Inesauribile Lidia
“Noi ci stiamo, chi accetta la sfida?”, recita lo slogan di Potere al popolo, soggetto politico nato di recente dall’appello del centro sociale ex OPG “Je so pazzo” di Napoli. Ad accettarla, questa sfida, è l’indefessa Lidia Menapace, lo annuncia Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista: “«Perchè non ci impegniamo, oltre a ricordare il 4 dicembre e il successo ottenuto dal NO, insperato in quelle dimensioni, a cercar di ripetere un altro risultato insperato? A me viene in mente in proposito ‘Potere al popolo’: che ne dite? Non ho mai detto che il 4 dicembre è stato una rivoluzione, però certo un successo del NO, inatteso in quelle dimensioni. Mi impegno per cercare che lo stesso capiti a marzo e guardandomi in giro vedo che ‘Potere al popolo’ è la lista che meglio interpreta ciò che spero. Che la ‘capa’ sia una donna, capace di fare dell’ironia su ciò (“più che capo politico, sono una capa tosta”, dice di sé la portavoce nazionale Viola Carofalo, ndr), mi piace molto e non è certo un caso. ciao vota bene, mi raccomando» Rispondendo sulla sua mailing list così ha scritto l'altro giorno la nostra amatissima compagna partigiana, femminista, comunista Lidia Menapace. Ieri (venerdì, ndr) l’assemblea di Potere al popolo del Trentino Alto Adige le ha proposto con un’ovazione la candidatura. Da giovane partigiana Lidia ha accettato. Una bellissima notizia”.
Menapace, classe 1924, nata a Novara, residente a Bolzano dal 1964 dopo il matrimonio con Nene Menapace (scomparso nel 2004) e dove fu votata consigliera provinciale per la Dc è stata eletta, nel 2006, senatrice nelle liste di Rifondazione comunista, esperienza durata solo fino al 2008 per l’interruzione anticipata della legislatura. Dal 2011 fa parte del Comitato nazionale ANPI.
Perchè non ci impegniamo, oltre a ricordare il 4 dicembre e il successo ottenuto dal NO, insperato in quelle dimensioni, a cercar di ripetere un altro risultato insperato? (Lidia Menapace)
Potere al popolo, definita da Acerbo “l’unica vera lista di sinistra, nata dal basso, che nulla ha a che vedere coi vari D’Alema e Bersani e tantomeno col PD renziano”, si rifà soprattutto a Momentum e alla trasformazione del Labour sotto Jeremy Corbyn (ma anche un po’ a Podemos e Siryza). Il banco di prova - nient’affatto semplice - è la soglia di sbarramento al 3% e le numerose firme da raccogliere per potersi candidare al Parlamento, ma se non si dovesse riuscire nell’intento niente paura, vocabolario ideologico alla mano, l'impegno viene nobilitato da scopi a lunga conservazione: “Non siamo in cerca di voti - dicono gli alfieri del movimento - siamo qui per costruire qualcosa di grande e duraturo”.“Facciamo delle nostre differenze una ricchezza e non ci potrà fermare nessuno!”, incoraggia i suoi la portavoce Carofalo.