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Sondaggio indipendenza: ecco perché non bastano 53 intervistati in Trentino

Favorevoli o meno ad un referendum sull'autodeterminazione in Alto Adige? La tecnica statistica dice che con un campione così piccolo il rischio errore cresce a dismisura. E poi com'è stato individuato e contattato il campione?

Nei giorni scorsi l'Arbeitsgruppe für Selbstbestimmung aveva resi noti i risultati di un sondaggio volto a verificare se i Trentini sarebbero favorevoli o meno ad un referendum sull'autodeterminazione in Sudtirolo
La metodologia adottata per compiere indagine ha suscitato però forti perplessità, soprattutto per la scelta di considerare un campione di abitanti che mantenesse la stessa proporzione esistente tra gli abitanti del Trentino e quelli del resto del territorio nazionale. Detto in parole povere: 53 intervistati in Trentino rispetto ai 1000 sentiti a livello nazionale. 

Ma ecco cosa dice la tecnica statistica in merito. 

Con ogni probabilità l'indagine parte da due presupposti.
1) Ci si attende un 50% di probabiità dei sì. È la situazione peggiore nel senso che è quella che determina tecnicamente la 'numerosità campionaria più alta' e che si utilizza nel caso non si abbia a priori un'ipotesi di quale possa essere il risultato finale. 
2) Si prevede un 'errore di stima' 3,1% con un 'intervallo di confidenza' del 95%, 
Cosa significa? Che, essendo venuto fuori a livello nazionale il valore 71,8% favorevoli, ripetendo 100 volte questa indagine in 95 casi il risultato sarà 78,1 + o - 3,1%. Quindi risultato compreso in un range tra il 75% e l'81,2%. 

Ma - attenzione, ed è qui il punto - per avere questa qualità di dati occorre un campione di 999 unità

L'errore è stato quindi fatto nel ritenere che l'errore di stima rimanga del 3,1% adottando la stessa frazione campinaria utilizzata a livello nazionale (1000) per stimare la dimensione del campione trentino (53)
Per mantenere lo stesso errore di stima si sarebbero dovuti campionare in sostanza sempre 999 unità anche nel Trentino
Cosa succede per quanto riguarda il margine d'errore campionando 53 unità su una popolazione di circa 550mila abitanti? L'errore di stima schizza al 13,5%. Ovvero il 'vero' valore del risultato trentino è 64,1% + o - 13,5%. Quindi, ripetendo 100 volte l'indagine, in 95 casi il risultato sarebbe compreso tra 50,6% e 77,6%.

In definitiva: essendo il valore minimo dell'intervallo di confidenza superiore al 50% (è 50,6%) in effetti verrebbe da pensare che i trentini siano favorevoli all'autodeterminazione in Alto Adige
Ma affermare che i favorevoli siano il 64,1% è un azzardo e, tecnicamente, anche un errore

Vi è però un'altra questione da considerare un ulteriore aspetto che rende il risultato tutt'altro che cristallino, prestandosi facilmente alle speculazioni.

Come sono state 'estratte' le 53 persone sottoposte a sondaggio?
I calcoli sopra riportati valgono in condizioni 'sperimentali', quindi con un campione casuale che si ritiene perfettamente aderente alla popolazione studiata. Cioè i 53 intervistati del Trentino dovrebbero rispecchiare la popolazione (maggiorenne?) del Trentino dal punto di vista della suddivisione per età, genere, certo sociale, preferenze politiche ecc. ecc. altrimenti le distorsioni sarebbero molto forti. 
Con campioni importanti (1000 persone per esempio) c'è una tendenza del campione a distribuirsi secondo le caratteristiche della popolazione da cui proviene, con campioni piccoli le distorsioni possono essere molto rilevanti. 
Il gruppo di intervistati, poi, com'è stato individuato? Senza l'accesso ai dati anagrafici (che di solito hanno solo le istituzioni) è molto difficile determinare una selezione di individui davvero significativa. E, poi, queste persone come sono state contattate? Via telefono fisso? In un periodo storico in cui il telefono fisso è ormai appannaggio solo delle generazioni più anziane?

Come si vede molti sono i dubbi che si sollevano, rendendo mettendo in discussione il 'risultato' del sondaggio. 
La statistica non è un'opinione, hanno ragione i lettori di Salto che avevano espresso le loro perplessità in merito.