Environment | La quinta edizione

Sustainability Web Festival

Un'occasione per pensare un nuovo inizio
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Foto: Edizioni precedenti

Se è vero, come si dice, che il Coronavirus sia il game changer del ventunesimo secolo, il fattore che possa realmente e radicalmente cambiare le dinamiche capitalistiche in gioco della nostra società, è altresì vero che non esiste terra più fertile di oggi su cui sviluppare nuove idee o per dare forza a quelle idee vecchie che sono state bistrattate, per cambiare ciò che non funziona, per una visione di come vorremmo concepire il nostro futuro. Suona utopistico è vero, ma le idee non mancano e se ci guardiamo bene non sono mai mancate. In un articolo apparso qualche settimana fa sull’Internazionale, Ece Temelkuran, una giornalista turca, ribadendo l’importanza di ripensare al mondo che sarà, dell’importanza di creare una “normalità nuova di zecca” si poneva contemporaneamente una domanda fondamentale: “Come potremo restare in contatto l’uno con l’altro e con la realtà circostante mentre cerchiamo di dare una forma a questo mondo in cui il contatto fisico è vietato?”. Sembra però che i ragazzi di Kikero, organizzazione studentesca della Libera Università di Bolzano, abbiano nel frattempo trovato la loro personale e ambiziosa risposta, ovvero la 5° edizione del Sustainability Festival che partirà il 14 aprile e durerà fino al 9 maggio. Se in epoca Covid-19 associate la parola festival a immagini di folle, vicinanza sociale e contatto fisico che fino a ieri vi faceva emozionare ma che oggi vi fa, forse, rabbrividire, non temete! Il pregio del Sustainability Festival è proprio quello di essere unicamente in formato digitale.

È stata appunto questa emergenza ad obbligare i ragazzi di Kikero a ripensarne l’organizzazione e a darne però un senso più profondo. Come ci racconta la presidente dell’associazione Vittoria Brolis, l’idea di non cancellare il festival ma di cambiarne la modalità è data dalla consapevolezza che “ora più che mai c’è bisogno di sentirsi parte di una comunità, una comunità che in questa occasione vogliamo rendere ancora più grande”. Come ci spiega Marco Miorandi, uno degli organizzatori, una delle novità e dei lati positivi della transizione in digitale è proprio quella “di dare spazio ad ospiti con provenienza da varie parti del mondo, grazie ai mezzi di comunicazione di cui godiamo al giorno d’oggi.” Le tecnologie odierne, ci spiega, “ci permettono di diffondere i nostri contenuti ad un pubblico potenzialmente più ampio rispetto a quello delle edizioni passate”. Ilaria Chizzoni ci ribadisce infatti che “i contenuti online saranno disponibili a chiunque, senza vincoli di presenza fisica o di coincidenza di orari, le collaborazioni non sono solo locali, ma anche con realtà fisicamente lontanissime, ma vicine alla sostenibilità e la situazione ha permesso a tutti di essere creativi per trovare nuove modalità di coinvolgimento”. Se prima infatti il festival era particolarmente incentrato sull’esperienza universitaria, “oggi l’idea è quella di renderlo più accessibile per collegare l’università, la ricerca e tutta quella popolazione interessata e per sentirci parte di una comunità che lavora, pensa, ragiona e per sfruttare questo momento, per ragionare di un altro mondo possibile”, così Vittoria Brolis. Questo altro mondo possibile che oggi trova menti più pronte ad immaginarlo visto che quello in cui viviamo sembra che abbia ormai reso visibili tutti i suoi limiti, deve trovare nel concetto di sostenibilità la sua linfa, la sua energia vitale. L’idea è quella di usare quelle idee magari anche “vecchie”, idee che sono rimaste ancora troppo inutilizzate e inesplorate nella frenesia della vita ante-Covid-19 ma che oggi diventano urgentemente importanti. Una delle organizzatrici, Ilaria Chizzoni, racconta così l’ambiente intorno al quale questo Festival sta prendendo forma: “sento un'energia impalpabile, ma forte, tra le persone, che anche a distanza di km riescono a formare una rete solida per sostenere un obiettivo comune, quello di fare del pianeta Terra la priorità assoluta”. Questa rete solida si è formata non senza difficoltà, come prevedibile. Tutti gli organizzatori riconoscono infatti una sensazione di mancanza di presenza fisica e di contatto visivo ma la volontà di realizzare il progetto ha avuto la meglio facendo sorgere anche quegli aspetti inaspettatamente positivi. Come ci spiega Vittoria Brolis infatti, loro stanno provando a fare una cosa che non hanno mai fatto perché non vogliono rinunciare a discutere insieme. I ragazzi di Kikero stanno quindi facendo palestra per trovare familiarità con una modalità che avverrà sempre di più. “Nulla vieta”, ci dice Vittoria, “di tenere vivo l’ambiente digitale l’anno prossimo per poter coinvolgere chi non può raggiungerci quei due gironi di festival”.  

Nella sua 5° e specialissima edizione dal 14 aprile al 9 maggio il Festival userà per 4 settimane diverse piattaforme digitali, dai social (Facebook e Instagram) al sito web dell’evento dove giornalmente verranno pubblicati nuovi contenuti in diversi formati e registri. Ci sarà infatti spazio per tutorials e mini talks più scientifici e seri ma anche dirette su instagram, challenges divertenti e concerti per scatenarsi. Il giorno dell’apertura vi sarà il contributo speciale di Mirco Tonin , professore di politica economica all’Università di Bolzano, vicedirettore alla ricerca e direttore del corso di laurea magistrale di politiche pubbliche e amministrazione alla Libera Università di Bolzano e a partire dalle ore 21:00 live il progetto musicale INTOETHER a cura di Tobias Tavella, artista altoatesino.  

Parlare quindi di sostenibilità ambientale, economica, sociale con pratiche provenienti dall’Amazzonia, dalla Svezia, passando anche per Bolzano, sarà un modo di rimanere in contatto tra di noi ma anche con il mondo che ci circonda, come si auspicava la giornalista Ece Temelkuran, riportando l’attenzione su temi che, in un mondo dell’informazione invaso di preoccupazione da emergenza e di aspri dibattiti semi-politici, sono particolarmente fondamentali per poter immaginare il nostro futuro perché solo se #saràtuttodiverso allora #andràtuttobene.

Camilla Valerio