Environment | Euroregione statica

Camion, inquinamento e il nulla di fatto

In pianura padana le aziende di trasporto si spostano sui nuovi camion a GNL, qui da noi si fa finta di nulla? "Strategie" solo di lungo termine ma senza quelle a breve?
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Foto: Michele De Luca

L’inquinamento dovuto al traffico pesante sull’A22, ma anche in città a Bolzano e nelle altre località della provincia (lo stesso di potrebbe dire del Trentino e del Tirolo), compaiono regolarmente sulle cronache locali.

Al di là dei megaprogetti ferroviari e di talune sperimentazioni sull’A22 dal valore vicino allo zero, cosa si sta facendo concretamente OGGI? Un bel nulla si può affermare senza timore di smentita. Eppure le cose potrebbero anche andare diversamente, a vedere cosa sta succedendo in pianura padana, anche e soprattutto perché la leva sono i prossimi divieti che saranno imposti per evitare pesanti sanzioni dall’Unione Europea.

Pianura padana e inquinamento: i quasi sicuri blocchi muovono le aziende di trasporto verso i carburanti alternativi

Giusto per rendermi conto di cosa voglia dire pensare alle trazioni ed ai carburanti alternativi, qualche giorno fa sono stato a Brembate in provincia di Bergamo all’inaugurazione del distributore realizzato da pe.tra, un’azienda di trasporto di primo piano della zona. La particolarità, oltre ad offrire i carburanti tradizionali, è quella di offrire anche metano liquido e gassoso. Il motivo è presto detto. L’azienda, e non è l’unica, sta cambiando la propria flotta di mezzi con camion a metano liquido proprio perché, prima o poi, coi camion diesel (si parla di divieti fino agli Euro III, ma è facile che si estendano nel tempo anche alle categorie più recenti) in città e paesi non si entrerà più. In poche parole, un cambiamento indotto dai (futuri e paventati) divieti che si porta dietro pure un risparmio nei costi e una riduzione drastica delle emissioni che vale qui ricordare: -70% di NOx, -99% di PM, -90% di NMHC rispetto alle soglie Euro VI, dimezzamento del rumore, -15% di CO2 e fino a -95% con il biometano.

Nel ristretto mercato dei camion sono ancora meno quelli che offrono tali soluzioni alternative, peraltro con prezzi elevati, ma di fronte ai futuri blocchi dei camion diesel ci si sta attrezzando. Da tenere presente che l’impianto GNL/C-GNL è stato finanziato interamente dall’azienda di trasporto (circa 900mila Euro solo per la parte metano e senza opere di muratura e costo del terreno, per intenderci).

Da noi... il nulla!

Cosa si sta facendo da noi? Da Borghetto a Kufstein c’è, ad oggi, il NULLA. Col paradosso che i vari vertici (l'ultimo a Monaco con la consueta cascata di dichiarazioni ma null'altro), dove si è parlato di blocchi, selettivi o totali che dir si voglia, pare che non prevedano nemmeno di differenziare chi utilizzerà tali camion a GNL, che, per la cronaca e per smentire taluni pregiudizi che continuano a circolare, non hanno alcun problema a superare il Brennero. Presso la Sadobre di Campo di Trens è in progetto la costruzione di un impianto di rifornimento GNL che dovrebbe essere realizzato entro l’autunno. Ma è poco e molto si dovrebbe fare anche nei principali centri della Provincia come il capoluogo, Merano e Laives, per intenderci. C'è qualcosa in ballo? Figuriamoci... il vuoto pneumatico.

E’ trapelato pure che anche una grossa azienda di trasporti regionale sia intenzionata ad acquistare camion GNL. Se questa poi li utilizzerà anche in ambito regionale o euro-regionale, oppure in altre zone, non è noto.

Strategie solo per il lungo termine, ma per il breve e medio?

In poche parole, a furia di parlare (spesso straparlare…) di mobilità sostenibile, alternativa, elettrica e via cianciando, forse si è davvero perso il senso della realtà. Va bene parlare di progetti futuri, di alternative futuribili, ma continuare a far finta di nulla su quello che oggi già si può fare mi pare un madornale errore strategico. Sono anni che lo scrivo, ma si fa sempre finta di nulla. Con tanti saluti al Piano Clima 2050 e all’aria che respiriamo, facendo finta che lo scandalo diesel da noi non sia mai arrivato.

L’importante, mi sembra, sia non parlarne, non rispondere mai, insomma mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, anche perché i media (alla pari dei partiti politici i cui rappresentanti, salvo qualche rara eccezione, si sono fatti regolarmente intortare da risposte ufficiali al limite del ridicolo) paiono del tutto anestetizzati dalle fantomatiche e fantasmagoriche promesse di mobilità alternativa. I dati delle centraline di Bolzano e lungo l’Autobrennero sono, però, lì a dimostrare il fallimento di certe idee portate avanti negli ultimi dieci anni.

Se poi pensiamo che ancora poco tempo fa l’allora presidente di A22 Pardatscher (attuale a.d.) affermava, per penna dell’articolista, nell’agosto 2015 che i camion a metano non potrà essere usato dai tir, capiamo proprio dove siamo… fermi. Per tacere dei distributori metano fantasma deliberati nel 2007, una decina, di cui solo due realizzati. Ma quelli erano stati con perfetta miopia previsti solo per i mezzi leggeri, zero di zero per quelli pesanti, ma se le parole dell'ex presidente, ora a.d., sono la "linea ufficiale" di A22... stiamo davvero freschi.

A ciò si aggiunge la questione dei bus, con la presa in giro dei bus a idrogeno ed elettrici con cui nascondere la flotta interurbana tutta a gasolio e quella urbana destinata a vedere trionfare il diesel, altro che storie, ma non voglio dilungarmi su temi che ho già ampiamente trattato negli ultimi dieci anni, come sempre in perfetta solitudine. Con “tanti auguri” ai nostri polmoni.
 

N.B. Per evitare equivoci o pensieri malevoli, l’estensore di queste righe non ha né interessi economici qualsivoglia collegamenti di carattere commerciale nel settore trasporti. Mi interessa, come penso tutti, avere già OGGI mezzi più puliti per respirare meno porcherie possibili.