Society | La lotta dei cartelli

L'infantilismo la fa da padrone

Benvenuti a Verdins/Verdines. La località dove ci si accapiglia per una "e", da alcuni considerata eccessiva, da altri indispensabile.
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Foto: Adobe Stock Images

Non ci voleva poi molto per capire come sarebbe andata a finire. Nella località di Verdins (si può ancora scrivere Verdines?), nel meranese, qualche giorno fa era stato rimosso il cartello all’inizio del paesino che ne riportava la dicitura bilingue. Un’iniziativa isolata, indifferente al tanto discorrere di accordi palesi o occulti dei quali si sta ragionando anche in questi giorni e che dovrebbero portare a una revisione complessiva della questione toponomastica. Semplicemente, qualcuno si era accorto che il nome “Verdines” non compariva nelle carte dell’Istituto geografico militare (e dunque neppure nel famigerato prontuario di Ettore Tolomei) e allora tanto valeva procedere all’eliminazione diretta. Un gesto “perfettamente legale”, secondo gli attivisti di Süd-Tiroler Freiheit, che adesso possono gridare il loro dolore: “Verdins ist nicht Verdines!”. Ma anche un’ovvia provocazione per chi, sull’altro fronte, considera l’eliminazione dei toponimi italiani un affronto al quale bisogna rispondere con altrettanta infantile determinazione. All’occorrenza munendosi di una bomboletta spray.

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Gianluca Trotta Tue, 08/13/2013 - 21:53

Consiglio ai Verdiner/verdinesi la lettura di un classico del Novecento: La disparition di George Perec. Un romanzo giallo nel quale si indaga su una scomparsa. La scomparsa di cosa? Delle lettera "e", mai usata in tutto il libro (e sono trecento pagine!).
Ecco, potrebbero, a Verdins, intitolare una piazza a Perec, erigergli pure un busto. E dire che fanno tutto in suo onore. Così avrebbero tutta l'intelighenzia mondiale dalla loro, almeno.

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