Rivoluzionaria con il sorriso
L'inossidabile Lidia Menapace – 93 anni, staffetta partigiana, militante femminista e pacifista, già assessora provinciale della DC in Sudtirolo e senatrice di Rifondazione Comunista dal 2006 al 2008, ora candidata al Senato per “Potere al Popolo” nel collegio Bolzano-Bassa Atesina – è di ritorno dalla manifestazione antifascista e antirazzista di Macerata cui hanno preso parte decine di migliaia di persone. Dorme poco, Menapace, e come è sua abitudine viaggia di notte o alle prime luci dell'alba in lungo e in largo per l'Italia: alle 5 del mattino è salita sul bus con i compagni bolzanini diretti nella cittadina delle Marche. “Mi dispiace non averla salutata, Lidia mi ricorda Alexander Langer” ha scritto Adriano Sofri, anche lui presente a Macerata, in un bellissimo resoconto della giornata maceratese.
Lidia Menapace ai microfoni di Repubblica.it: "Avrei potuto dormire, preferisco dormire poco. Finché avrò voce, forza e voglia preferisco manifestare in mezzo alle persone che capiscono il tempo, il mondo in cui siamo. Questo è un luogo di sinistra perché pensa che il popolo sia il soggetto centrale della politica. Per le elezioni mi auguro una buona affermazione di questo movimento che si sta mettendo in moto, che la politica torni nelle mani del popolo".
Salto.bz: Il corteo pacifico e festoso di Macerata ha smentito gli allarmismi della vigilia – in primis quelli del sindaco PD Romano Carancini, che ha disertato la piazza. Il Ministro dell'Interno voleva impedire la manifestazione, salvo poi fare un passo indietro. La condanna all'atto terroristico fascista da parte delle massime cariche dello Stato è stata debole e tardiva. Quali sono le sue impressioni?
Lidia Menapace: Le mie impressioni sono molto positive, dato che la risposta del popolo è stata grande, convinta, allegra e non aggressiva, molto ironica: non potrei volere niente di meglio. Che le "autorità" non l'abbiano capito è un segno della loro insufficienza, davvero da brutto voto scolastico.
A contendersi il seggio di Bolzano-Bassa Atesina ci saranno anche "i fascisti del terzo millennio" di Casa Pound, che nel capoluogo hanno eletto ben tre consiglieri comunali. Crede che l'antifascismo rischi di rimanere una "corteccia ideologica" e non sia perciò sufficiente a fronteggiare l'ascesa dei neofascismi in Italia?
L'antifascismo non è una pura affermazione verbale o corteccia ideologica, come la chiama elegantemente lei. L'antifascismo è una scelta di vita, un modo di essere quotidiano; non ci vuole di meno per respingere, contenere, cancellare il neofascismo.
Lei è già stata senatrice nella XV legislatura, la stessa in cui Franca Rame lasciò il Senato dichiarando che le «istituzioni sembrano impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato». Il senatore uscente Francesco Palermo ha spesso usato toni simili. Lei che fu espressione di un partito, Rifondazione Comunista, come visse l'esperienza senatoriale?
Ero stata candidata come indipendente nelle liste di Rifondazione nei collegi del Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo: fui eletta in ambedue e poi fu scelto che rimanessi nel collegio della regione a statuto speciale. La legislatura durò meno della metà e poi fu fatta cadere (si tratta del secondo governo Prodi, ndr); la mia esperienza senatoriale fu interessante, ma di breve durata e non molto influente, nemmeno economicamente nella mia vita.
Anche a questo appuntamento elettorale le sinistre si presenteranno divise. Da un lato, "Potere al Popolo", dall'altro "Liberi e Uguali", sostenuti in Sudtirolo dai Verdi che a Bolzano candidano Laura Polonioli. Una convergenza, sulla base della vicinanza dei programmi, non era proprio possibile?
Non si può usare il termine sinistra in modo generico, occorre partire da una analisi della situazione della crisi capitalistica e su questo terreno le differenze sono appunto strutturali e non conciliabili, il che non vieta di trattarsi con decoro rispettoso e ironia.
La lotta alla violenza di genere sta avendo un grande risalto internazionale, grazie al movimento "Non una di meno" e alle denunce del #metoo. Di recente, un appello-manifesto delle attrici italiane ha rilanciato il tema anche nel nostro paese – sebbene con cautela e senza suscitare particolare clamore mediatico. Il movimento femminista in Italia, già capace di ottenere importanti conquiste, sarà in grado anche questa volta di rompere il silenzio della politica?
Sono convinta che il movimento delle donne debba e possa ripartire dalla costatazione che le donne sono ormai la maggioranza stabile della popolazione del pianeta e di ogni paese che lo compone, come da dichiarazione delle Nazioni Unite di più di un anno fa. Finora sembra di poter affermare che la minoranza maschile della popolazione non ne tenga affatto conto, nemmeno nell'uso del linguaggio inclusivo dei generi: si tratta della più grande e possibile rivoluzione della storia umana.
Chi teme di più a queste elezioni? Renzi, Di Maio, Salvini – o il ritorno di Berlusconi?
Spero in una visibile affermazione di Potere al Popolo, è il primo punto, il punto di avvio per costruire una risposta, un'ipotesi di progetto della rivoluzione culturale necessaria.
Non essendo alla sua prima campagna elettorale, con quale spirito sta affrontando questa candidatura al Senato?
Sono lieta di essere stata richiesta di candidarmi per Potere al Popolo, l'unica candidatura che corrisponde al tipo di conoscenza pratica e politica che mi sento di rappresentare: cercherò di rispondere in coscienza al mio meglio. La politica mi ha sempre appassionato e quanto maggiore è la posta in gioco, tanto più mi appassiona: poche volte, dunque, come questa.
una - cento - mille - Lidia
una - cento - mille - Lidia Menapace !