Culture | Bolzano Festival
Una serata da ricordare
Foto: Anna Cerrato
Al Nuovo Teatro Comunale di Bolzano un pubblico numeroso, prossimo al tutto esaurito, ha accolto i musicisti di EUYO per il secondo e conclusivo appuntamento sinfonico che l’orchestra giovanile europea ha offerto a Bolzano, sua città di residenza. Il concerto del 6 agosto era dedicato a Beethoven e Strauss, solista Julia Fisher e sul podio Sir Antonio Pappano, mentre il programma di ieri (11 agosto) proponeva musiche di MacMillan, Prokofiev e Shostakovich, il pianista Benjamin Grosvenor nel ruolo solistico e la direzione di Manfred Honeck.
James MacMillan, classe 1959, è di origini scozzesi, direttore e compositore di successo. Conta oltre 400 esecuzioni il suo Concerto per percussioni “Veni, Veni, Emmanuel” che la Haydn eseguirà a ottobre prossimo. Di James MacMillan EUYO ha proposto il Larghetto per orchestra, partitura che impegna molti orchestrali anche in passaggi solistici. E’ una musica che si caratterizza per un suono delicato, per una scrittura cameristica. Il talento compositivo dell’autore si manifesta nell’eleganza delle linee melodiche, e nell’invenzione timbrica quando archi, fiati e ottoni si sovrappongono in cangiati combinazioni. Direttore e giovani talenti si sono meritati a pieno i calorosissimi applausi del pubblico.
Il Concerto per pianoforte e orchestra n.3 di Prokofiev è partitura brillante, in tre movimenti come prevede la forma classica del Concerto. Composto tra il 1917 e il 1921 è oggi parte del repertorio apprezzato da pubblico e interpreti. La parte solista ha avuto in Benjamin Grosvenor una impeccabile realizzazione, in perfetto equilibrio con la massa orchestrale. Alla conclusione del Concerto il favore riscosso da parte sia del pubblico che dei giovani talenti è stato ricambiato dal virtuoso con un fuoriprogramma. Ha interpretato spledidamente la Danzas Argentina n. 2 – “Danza de la mosa donosa” di Alberto Ginastera. E’ una breve composizione del 1937, in cui folclore sudamericano e tradizione colta europea trovano un delicato, elegiaco equilibrio.
La Sinfonia n.5 di Shostakovich è partitura imponente quanto complessa, anche nell’interpretazione e nella sua ricezione. Fu composta tra aprile e luglio del 1937, in un tempo in cui amici del compositore russo venivano arrestati, e lo stesso Shostakovich temeva di subire la medesima sorte. Per timore di avere ulteriori problemi con il regime aveva da poco ritirato dopo le prime prove la sua quarta Sinfonia. Con la Quinta Shostakovich di fatto rispose alle aspettative del partito, ottenendo un grande successo. Si racconta che a Leningrado alla prima esecuzione fu salutata con un’ovazione durata mezz’ora. Oggi è una musica considerata parte del migliore repertorio sinfonico. Nel Finale alcuni ravvedono la desolazione sentimentale dell’autore nascosta da una apparente gioia. Timpani, percussioni e ottoni quale simboli del potere del regime che emergono sulla sezione degli archi, a immagine del compositore oppresso dal regime.
Secondo Shostakovich: "Mi è stato detto che lo stile del movimento è diverso da quello degli altri tre. Mi sento di smentire. In conformità con l'idea principale dell'intera opera, il finale risponde a tutte le domande sorte nei precedenti tempi [...]. Questo finale dà una risposta ottimista ai momenti tragici che troviamo nei precedenti tempi della sinfonia".
La serata si è conclusa con due gioiosi fuoriprogramma dell’orchestra, nel secondo i giovani talenti hanno abbandonato i loro leggi e liberamente danzato sul palco.
E’ stata una bellissima serata, per programma e qualità degli interpreti.
La EUYO prosegue il Summer Tour 2023, che ha esordito a Grafenegg il 29 luglio e fatto tappa a Amsterdam, Wiesbaden e Bolzano, tornando a Grafenegg per proseguire verso Berlino, e concludere con un concerto alla Elbphilarmonie di Amburgo il 17 agosto.
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