Society | Datagate

Cosa succede se il tuo paese ti spia?

La National Sicurity Agency (NSA) spiava i cittadini americani. Ma non solo loro. Edward Snowden rischia la sua sicurezza anche per i diritti di noi italiani.
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Foto: © Oswald Stimpfl

In Italia e in Europa ci sono voluti alcuni giorni perché l'importanza delle dichiarazioni di Edward Snowden fosse compresa fino in fondo e sollevasse il dovuto polverone. PRISM infatti non ha raccolto solo i documenti e i dati dei cittadini americani: anche noi Europei usiamo la rete, e la rete, ricordiamocelo non ha confini. Perciò è molto probabile che anche le nostre informazioni siano state analizzate dall'NSA; la nostra privacy sarebbe stata quindi violata.

Da almeno sei anni il governo degli Stati Uniti d'America spia i suoi cittadini, e lo fa attraverso PRISM, un sistema che controlla a tappeto le banche dati on line - i famosi cloud - alla ricerca di complotti, terroristi e eventuali pericoli per la nazione. A rivelarlo al Guardian e al mondo intero è stato un giovane ex-dipendente dell'NSA, Edwar Snowden, che è fuggito dalla sua patria in cerca di un rifugio sicuro. È infatti bastata la pubblicazione dell'intervista a Snowden per far esplodere un caso internazionale così grande da meritarsi un nome tutto suo: datagate. Il giovane informatico è ora ricercato per aver diffuso informazioni segrete e pericolose per il suo paese.
Ma chi è Edward Snowden? E come è descritto dalla stampa e dai mass media?
Sul Post hanno raccolto i ritratti fatti dai giornalisti di alcune delle più importanti testate d'oltre oceano.

Molti editorialisti e giornalisti ne hanno scritto – tra questi la CNN, il New Yorker, il Los Angeles Times e il Washington Post - dividendosi tra chi lo considera un uomo che ha compiuto un’azione coraggiosa, rivelando documenti riservati che descrivono politiche come minimo controverse, e chi crede che sia solo “un grande narcisista che merita di finire in prigione”.

Dopo che le informazioni in possesso dell'informatico sono appare su tutti i giornali, la nota citazione orwelliana è tornata in auge: il grande fratello ti sta guardando. E sta guardando i cittadini americani con molta attenzione, secondo i  documenti diffusi da Snowden.
Ma mentre in America il Patriot Act e la FISA permettono a Obama di controllare i telefoni e i computer dei suoi concittadini, in Italia e in Europa esistono leggi sulla privacy che lo impediscono. O almeno ci provano, come racconta Bruno Saetta sul blog "la Valigia blu".

La protezione dei cittadini è garantita nelle carte fondamentali dell’Unione, come la Convenzione europea sui diritti dell’Uomo, nonché le Costituzioni dei singoli Stati; carte che proteggono la persona in sé indipendentemente dalla sua cittadinanza. Di contro la Costituzione americana protegge solo i cittadini statunitensi, così consentendo alle aziende e istituzioni americane il saccheggio dei dati degli europei anche più degli stessi americani.

Insomma, la rete è di nuovo sotto processo. Se da un lato, infatti, il diritto alla privacy è innegabile, dall'altro garanti e controllori vogliono e debbono poter svolgere il loro lavoro per difendere i cittadini. Il confine è davvero labile: il silenzio assenso non può però bastare come autorizzazione a rovistare impunemente nei nostri computer e di conseguenza nelle nostre vite.