Margit Fliri, la prima magistrata
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SALTO: Margit Fliri, la sua scelta di intraprendere la carriera da magistrato in quegli anni in cui per le donne era complicato ricoprire ruoli di un certo tipo, la ritiene una scelta coraggiosa?
Margit Fliri: Non direi che la mia scelta di intraprendere la carriera di magistrato sia stata una scelta coraggiosa. È vero che quando mi sono laureata nel 1965 le donne in magistratura erano appena otto in tutta Italia, in quanto fino al 1963 le donne non potevano accedere a questa carriera. Tuttavia non mi sono posta il problema che, in quanto donna, avrei potuto incontrare difficoltá nel mondo della giustizia, allora appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Ed in effetti sono stata da subito accettata, senza riserve, da colleghi, personale, foro e utenti. I colleghi in particolare sin dall’inizio mi hanno trattata alla pari, apprezzando la presenza di una donna nella valutazione e decisione dei casi.
Ha mai avuto paura di non essere capita e di conseguenza di non farcela?
Francamente e senza falsa modestia non ho mai avuto paura di non essere all’altezza del compito, ma devo anche dire che il mio impegno nello studio, nella preparazione e nello svolgimento delle mie mansioni è stato sempre massimo. A ció si aggiunge che sono stata sempre disponibile al confronto e a imparare dagli altri.
Ho letto che sua madre è stata una donna che fin da giovane ha dovuto affrontare sfide difficili, rimanendo vedova con figli piccoli; quanto influisce il ruolo della famiglia nel percorso lavorativo di una persona e quanto, nello specifico, in quello di una giovane donna?
Le esigenze familiari costituiscono indubbiamente per la donna che svolge una professione cosí assorbente una forte preoccupazione e la costringono a maggiori sforzi. Occorre, quindi, onde evitare sofferenze alla famiglia, in particolare ai figli, da un lato la collaborazione dei congiunti, in particolare dei padri, e dall’altro l’adozione, da parte delle autorità competenti, di misure idonee per consentire alle donne di svolgere il loro lavoro senza sacrificare o almeno senza sacrificare eccessivamente le esigenze della famiglia.
Come sappiamo anche nella società attuale le donne, purtroppo, hanno difficoltà nel conciliare carriera lavorativa e vita famigliare; qual è il consiglio che si sente di dare alle ragazze e donne in generale?
Alle ragazze che si accingono a intraprendere la carriera di magistrato direi che si tratta di un bellissimo lavoro, che io personalmente rifarei, ma occorre essere disposti a fare sacrifici, a mettere in campo rigore, impegno e studio, sempre. E auguro loro che si arrivi presto ad una situazione in cui le donne non abbiano sempre lanecessità di dover scegliere.
Com’è cambiato il ruolo della donna nella società e in ambito lavorativo, dagli anni ‘70 ad oggi? C’è davvero più libertà oppure la strada da fare è ancora molta?
Ritengo che la paritá tra uomini e donne non sia stata ancora raggiunta completamente e ci vorranno altri cambiamenti che non so immaginare, per giungere al punto che una donna possa fare quello che desidera, in libertá, senza condizionamenti e senza dover compiere scelte difficili e dolorose come quella tra famiglia e lavoro, tra lavoro e figli e tra carriera e figli. Per quanto riguarda la magistratura dal 1970 in poi ci sono stati diversi interventi per attuare l’uguaglianza tra i sessi, grazie anche al lavoro dell’Associazione Donne Magistrati (ASDI) che si occupa principalmente, ma non solo di questioni legate alla politica delle pari opportunitá, ai pregiudizi di genere, alla rappresentanza politica delle donne, al pensiero della differenza.
Ha conosciuto, durante la sua carriera, donna che purtroppo non sono riuscite a realizzare i propri sogni in quanto donne, pur avendone le capacità?
Nel mondo della giustizia no.
Com’è attualmente la situazione femminile nel campo della magistratura?
Dal 1965, che vide l’ingresso in magistratura delle prime donne, il numero delle donne è andato gradatamente aumentando sino ad arrivare nel 2022 al 55% dei magistrati in servizio. Nei posti direttivi e semidirettivi, tuttavia, prevale ancora la componente maschile: gli incarichi direttivi sono per il 73% appannaggio dei magistrati uomini, mentre la situazione è leggermente più equilibrata per quello che riguarda le funzioni semidirettive. In questo caso su dieci magistrati che svolgono tali mansioni quasi cinque di essi sono di sesso femminile (45%).
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La presentazione del libro
Lunedì 15 gennaio, presso il Cristallo a Bolzano, si terrà la presentazione del libro “Magistrate finalmente. Le prime giudici d’Italia” della scrittrice Eliana Di Caro, alle ore 18:00. Solo sessant’anni fa, infatti, la legge permise alle donne per la prima volta, di intraprendere la carriera di magistrato. All’interno del libro si parla delle otto donne che parteciparono e vinsero il primo concorso in Italia, ragionando sulla situazione sociale dell’Italia e dei suoi mutamenti. Margit Fliri è stata la prima magistrata della Regione. L’ingresso alla presentazione del libro è libera e gratuita con prenotazione al link.