Norbert C. Kaser, vicino a noi
Alla fine della presentazione del libro Rancore mi cresce nel ventre che si è tenuta al Filmclub di Bolzano, è dal vecchio film Eingeklemmt di Ivo Barnabò Micheli (1984) che arriva la citazione più tagliente. Un frate cappuccino, che ebbe in sorte di condividere per pochi mesi – alla fine degli anni Sessanta – la compagnia di Norbert C. Kaser in un convento di Brunico, sentenzia: “Pensando a lui vengono in mente le parole della Bibbia. Un uomo come Kaser è di quelli che si riducono a scontrarsi con gli ostacoli della vita, fino a morire”. Ostacoli e dolore, a giustificare il rancore del titolo, una scelta editoriale che ha posto l'accento sul lato maledetto e rabbioso dei suoi versi (“e quando giunge il momento del doloroso parto / il mio infuriare non conosce limiti / come un uragano travolge tutto / copre di schiuma”), ma anche l'insospettabile leggerezza che è stata notata dai primi lettori di queste nuove traduzioni, perché – come ha osservato Werner Menapace: “La poesia di Kaser ha un valore universale, e traducendola non volevo soltanto presentare al lettore italiano un vecchio poeta tedesco morto da quarant'anni, caricato da tutte le sue vicissitudini, bensì trovare per lui una nuova patria e un futuro ancora tutto da vivere”.
La serata – moderata da Toni Colleselli, curatore del volume – si era aperta con Giancarlo Mariani, l'autore della prima traduzione dei versi di Kaser: “Conobbi Kaser un terzo di secolo fa, quando era già perfettamente consapevole della sua morte imminente, e non era ancora spento il rancore, l'odio terribile tra parlanti tedeschi e italiani”. “Quando uscì il volume – racconta ancora Mariani – non tutti erano soddisfatti, ma io credevo molto nelle sue poesie e adesso, grazie a questa nuova raccolta, spero che tutti tornino a ricordarsi di lui, che trovi molti lettori che sappiano volergli bene come merita”.
Benedikt Sauer – che di Kaser ha scritto una biografia esaustiva (Norbert C. Kaser - eine Biografie, Innsbruck, Haymon, 1997) – ha tracciato un breve profilo dell'autore che nella sua brevissima fase creativa (durata appena dieci anni) non poté mai avere neppure la soddisfazione di stringere tra le mani un libro stampato col suo nome. Le sue opere hanno quindi circolato in edizioni fatte a mano, in quaderni confezionati e regalati a chi li poteva apprezzare. Anche le edizioni italiane delle sue poesie, almeno fino alla traduzione di Mariani (che è del 1983), erano sporadiche, occasionali e limitate ad un pubblico di pochissimi cultori. Un motivo in più per rallegrarsi dell'uscita dell'ampia antologia di Alphabeta, che potrebbe finalmente operare quel salto di qualità atteso da quarant'anni.
Dopo la lettura di alcuni testi sia in italiano che in tedesco – eseguita da Sonja Hartner ed Elisabetta Scavazza, c'è stato spazio per Benno Simma e Gregor Marini (molto toccante la versione di “Ich krieg ein Kind”, ultima lirica scritta, siglata 28 luglio 1978, dunque meno di un mese prima della sua morte, avvenuta il 21 agosto) e quindi il film di Ivo Barnabò Micheli.
Tra i ringraziamenti finali, anche quello al pittore Markus Vallazza, il quale ha messo gratuitamente a disposizione della casa editrice il bellissimo dipinto del 1984 intitolato In memoriam N. C. Kaser. “Eccolo qui – si è congedato dal folto pubblico intervenuto alla presentazione Toni Colleselli –, occhiali, sigaretta, un bicchiere di vino e un mucchio di versi”. Tra questi, ci piace concludere ricordando l'amaro appunto autobiografico che Kaser inserì nel testo waer ich doch ein fisch (vorrei essere un pesce): “vorrei essere un morto ubriaco alla stazione di Innsbruck... tutto vorrei essere, tranne che vicino a voi... se fossi un poeta volerei da voi”. Adesso finalmente qui con noi, vicinissimo, come un vero e grande poeta.
Il libro di Kaser verrà presentato questo mese ancora a Bressanone, sabato 25, alle ore 20.45, presso il Centro Giovani Connection.