“Voglio andare a Rio”
“C’è una forte volontà di andare avanti nell’assoluta certezza dell’innocenza”, esordisce così il legale di Alex Schwazer Gerhard Brandstätter durante la conferenza stampa convocata per oggi, 13 luglio, a Vipiteno, luogo dove in questi giorni il marciatore altoatesino continua, imperterrito, ad allenarsi. “Qualcuno dovrà spiegarci - insiste Brandstätter che ha chiesto l’esame del DNA sul campione di urina incriminato - come mai un test risultato negativo a gennaio diventa positivo dopo pochi mesi, è chiaro che c’è stata un’ingerenza esterna, sul caso stanno indagando anche i Ros”. L’ennesimo stop era arrivato ieri dal Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia che aveva risposto alla richiesta di sospensiva della Iaaf, avanzata da Schwazer, dichiarando la “propria incompetenza” a decidere sulla sospensiva che spetta solo alla Iaaf o al Tas. Il Tna aveva inoltre precisato di poter solo valutare la vicenda doping “nel merito” e dunque entro due mesi, ben oltre i termini per andare ai Giochi.
“Ci rivolgeremo al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna - annuncia l’avvocato - presentando ricorso e confidando che quella della sospensiva venga considerata, così come sancisce anche il codice Wada, una decisione appellabile. Nonostante siamo in periodo preolimpico auspichiamo che ci sia il margine per riesaminare tutta la documentazione e giungere a una revoca della sospensione, anche se sappiamo che si tratta di una corsa contro il tempo”. Brandstätter riferisce inoltre di alcuni messaggi anonimi che potrebbero far luce sulla vicenda: “cosa dicono questi messaggi? ‘Sappiamo cosa è successo ma non parliamo perché temiamo per la nostra vita’, ci si meraviglia, quasi, che finora non sia accaduto qualcosa di più grave a Schwazer e Donati (l’allenatore del marciatore azzurro, ndr)”, così il legale. L’atleta non getta la spugna: “Continuo ad allenarmi in questi giorni, non me ne frega niente se tra un anno i tribunali mi daranno ragione io voglio andare a queste olimpiadi, la mia provetta è stata manipolata o qualcuno mi ha dato di nascosto la sostanza, non ho bisogno del doping, sono il migliore nella mia disciplina”.
“La Iaaf è compromessa a tutti i livelli - attacca Sandro Donati -, c’è la volontà precisa di spazzare via questo atleta. Mi rivolgo alla parte della Iaaf non corrotta, in particolare a Sebastian Coe, dicendo che deve segnare la differenza tra il prima e il dopo. Io l’ho sempre spuntata - aggiunge - non so se anche stavolta riusciremo ma sicuramente ce la giochiamo”. Si commuove Donati parlando del suo pupillo: “Alex è molto più di un campione, mentre si allenava questi giorni ogni tanto si fermava e mi chiedeva: ‘Sandro perché mi hanno fatto questo?’ e io non sapevo cosa rispondergli. Questo ragazzo - conclude l’allenatore del marciatore della Val Ridanna - dopo gli errori commessi in passato ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco, non so quante persone lo avrebbero fatto, io l’ho solo aiutato a valorizzare il suo grandissimo talento”. Domani Donati verrà ascoltato dalla commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi.