Economy | Alto Adige

Un anno d'oro per l'export

Il 2016 si chiude con l’1,5% in più delle esportazioni rispetto al 2015. Kompatscher: “Così cresce la nostra economia”. Corrarati (CNA): “Attivare la filiera corta”.
Export
Foto: upi

Il commercio estero dà i suoi frutti. Per la seconda volta, infatti, il volume dell’export delle imprese altoatesine ha superato la soglia di 4 miliardi di euro, toccando quota 4.434,1 milioni. In percentuale l’anno 2016 si è chiuso con una crescita dell’1,5% delle esportazioni rispetto all’anno precedente. Questa la fotografia dell’ASTAT che rivela tuttavia un leggero calo nel 4° trimestre del 2016  (-2,2%) con un importo di 1.161,8 milioni di euro.

Una panoramica

Principali destinazioni europee sono Germania (34,0%), Austria (11,1%), Svizzera (5,8%), Francia (4,8%) e Spagna (3,7%). Al di fuori dell’Europa, Asia e America assorbono rispettivamente una quota pari al 10,3% e al 6,1% dell’export. Le esportazioni verso i paesi dell’Unione Europea rappresentano il 71,9% del totale e risultano aumentate del 3,2% rispetto al 2015. Il valore della Germania, mercato più significativo per l’export altoatesino, sale del 3,5%; l’Austria, secondo mercato più importante, registra un incremento più netto (+5,4%). Nei paesi extra UE, invece, si evidenzia una diminuzione del 2,5%. Come nell’anno precedente anche nel 2016 sono i Prodotti alimentari, bevande e tabacco (18,8%) ad incidere maggiormente nei flussi verso l’estero.

Le reazioni

“Le aziende che esportano contribuiscono in misura notevole alla crescita della nostra economia. È un dato importante, perché da questo sviluppo dipendono anche molti posti di lavoro”, commenta con soddisfazione il presidente della Provincia nonché assessore all’economia Arno Kompatscher. Comprensibile, secondo il Landeshauptmann, la forte dipendenza dai mercati germanofoni che tuttavia comporta alcuni rischi, “per questo le imprese sono chiamate a migliorare costantemente il proprio knowhow per poter affrontare con successo la concorrenza internazionale”. Per le piccole imprese, inoltre, è sicuramente una decisione saggia quella di cooperare con altre aziende, “per poter offrire servizi congiunti e provare assieme il passo avanti verso i mercati lontani”. Esprime soddisfazione anche Thomas Aichner, presidente IDM: “l’Azienda provinciale per l’economia è al fianco delle imprese in modi differenziati per sbarcare sui nuovi mercati e per essere presenti in forma più diversificata e quindi stabile in futuro”.

Chiede di non trascurare le piccole imprese Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV, secondo cui il tessuto economico può beneficiare di maggiori vantaggi “se viene attivata la filiera corta, in modo che le aziende esportatrici abbiano come fornitori di beni e servizi le piccole e micro aziende locali”. “L’export – prosegue Corrarati - non può essere l’unico caposaldo dell’economia. Le micro aziende non per forza devono strutturarsi o mettersi in rete. È più importante attivare la filiera corta, aumentando i punteggi per gli incentivi alle aziende che esportano e allo stesso tempo utilizzano come subfornitrici o subappaltatrici le piccole aziende locali. Noi piccoli esportiamo poco ma creiamo posti di lavoro e la produttività rimane in loco”.

“Con le esportazioni sono cresciute le opportunità lavorative e gli stipendi”, scrive in una nota il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan. E ancora: “Amministrazione snella e fisco leggero, formazione eccellente, raggiungibilità a tutti i livelli, crescita dimensionale delle imprese, politica energetica competitiva e costo della vita sostenibile: su questi fattori possiamo ancora fare molto lavorando tutti insieme”.