“Il calendario erotico delle maestre di sci che sotto la veste di un’iniziativa caritatevole ha lo scopo di incentivarne le vendite nonché i manifesti pubblicitari della fiera erotica [di Lana, ndr] rappresentano un buon esempio di come la pubblicità non dovrebbe funzionare”, ha affermato la presidente Ulrike Oberhammer. Per contrastare questo genere di prassi in futuro, - fanno sapere dalla Commissione provinciale per le pari opportunità - si invitano tutti i Comuni in Alto Adige a vietare pubblicità sessista sugli spazi pubblicitari pubblici e a porre maggiore attenzione alla rappresentazione delle donne in pubblico. Una pubblicità “osé” riferita a un'azienda di prodotti per il bagno, inoltre, era comparsa recentemente su alcuni manifesti in Alto Adige e già oggetto di critiche, lo scorso luglio, da parte della stessa commissione che aveva giudicato insensibile la campagna, anche nei riguardi dell'utilizzo di impianti al silicone in relazione ai tumori al seno.
Ruolo fondamentale secondo Oberhammer è costituito dalla città di Bolzano che ha già introdotto il divieto di pubblicità sessista. “Volentieri diamo una mano ai Comuni per l’elaborazione di questa misura e mettiamo a disposizione le relative proposte di delibera e le informazioni necessarie”, ha detto la presidente della Commissione per le pari opportunità.
Chi volesse attivarsi personalmente contro la pubblicità sessista si può rivolgere all’Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (www.iap.it) che eroga sanzioni severe e che può imporre la cessazione della pubblicità – fatto che è successo più volte anche in Alto Adige.
Ad intervenire sulla questione, infine, anche l’assessora Martha Stocker: “la rappresentazione degradante della donna che continua ad essere un dato di fatto con certezza è un tema della Commissione provinciale per le pari opportunità che nell’anno del suo 25esimo anniversario conserva tutta la sua attualità”.
Ecco, chiedete a Rocco cosa
Ecco, chiedete a Rocco cosa ne pensa della Oberhammer. Ci sarebbe da ridere!
In reply to Ecco, chiedete a Rocco cosa by Mensch Ärgerdi…
Wurde für die Veranstaltung
Wurde für die Veranstaltung in Lana nicht auch Werbung gemacht die in diese Kategorien fallen würde? Ja Zusammenhänge herstellen ist eine Eigenschaft des guten Journalismus.
Übrigens würde mich von der Bilderstürmerin Oberhammer ihre Einstellung zur Abtreibung in Zusammenhang zum Katholizismus mehr interessieren mit dem wo man Frauen in einer Notsituation noch eins mit der moralischen Keule eins drauf haut.
Ich scheisse auf das heilige Jahr!