Culture | Gastbeitrag

Ha cantato la dignità degli oppressi

Si è spento stamani all'età di 90 anni l'attore, scrittore e commediografo Dario Fo. Nel 1997 vinse il premio Nobel per la letteratura. Il ricordo di Costanza Firrao.
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Foto: Salto.bz

E' morto stamani a 90 anni a Milano l'attore e commediografo Dario Fo. Nel 1997 aveva vinto il premio Nobel per la Letteratura. Era ricoverato da qualche giorno all'ospedale "Sacco" del capoluogo lombardo per una serie di complicazioni polmonari. Dalle commedie farsesche degli anni 60 al teatro politico dei 70, fino alle ultime opere incentrate soprattutto sui grandi dell'arte, è stato un punto di riferimento imprescindibile del teatro italiano. La cerimonia pubblica per l'ultimo saluto a Dario Fo, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere sabato alle 15 in piazza Duomo. La camera ardente invece dovrebbe essere allestita venerdì al Piccolo Teatro Strehler di Milano. Stesso luogo in cui il Nobel a marzo aveva festeggiato assieme ad amici, parenti, attori e musicisti i suoi 90 anni. Il ricordo di Costanza Firrao.

Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Questa la motivazione dell'Accademia di Svezia nel Nobel per la Letteratura a Dario Fo (1997).

Arrivata a Milano nel '74, cominciai a frequentare la Palazzina Liberty, dove Dario Fo e Franca Rame facevano teatro "povero" e dove, in una serata, poteva succedere di tutto, anche "finte" incursioni della polizia tra gli spalti.

Rividi Dario e Franca in molte altre occasioni, in incontri più squisitamente politici, nel più recente sembrava che lei sostenesse lui, lo aiutasse a finire un discorso quasi lui avesse perso la facoltà che gli era più propria, l'affabulare.

Ma fu solo un passaggio, poi superato, del loro lunghissimo sodalizio artistico e affettivo. Fu infatti lei, in apparenza più forte, ad andarsene per prima, nel 2013. Il più grande dolore della mia vita – disse – Franca se n'è andata fra le mie braccia.

Ma è l'ultima occasione in cui lo incontrai che voglio ricordare. Milano, Arco della Pace, manifestazione di Libertà e Giustizia, anno 2011. Tra i tanti intellettuali che portavano la loro testimonianza, anche Dario Fo, che con quella sua voce inconfondibile, parlava di democrazia, di libertà, di partecipazione, di Costituzione, di quei valori che hanno sempre fatto parte del suo Dna. Che, negli anni a venire, già molto anziano, ha continuato a difendere con quel suo piglio da guitto, gli occhi ancora vivaci e ammiccanti.

Stava lì sul palco di quella ventosa giornata di settembre, con l'impermeabile bianco e il basco nero in testa. Dritto come un fuso, anche se nel back stage l'avevo visto entrare appoggiato al bastone. La gente di sotto applaudiva e rideva, pur se quel che diceva era triste – lui sempre dalla parte degli umili e dei diseredati.

Negli ultimi tempi pare lavorasse come un forsennato, quasi volesse sfruttare al massimo il poco tempo che gli rimaneva. Pare che vedesse Franca ancora al suo fianco, al punto da far pensare che avesse cominciato a credere nell'al di là, nel soprannaturale. Ma lui rispondeva di essere persona logica e razionale. Sicuramente fino alla fine deve aver esplorato in se stesso.

Alla caparbia ricerca di quel “Mistero buffo” che è la vita e la vita oltre la morte. 

Costanza Firrao: nata a Bari nel '53, abita a Milano. Ha vissuto per molti anni in Alto Adige, a Bolzano e Merano, dove ha ancora casa. Ha collaborato, nei primi anni '90, alle pagine culturali di alcuni quotidiani di provincia. Dal 2004 al 2014 è stata segretaria nazionale dell'associazione Libertà e Giustizia. Scrive di cinema e letteratura in alcuni blog e per il magazine online “La Rivista intelligente” .