Crisi CLE: lavori bloccati anche ad Oltrisarco
Il terreno originario di proprietà della parrocchia in via Claudia Augusta - dove fino a qualche anno fa si trovavano ex oratorio, ex cinema Costellazione e due campetti da calcio - in sostanza è stato diviso in due parti. La sezione che insiste sulla via Claudia Augusta è stata venduta e su essa sono stati realizzati, proprio dalla CLE, un condominio, un parcheggio interrato e un piccolo supermercato. Con i proventi della vendita dei terreni e con il supporto dei fondi dell’8 per mille del CEI (integrati con un piccolo finanziamento di comune e Provincia) nel 2013 è stata quindi avviata la costruzione di un centro polifunzionale che, a lavori conclusi, ospiterà negli stessi spazi locali parrocchiali, Centro Giovanile Orizzonte, Centro Culturale Oltrisarco ed anziani, ridando vita anche all’ex cinema trasformato in sala polivalente.
Ne abbiamo parlato con il parroco Gigi Cassaro, motore di tutta l’operazione.
Don Cassaro, la crisi della CLE ha bloccato anche voi. Com’è la situazione?
Gigi Cassaro - La CLE è stata incaricata di realizzare il centro polifunzionale dopo aver costruito anche il complesso privato sulla strada. C’è stata una gara con tre ditte, ma la CLE ha fatto il prezzo migliore e poi li avevo già visti precedentemente per cui sapevo che sono molto bravi. Qualche mese fa purtroppo però è arrivata per loro una grave crisi finanziaria e sono stati costretti a sospendere i lavori anche da noi. Siamo fiduciosi: speriamo che il cantiere possa riaprire per concludere i lavori entro settembre. Ma è un peccato davvero perché fino al momento del blocco la CLE era addirittura in anticipo rispetto ai tempi previsti. In realtà i lavori sarebbero dovuti cominciare molto prima: con un anno in meno e senza le lungaggini del Comune la CLE avrebbe tranquillamente potuto completare il tutto.
Da quanto tempo è aperto il cantiere?
4 anni fa abbiamo iniziato a demolire la struttura preesistente. E da 2 anni è aperto il cantiere per la costruzione del nuovo complesso.
Con il Comune di Bolzano qual è la dimensione del finanziamento che siete riusciti ad ottenere?
E’ stata un’odissea. E rispetto ai 208mila euro previsti sarà un miracolo se riusciremo a portarne a casa 160mila.
E la provincia cosa vi ha dato?
Ho fatto una domanda di contributi per gli arredamenti del centro polifunzionale. La cifra è consistente, vedremo cosa riuscirò a portare a casa.
Come nacque a suo tempo l’idea del centro polifunzionale?
Il luogo è sempre stato visto come una pertinenza ecclesiasticam ma anche come uno spazio comune di socialità per il quartiere. A suo tempo l’operazione venne validata attraverso un processo che coinvolse anche in residenti e che si svolse quando l’assessore all’urbanistica a Bolzano era ancora Silvano Bassetti. Abbiamo pensato di costruire una struttura aperta che fosse davvero funzionale alle esigenze del quartiere. Cercando di evitare però quello che è avvenuto al Cristallo o in via Vintola, dove dopo un po’ il Centro Giovanile è divenuto un corpo estraneo rispetto alla Parrocchia che rimane comunque proprietaria dell’immobile e prima promotrice della riqualificazione urbanistica e sociale.
Il Centro Giovanile Orizzonte è l’unico del quartiere?
Ce n’è un altro, il Bunker, che è frequentato soprattutto da ragazzi di lingua tedesca.
L’attività del Centro Giovanile Orizzonte dove si svolge in questa fase di lavori?
E’ stata trasferita nei locali dell’altra parrocchia che gestisco e cioè quella di San Paolo, nella parte alta del quartiere.
Qual è il tipo di utenza del Centro Giovanile?
Ogni pomeriggio abbiamo una quarantina di ragazzi che vengono seguiti con il doposcuola, grazie al sostegno di un progetto della Provincia. Circa il 70% di loro sono extracomunitari.
Insomma: il mix di culture ed anche di religioni non vi spaventa.
Certo che no: Oltrisarco è il quartiere più multietnico della città e noi lo sappiamo bene.
E gli adolescenti?
Si coinvolgono per specifiche attività. Il trend è questo come del resto in tutti i centri giovanili a quanto pare. Un eccezione è rappresentata dalla sala musica che invece è molto frequentata e autogestita. Spesso comunque i ragazzi che frequentano poi diventano animatori restando anche quando diventano universitari.