In ricordo di Mariasilvia
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Diverse le iniziative organizzate a Bolzano nell’ambito della "Giornata internazionale della visibilità lesbica", che cade il 26 aprile, con un focus particolare sulla figura di Marisilvia Spolato, attivista omosessuale, la prima donna a fare outing in Italia, morta a Bolzano nell’ ottobre del 2018.
Gli eventi sono sostenuti anche da @altoadige_pride_sudtirol e rientrano nel Road to pride. Si inizia con la prima mostra fotografica nazionale, dedicata a Mariasilvia Spolato,"LIBERA FINO ALLA FINE Storia per immagini della prima donna che ha compiuto coming out in Italia". Mostra che farà da cornice ad entrambe le giornate (ven. 19 a Parco Petrarca e da lun. 22 aprile fino al 10 maggio al TreviLAB in via Cappuccini 28)
Venerdì 19 alle 19 avrà luogo la presentazione degli eventi organizzati nell’ambito della “Giornata internazionale della visibilità lesbica” nell’agorà di GocceTropfen (breve presentazione del progetto, della Rete di GocceTropfen, partendo da Mariasilvia Spolato, una delle donne ritratte e raccontate a Parco Petrarca nell’area di Gocce). L’appuntamento si sposta poi nell’anfiteatro di Piazza Stonewall (gradinata arcobaleno sopra il Centro giovanile Pippo), per proseguire con la stand up comedy di Frad_Ramma (@frad_ramma). Frad parla di questioni femministe, del mondo LGBTQIA+, delle difficoltà a relazionarsi, della psicoterapia ma che incredibilmente fa anche ridere, o almeno ci prova. La mostra fotografica “Libera fino alla fine” farà, in anteprima, da fondo scena all’esibizione live all’artista FRAD, romana, fumettista, artista, attrice satirica, attivista del mondo LGBTQIA+.
Il 22 aprile alle 17.30 si inaugura poi la mostra fotografica “Libera fino alla fine” dedicata a Mariasilvia Spolato, un racconto per immagini che vuole tratteggiare il profilo di una donna complessa: una matematica, un’insegnante, una scrittrice, una poetessa e un’attivista, pioniera del movimento per i diritti LGBTQIA+. È stata, infatti, la prima donna a dichiarare pubblicamente, in Italia, la propria omosessualità. Mariasilvia ha deciso di fare delle sue scelte personali una rivendicazione politica. Scelte che comporteranno un costo altissimo. Attivista impegnata, in Italia e all’estero, Mariasilvia decide ad un certo punto di allontanarsi da tutto e da tutti.
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La “seconda fase” della sua esistenza la vivrà ai margini della società e col tempo Bolzano diventa la sua casa. Dopo la sua morte, avvenuta nell’ottobre del 2018, grazie ad un articolo del giornale Alto Adige, la sua storia esce dall’ombra e il suo nome ritorna a riecheggiare in Italia e all’estero, rappresentando per tutti un simbolo per la lotta dei diritti LGBTQIA+ . Contestualmente all’inaugurazione ufficiale della mostra fotografica al TreviLAB (sarà visitabile fino al 10 maggio), avrà luogo la presentazione del libro, appena uscito, di Donata Mljac Milazzi "Da un pugno di polvere". Biografia interamente dedicata alla vita di Mariasilvia, partendo da Bolzano, in un viaggio a ritroso. In dialogo con l’autrice, ci saranno Sara Degli Agostini, sociologa e attivista del movimento LGBTQIA+, Luca Fregona, caporedattore del quotidiano Alto Adige, Lorenzo Zambello, fotoreporter dell’agenzia stampa “La Presse”
Maria Silvia Spolato nacque a Padova il 26 giugno 1935 e nella stessa città nel 1961 conseguì la laurea in scienze matematiche. Nel 1971 fondò il Fronte di Liberazione Omosessuale (FLO), movimento poi confluito nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (F.U.O.R.I.) e insieme ad Angelo Pezzana fondò la rivista Fuori! Nel 1972 partecipò alla manifestazione dell'8 marzo a Roma portando - per la prima volta in Italia - un cartello del Movimento di Liberazione Omosessuale. Partecipò a “la Stonewall italiana”, ovvero la manifestazione di protesta per il primo Congresso internazionale di Sessuologia del CIS (Centro Italiano di Sessuologia) che come tema aveva i “Comportamenti devianti della sessualità umana” e che si svolse al Casinò di Sanremo dal 5 all’8 aprile 1972; in quell'occasione fu intervistata, dichiarando il proprio nome e cognome, dal Corriere della Sera. Il suo attivismo LGBT e la pubblicazione di libri sullo stesso tema portarono il Ministero dell'Istruzione a licenziarla, con la motivazione di essere «indegna» all'insegnamento. Il procedimento fu iniziato dopo l’8 marzo 1972 dall’allora ministro Riccardo Misasi e portato a termine dal suo successore, Oscar Luigi Scalfaro. Per via del suo orientamento sessuale venne allontanata dalla sua famiglia e senza fissa dimora vagò per varie città italiane. In seguito a una grave infezione a una gamba venne ricoverata in un ospedale di Bolzano e successivamente accolta nella casa di riposo Villa Armonia, dove visse gli ultimi anni di vita.
I tre eventi sono promossi da diversi enti, istituzioni e associazioni: RETE GocceTropfen: visibili memorie; Liscià: donne che raccontano donne; Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol ODV; Biblioteca Provinciale Claudia Augusta; Centro Trevi - TreviLab; Ufficio WE_Ufficio Donna del Comune di Bolzano; Commissione Provinciale Pari Opportunità;