Hubert Frasnelli: il sistema c’è ancora
Hubert Frasnelli racconta come l’idea di tradurre il libro si sia concretizzata muovendo da un dato che può apparire sconcertante: gli italiani sanno poco o nulla di come la Svp sia riuscita ad estendere su tutta la provincia la cappa di un potere occhiuto e sistematico. O meglio: è pur possibile che di questo si siano accorti, ma tuttora ignorati sono i meccanismi, gli ingranaggi più sottili di questo potere, ed il modo con il quale essi s’incastrano gli uni negli altri. “Quello che mi pareva necessario mostrare - prosegue Frasnelli – era rendere perspicuo il processo che in Sudtirolo porta al compimento di determinate scelte. Tutti ormai siamo abituati a sentir parlare di un sistema Svp o di un sistema sudtirolese, ma pochi hanno affrontato il compito di illustrarne i dettagli. Rendere consapevoli anche gli italiani di ciò che accade, peraltro in gran parte senza il loro coinvolgimento, ecco quello che essi potranno trovare leggendo il mio libro”.
Dato che il volume, però, è stato pubblicato nella versione originale quasi quindici anni fa, è doveroso chiedere a Frasnelli se durante la revisione del testo, anche in vista della sua traduzione, non siano affiorate differenze significative tra la situazione di allora e quella attuale. Insomma, possibile che il libro non sia almeno un po’ invecchiato? “Guardi, fosse davvero invecchiato sarei il primo a rallegrarmene. Purtroppo non è così. Basta citare lo scandalo Sel per rendersi conto di come quel nefasto intreccio d’interessi che costituisce il sistema sudtirolese si sia al contrario progressivamente rafforzato e cementificato negli anni: in questo senso anche la fine della cosiddetta era Durnwalder non ci dà troppe garanzie che il peggio sia realmente passato. Il sistema c’è ancora”.
Dunque neppure Arno Kompatscher, così giovane e dinamico, rappresenta una speranza di cambiamento? “Su Kompatscher in quanto persona non posso pronunciarmi, giacché come Landeshauptmann non l’ho ancora visto all’opera. Quello che posso dire, però, è che la sua candidatura è stata favorita dal quotidiano Dolomiten, e dunque della famiglia Ebner. E qui siamo proprio nuovamente davanti a uno di quei nodi del sistema che io critico nel mio libro: gruppi d’interesse, lobby, personaggi influenti legati ad altri personaggi influenti, soprattutto nel campo dell’economia. In questo modo vengono create vere e proprie bolle di consenso tutt’altro che trasparenti. In un certo senso, pensando a Kompatscher, il mio libro esercita allora un ammonimento: attento, stai molto attento a non farti stritolare”.
Eppure i cittadini, almeno nominalmente, sono i veri sovrani. E il voto è lo strumento per impedire che il sistema si riproduca invariabilmente. Esiste addirittura un partito (Freiheitlichen) che ha adottato il motto “spezziamo il sistema”. Insomma, tra due settimane lo scenario potrebbe proporci qualche sorpresa? “A questo proposito - commenta infine Frasnelli – vedo solo due fattori in grado di erodere significativamente il predominio della Svp, togliendole cioè almeno quel diciottesimo seggio che la rende monocratica. Il voto degli italiani, quelli che magari prima votavano Durnwalder perché lo ritenevano un uomo di polso (e lo era fin troppo); e il comportamento dei giovani, i quali ultimamente hanno riscoperto il patriottismo più intransigente e magari stavolta voteranno in massa, più che i Freiheitlichen, il partito di Eva Klotz. Ecco, dipende da quanto peseranno questi due fattori”.
Dal predominio sistematico della Svp a quello dissolutorio dei secessionisti: non è come passare dalla padella nella brace? “Non stigmatizzo chi parla di autodeterminazione – conclude Frasnelli – ma vorrei ricordare che il termine andrebbe inteso meglio di come generalmente si fa. Penso qui al diritto di riconoscere ed estendere la facoltà decisionale a realtà sempre più piccole, fino a raggiungere e tutelare quella, per definizione indivisibile, del singolo individuo, della persona. Questo, più che il distacco di un territorio da un altro territorio, sarebbe il vero traguardo da perseguire. Poi, certo, io auspico una forte affermazione dei partiti del centrosinistra italiano e dei Verdi, in modo da costringere la Svp ad orientarsi anche programmaticamente verso di loro. Tanto, sperare non costa nulla”.