Botta e risposta

L’Ipl non ci sta. L’Istituto Promozione Lavoratori rispedisce al mittente le critiche sullo studio relativo allo stato della contrattazione integrativa aziendale nelle 100 più grandi imprese del settore privato nella provincia di Bolzano. Critiche che erano arrivate dal presidente e dal direttore di Assoimprenditori Alto Adige rispettivamente Federico Giudiceandrea e Josef Negri secondo i quali nell’indagine si affermava che le condizioni per i collaboratori sono più vantaggiose nelle aziende che applicano un accordo aziendale, “riteniamo che un semplice elenco delle imprese che applicano e non applicano un contratto integrativo aziendale sindacale crei solo malumore e non contribuisca di certo a rafforzare le relazioni sindacali”, aveva sottolineato Giudiceandrea.
"Questi studi, fatti con soldi pubblici, non rispecchiano per nulla la realtà"
In disaccordo con il rapporto dell’Ipl si era detto anche il presidente dell'Unione degli Artigiani e delle piccole Imprese della provincia di Bolzano (CNA) Claudio Corrarati: “Si ripetono ormai da mesi studi e statistiche che scattano fotografie del mondo del lavoro poco calate nella realtà. Il primo era uno studio che indicava le aziende piccole come luoghi di lavoro dove non fossero presenti adeguati standard di benessere e di tutela della salute, ora è la volta dello studio sul welfare aziendale e su come le aziende soddisfano i loro dipendenti nel valorizzare il lavoro svolto. Questi studi, fatti con soldi pubblici, non rispecchiano per nulla la realtà. Le piccole aziende hanno un rapporto con i dipendenti che va oltre la volontà di pagare loro le vacanze al mare per riconoscenza alla produttività realizzata”.
"Si tratta di critiche poco professionali, sarebbe meglio leggere per intero il testo prima di dare giudizi su uno studio che rappresenta solo una fotografia dello stato attuale"
La replica non tarda ad arrivare: “Si tratta di critiche poco professionali, sarebbe meglio leggere per intero il testo prima di dare giudizi su uno studio che rappresenta solo una fotografia dello stato attuale. Tale studio evidenzia semplicemente quante sfaccettature possono avere i contratti aziendali senza dare giudizi”, dichiara la presidente IPL Christine Pichler che a sostegno della sua tesi elenca alcuni punti già presenti, fra l’altro, nello studio:
- L’analisi non ha mai avuto la pretesa di essere esaustiva, ma si limita, di fatto, alle Top 100 imprese. Nulla dice e nulla vuole dire sulle altre più di 58.000 imprese iscritte nel Registro imprese della Camera di commercio di Bolzano.
- Lo studio si concentra esclusivamente su accordi integrativi aziendali stipulati tra imprese e organizzazioni sindacali, senza tener conto di misure previste in accordi territoriali e/o informali.
- Diversamente da quanto sostenuto da CNA, lo studio non ha mai avuto l’obiettivo di esaminare le misure di benessere messe in campo dalle imprese.
- Lo studio non dimostra che le condizioni dei lavoratori sono più vantaggiose nelle aziende che applicano un accordo aziendale. È plausibile tuttavia che laddove questo vi sia, questo contempli una disciplina migliorativa rispetto ai livelli di contrattazione nazionale e territoriale.
- Per quanto alla critica di “incompletezza dell’informazione” avanzata da Assoimprenditori si rammenta che l’IPL raccoglie e analizza i contratti integrativi stipulati in Alto Adige tra imprese e sindacati da ben 20 anni. Al cosiddetto “Osservatorio sulla contrattazione aziendale” può essere sfuggito l’uno o altro elemento. Tuttavia, non esiste ad oggi ente o organizzazione che abbia un quadro così completo delle contrattazione integrativa in Alto Adige come l’IPL.