"Gazzini nel Ppe? E' filorusso"
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“Dalla Lega a Forza Italia, ma forse non nel Ppe”. Questo l’incipit di un articolo che Il Foglio dedica oggi (13 dicembre) all’eurodeputato bolzanino Matteo Gazzini, da poco passato dalle fila della Lega a quelle di Forza Italia. E forse non a caso i vertici azzurri, a testimonianza del sostegno a "Gazza", alle 11.30 di oggi hanno fatto sapere via social che il segretario di Forza Italia Tajani ha nominato lo stesso Matteo Gazzini nuovo commissario di Forza Italia per l'Alto Adige dopo le dimissioni di Carlo Vettori.
Ad ogni modo secondo il quotidiano diretto da Claudio Cerasa i cambio di casacca dell'eurodeputato "sembrava solo l'ultima di una serie di spostamenti tattici iniziati a meno di sei mesi dalle prossime elezioni europee, ma qualche uscita un po' troppo filo putiniana ha lasciato perplessa la famiglia dei Popolari a Strasburgo". Il giornale riferisce di screenshot dei post di Gazzini finiti al vaglio dei vertici del Ppe. Nel mirino ci sarebbero post pro generale Vannacci, o altri che solleticano l'universo no vax, ma soprattutto contro Zelensky. Gli eurodeputati del Ppe infatti dovrebbero votare sull'ingresso di Gazzini nel loro gruppo questo pomeriggio (13 dicembre), ma qualcuno sta chiedendo di prendere tempo per capirci di più (infatti nel pomeriggio del 13 dicembre l'ANSA ha fatto sapere: La segreteria del Gruppo del Partito popolare europeo ha rimandato il voto sull'ingresso dell'eurodeputato ex Lega Matteo Gazzini). I tre principi che dettano la rotta dei popolari, sanciti da Manfred Weber, d'altronde sono chiari: pro Europa, pro stato di diritto e pro Ucraina e Israele. Ma sull'Ucraina Gazzini, detto il Gazza, non sembra avere il profilo adatto.
L'ultimo dei post incriminati, e poi spariti, è della settimana scorsa e descrive lo stop del Senato Usa all'invio di armi all'Ucraina come "una buona notizia per il mondo intero". Nel post Gazzini si augura che possa essere l'inizio di "una trattativa per la pace" e spera in riscontri "positivi da Mosca". Non passa inosservato anche il commento del 27 febbraio scorso al video pubblicato dal presidente ucraino stesso per ricordare l'anniversario dell'invasione russa: "Zelensky si deve vergognare". Così riferisce il Foglio.
L’articolo del quotidiano è davvero ben documentato, segno che è in corsa una sorta di manovra per stoppare l'ingresso di Gazzini nel PPE. “Dubbia inoltre anche l'utilità dell'operazione, non sono chiari infatti i motivi che avrebbero spinto il capo delegazione di Forza Italia all'Eurocamera, Fulvio Martusciello, a lavorare all'acquisto del cartellino dell'Eurodeputato ex Lega che viene dalla circoscrizione super blindata del collega Herbert Dorfmann, l'eurodeputato in quota popolari dell’SVP. Imprenditore capace e battitore libero, in realtà Gazzini è "capace di farsi campagna elettorale da solo e soprattutto di sostenerla economica-mente", spiegano fonti parlamentari e questo potrebbe aver influito sulla decisione forzista.
Gazzini replica così: “Purtroppo in politica la polemica regna continuamente sovrana. Certe volte mi chiedono se voglio che vinca la Russia o l’Ucraina. Io non vedo il problema nei termini di vincere o perdere, ci sono persone che stanno morendo, ucraini morti, russi morti, io voglio che la smettano di morire. Il mio sostegno al Popolo ucraino è fermo e non ho mai negato l’inaccettabile aggressione alla sovranità dello stato ucraino da parte della Russia, che torno a condannare senza se e senza ma. Durante il mio mandato parlamentare ho voluto promuovere il dibattito in Occidente chiamando l’attenzione con posizioni forti, sempre tese alla cessazione del conflitto, visto che non ho canali di comunicazione con la Russia. Volevo essere agente di pace, ma questo ha scatenato i bisbiglii di persone in mala fede che mi hanno additato come filorusso. Io difendo solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini altoatesini, del Nordest ed europei; difendo la cultura e lo stile di vita occidentale e difendo i valori fondanti dell’Unione europea”.