“Un primo passo, ma importante”
È stato accolto positivamente il nuovo gruppo di lavoro promosso dalla Diocesi di Bolzano- Bressanone su fede e omosessualità, un progetto nato dallo scorso sinodo diocesano con l’idea di creare percorsi rivolti a persone LGBTQ+ presenti all’interno delle comunità pastorali. A farne parte anche Don Paolo Zambaldi, in passato preso di mira, in particolare dalla destra neofascista, per via del suo sostegno mai celato al DdL Zan. Un percorso nuovo ma non nuovissimo, sottolinea don Zambaldi a salto.bz, che ricalca altri progetti più o meno consolidati all’interno di realtà cristiane, italiane ed europee, a sostegno delle persone LGBTQ+. “Se ho trovato resistenze? Sicuramente sono temi che fanno discutere ma quello che ho potuto constatare, a partire dalla mia comunità parrocchiale, è che più che ostilità ho trovato curiosità e interesse a conoscere le proposte che vogliamo portiamo avanti- spiega Don Zambaldi -.. Ribadisco, come ribadiremo in conferenza stampa, che questo non è un percorso rivolto a persone LGBTQ+, come fossero un qualcosa a parte, ma si parla, al contrario, di integrarle all’interno delle nostre comunità, fare in modo che si sentano accolte e accettate per quelle che sono”.
Accanto all’azione di accoglienza, ci sarà pertanto un percorso di sensibilizzazione rivolto alle realtà parrocchiali locali. Da qui l’idea della mostra itinerante “Rendere visibile l’invisibile: persone dello stesso sesso che si amano nella Chiesa”: “Sarà una mostra bilingue - spiega ancora Don Zambaldi - per renderla fruibile a tutti e tutte all’interno dalle parrocchie che la vorranno ospitare. Il tema è importante e sta diventando sempre più centrale, come vediamo con il Sinodo mondiale in corso. Non siamo l’unica realtà che si muove ma speriamo di riuscire a dare comunque il nostro contributo a un dibattito più ampio. Ci sono segnali positivi - fa notare il sacerdote - come le aperture di Papa Francesco e alcuni documenti prodotti dal Sinodo tedesco ma, ovviamente ci sono anche molte difficoltà che richiederanno tempo. Ma siamo contenti di aver fatto questo primo, importante passo nella direzione giusta”.
Non so se si possa considerare un inizio, ma sicuramente è un segnale importante
Anche Centaurus Arcigay accoglie positivamente, seppur con qualche riserva, l’iniziativa della diocesi: “All'interno della Chiesa cattolica locale il percorso intrapreso è significativo. Non so se si possa considerare un inizio, ma sicuramente è un segnale importante, se pensiamo alle posizioni del patriarca ortodosso Kirill - commenta la presidente Arianna Miriam Fiumefreddo -. Dal nostro punto di vista, l'apertura della diocesi è un segnale importante per le persone LGBTQIA+ credenti e per le loro famiglie. Ma sicuramente - ribadisce - questo non è sufficiente se pensiamo a come la dottrina della chiesa definisce l'omosessualità e l'accesa campagna contro il DdL Zan da parte di certi esponenti, anche di spicco della Chiesa. Ricordiamo che il Lexicon ha creato il "gender" e legittimato campagne d'odio contro l'autodeterminazione delle persone trans+. Quindi - sottolinea Fiumefreddo - lo cogliamo per quello che è. Un segnale di un importante dibattito interno della Chiesa che ha sicuramente ricadute sulla vita delle persone credenti tutte, non solo quelle LGBTQIA+".
Più che dalle istituzioni religiose, Centuarus attende risposte dalle istituzioni laiche, risposte che tendono sempre più ad arrivare: "Dal mondo cristiano cattolico romano attendiamo sempre le scuse per l'odio millenario che ha contribuito a rendere le nostre vite più difficili- ribadisce Fiumefreddo -. E lo aspettiamo con la modifica della dottrina ufficiale, della modifica del Lexicon. Ma come cittadinə italianə - conclude la presidente - aspettiamo notizie dal nostro Parlamento, augurandoci nessuna ingerenza dello stato Vaticano”.