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Politics | Maltrattamenti

Una saponetta chiamata Paul

È l'annunciata sorpresa delle prossime provinciali. Ma qual è il segreto di Paul Köllensperger, su cosa si basa il suo appeal? Un tentativo di resistergli.

Affibbiare un maltrattamento a Paul Köllenperger non è mica facile. Non è facile anche perché l'ex grillino (chiamiamolo così, facendo finta che un tempo lo sia stato) ha un profilo sfuggente, una bella faccia liscia e insaponata, e le sberle (anche quelle metaforiche) gli sguscerebbero addosso finendo col trasformarsi in carezze: sguiiish! È un bravo ragazzo, Köllensperger. Si è fatto tutta la passata legislatura stando all'opposizione, ma in modo gentile, senza gridare, senza offendere, senza dare l'impressione di essere peggiore o uguale a quelli che criticava (ecco per esempio una cosa che non si può dire di altri “vibranti oppositori”). Adesso si candida con questo movimento che porta il suo nome, player di un team che è fatto di gente un po' come lui, tutta brava gente volenterosa, con tanta voglia di fare. Già. Ma fare cosa? Ho buttato un paio di domande in giro, per sapere in cosa consiste (e se effettivamente consiste) il gradimento o il fascino di una proposta come quella del Team-Köllensperger. Ho raccolto sorrisi, frasi grondanti simpatia, ma anche molta, moltissima vaghezza. “Köllensperger lo vedo bene”, mi dice il tizio. Sì, ok, ma in cosa consiste questo bene? “Beh, non saprei... è uno nuovo, no?”. Certo, Köllensperger è nuovo, diciamo relativamente nuovo, comunque più nuovo di altri. Ma poi? “Non è di destra, non è di sinistra, non è neppure di centro”, prosegue un'altra. Una saponetta, appunto. L'uomo del post, quello che arriva dopo, a raccogliere i cocci lasciati per terra dagli altri. Alla fine delle ideologie, alla fine delle contrapposizioni, alla fine di quel che in genere associamo alla politica intesa come scontro di visioni diverse, il buon Paul è un fumetto con dentro la didascalia “sono ciò che volete io sia”. E ovviamente è anche post-etnico nel modo più spiccio possibile (cioè senza neppure pensarci, tanto siamo già tutti “oltre”, tutti né né, no?). Aveva provato a convincere quelli del M5S a creare una versione più austroungarica del piatto. Meno pesto alla genovese, almeno un po' di salsa bolzanina, anzi delle valli remote, con rafano e julienne di mela. Ma quelli non hanno voluto saperne. O si fa così come diciamo noi o niente, quella è la porta. Neppure qualche parolina in tedesco, hanno permesso. Keine Fünf-Sterne-Bewegung. Che poi, a pensarci bene, nelle valli l'espressione Fünf Sterne fa venire in mente solo Hotel in stile Babilonese-Tirolese con cascate d'acqua diuretiche, piscine vista monti e canederli impastati con foglie d'oro e nasturzi del Perù. Ce lo vedete voi un albergatore della Val Gardena che dà il suo voto a chi parla di reddito di cittadinanza mentre lui, devoto all'etica luterana, ha appena eletto la frase “il lavoro in sé è gioia” a suo motto personale? Non scherziamo. Alla fine Köllensperger piace perché è un po' come uno della Svp senza essere della Svp. Fa partito di raccolta a sé. Infatti il suo proposito non è forse solo quello di essere cooptato nel nuovo governo provinciale al fine di rafforzare la maggioranza che provvisoriamente dovrebbe contribuire ad indebolire?