Politics | Germania

Merkel’s showdown

Elezioni regionali in Germania: avanzano i populisti dell’Afd, bocciata la Cancelliera. Secondo i Verdi i risultati tedeschi devono essere un monito per l’Alto Adige.

Un duro colpo quello incassato ieri sera (13 marzo) dalla cancelliera Angela Merkel: netta è infatti la sconfitta registrata alle elezioni dei tre Länder della Germania. Un elettore su quattro in Sassonia-Anhalt (24,2%) ha scelto i populisti di destra anti-immigrati dell’Alternative für Deutschland (AfD) - capitanato da Frauke Petry -, un partito che fino a poco più di tre anni fa nemmeno esisteva e che l’anno passato era sul punto di scomparire dalla scena politica. “L'Afd era ridotto malissimo, dilaniato da conflitti interni. Ma con la questione dei profughi è riuscita ad avviare una mobilitazione generale contro la politica della cancelliera Angela Merkel calamitando le preoccupazioni degli elettori”, ha osservato Heribert Prantl caporedattore Interni della Süddeutsche Zeitung ai microfoni di Rai Südtirol. E ancora: “L’Afd è un partito che nella Germania occidentale assume posizioni nazional-liberali e conservatrici ma a Est è una forza razzista e neonazista che nega le regole democratiche”. Il partito ha conquistato un certo consenso anche nelle regioni occidentali del Baden-Württemberg e Renania-Palatinato (rispettivamente il 12 e il 15%), notoriamente più lontane dalle posizioni destrorse. “Peschiamo in tutto lo spettro della società, la verità è che le tradizionali Volksparteien hanno perso”, ha constatato Petry commentando i risultati delle elezioni.

Merkel paga lo scotto della politica di apertura nei confronti dei migranti avendone accolto oltre un milione nel 2015 e rifiutando il 'tetto-limite’; l’accusa mossa alla cancelliera è quindi quella di aver lasciato campo libero a un movimento xenofobo. I partiti di governo Cdu e Spd calano ovunque tranne che in Renania-Palatinato dove la governatrice uscente Malu Dreyer raccoglie più voti rispetto a cinque anni fa raggiungendo il 37,5%; nel Baden-Wuerttenberg dove i Verdi conquistano il 32%, otto punti in più rispetto a cinque anni fa (“abbiamo scritto la storia”, ha commentato il governatore uscente Winfried Kretschmann). La Cdu di Reiner Haseloff in Sassonia-Anhalt è prima con il suo 29% ma perde tre punti.
Segno che gli elettori hanno premiato le personalità dei candidati più che i partiti. “Il risultato di queste elezioni - dichiara ancora Prantl - costringerà i partiti tradizionali a trovare soluzioni per certi versi inedite per formare maggioranze in grado di governare. Significa che forse si arriverà a una colazione a tre, oppure, come nel caso del Baden-Württemberg, a una colazione verde-nera ovvero abbastanza inconsueta, impensabile fino a due, tre anni fa”.

Le prime reazioni altoatesine sull’esito elettorale di ieri sera arrivano dai Freiheitlichen secondo i quali il governo tedesco ha pagato questa politica delle "porte aperte" nei confronti dei profughi; “i risultati raggiunti dall'Afd non sono solo una vittoria per il partito ma addirittura per la democrazia”. Di tutt'altro stampo, naturalmente, il commento dei Verdi dell’Alto Adige che si congratulano con i loro omologhi nel Baden-Württemberg che hanno dimostrato di essere “il nuovo partito del popolo”. Tre sono gli insegnamenti che gli ambientalisti traggono dalle elezioni appena concluse; occorre innanzitutto posizionarsi in maniera chiara e decisa sul tema dei profughi per evitare di essere penalizzati dai cittadini, cosa che secondo i Verdi, deve valere anche per l’Alto Adige. Un plauso va anche a Kretschmann e Dreyer, descritte come personalità trascinanti che danno credibilità al proprio partito, altra necessità auspicabile anche per l’Alto Adige. Inevitabile, infine, la chiosa sul populismo diffuso che è indice di profonda insoddisfazione nei confronti della politica; quello dell’Afd, dicono i Verdi, è un risultato inaspettato, l’avanzata del partito non può essere certamente sottovalutata ma al contempo deve essere contrastata in maniera decisiva.