Chronicle | Dopo i fatti di Bolzano

Si percepisce un’insicurezza diffusa

Il caso dell’aggressione a tre giovani bolzanini avvenuta all’Hotel Sheraton ha riaperto il dibattito sui provvedimenti da adottare per garantire la sicurezza.
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Foto: © Oswald Stimpfl

Il recente caso di violenza avvenuto nel fine settimana a Bolzano, soprattutto l’enfasi con la quale il quotidiano Dolomiten, e altri media locali, hanno affrontato l’argomento, rendendosi protagonisti di una veemente campagna (“Stop der Gewalt”) che ha posto nuovamente al centro dell’attenzione il tema della sicurezza. Un tema ovviamente non legato soltanto al contesto della vita notturna, cioè al controllo di situazioni più a rischio, ma che investe nel complesso la possibilità, da parte dei cittadini, di usufruire liberamente di ogni spazio sociale.

Inviti all’intensificazione dei controlli, a una maggiore attività di denuncia da parte delle vittime di aggressioni e il miglioramento degli aspetti logistici e di security inerenti in particolare la gestione dei locali di aggregazione giovanile, sono le misure caldeggiate da ogni soggetto istituzionale e politico presente sul territorio. In questo senso si nota comunque una significativa diversificazione di accenti. Alla denuncia di uno specifico problema concernente la tendenza a delinquere degli stranieri, affermata per esempio dai partiti afferenti alla “destra tedesca”, rispondono il questore di Bolzano, Lucio Carluccio, e il prefetto Valerio Valenti, ricordando come l’allarmismo sia fuori luogo, anche se ovviamente qualcosa può e deve essere migliorato.

Marco Galateo (secondo da destra) ha richiamato la responsabilità dell'amministrazione comunale di Bolzano

Di una vera e propria responsabilità della politica, e segnatamente di quella che governa il capoluogo altoatesino, ha parlato invece ieri Marco Galateo, esponente del Pdl e membro del Comitato di Cittadini per la Sicurezza di Bolzano, un’associazione che riunisce diverse sensibilità politiche e persone di ogni gruppo linguistico, anche straniere. “Sono anni che chiediamo all’amministrazione comunale di porre l’attenzione sul tema sicurezza. Adesso sembra che il sindaco Spagnolli si sia improvvisamente svegliato dal torpore in seguito ai recentissimi fatti di cronaca che hanno visto coinvolta una nota famiglia di Bolzano. Non esiste però un problema specifico, legato cioè a un’etnia in particolare – conclude Galateo –, bensì la percezione di un’insicurezza diffusa che dovrebbe essere contrastata per esempio mediante un’intensificazione del monitoraggio da effettuare con telecamere posizionate nei punti strategici, in modo da favorire il flusso d’informazioni in tempo reale alle forze dell’ordine”.