Centri commerciali: nein danke

La legge omnibus ‘ambientale’ approvata lo scorso 18 ottobre 21014 dalla Provincia venne vista come fumo negli occhi in particolare da Aspiag, per i nuovi paletti che venivano introdotti ma anche per la volontà della legge di intervenire anche sui contenziosi aperti.
“La legge verrà impugnata, ma intanto si prende tempo” si erano lamentati all’epoca i responsabili di Aspiag, rivendicando le proprie ragioni in virtù delle liberalizzazioni per quanto riguarda il commercio nelle zone produttive introdotte a suo tempo con il famigerato decreto Salva Italia emanato dal governo Monti ed ancora oggi in vigore.
Oggi Unione Commercio dal canto suo ribadisce: “la legge resta in vigore finché la Corte Costituzionale non si sarà pronunciata”. E l’associazione di rappresentanza dei commercianti ne approfitta per ribadire la sua posizione, lamentandosi per il ricorso del governo deciso lo scorso 24 dicembre, davvero un bel 'regalo di Natale'.
“La decisione del Governo suscita stupore, soprattutto in ragione del fatto che l’esecutivo nazionale avrebbe dichiarato di condividere i principi di salvaguardia cui fa riferimento la legge provinciale.”
“Le limitazioni introdotte dalla norma altoatesina e ora oggetto del ricorso del Governo – spiega il presidente dell’Unione Walter Amort – sono ampiamente giustificate dall’esigenza di tutelare il territorio montano e di contenere il consumo di suolo, obiettivo che, anche secondo la legge statale, ammette espressamente l’adozione di regolamentazioni specifiche dell’attività commerciale”.
La scarsità di suolo è da sempre uno dei limiti dell’economia in Alto Adige: ben il 64,4 percento del territorio infatti è situato oltre i 1.500 metri di altitudine, mentre la percentuale del territorio con altitudine superiore ai 700 metri è pari al 93,3 percento del totale. Solamente il 6,7 percento del territorio è rappresentato da zone di fondovalle pianeggianti caratterizzate dalle migliori condizioni geografiche, climatiche e logistiche.
Unione Commercio però evita ogni riferimento alla situazione particolare del capoluogo altoatesino ed all’acceso dibattito che ormai da anni vede contrapposti i piccoli commercianti e le grande catene.
Mentre ci si accanisce nella contrapposizione tra favorevoli e contrari al Kaufhaus che potrebbe sorgere in via Alto Adige, sullo sfondo restano le esigenze dei cittadini consumatori. Che ancor oggi a decine di migliaia se desiderano visitare un centro commerciale degno di chiamarsi tale, sono costretti a recarsi ad Innsbruck o ad Affi. E a non vederlo sorgere, come sarebbe ovvio, nella ormai ex zona industriale.
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